2. Occhi freddi come il ghiaccio

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_Casa Kitamura. 13 Gennaio 2xXx . 7:30 am_


E' sempre...la stessa storia.

"Ehi, mamma!"

Una piccola me. Felice.

"Giochiamo insieme?"

Quando ancora ero in grado di esserlo.

"Mamma..."

Ma non tutto va come vorresti.

"...perché non ti svegli?"

Me lo ripeto sempre.

"Sta' tranquilla, piccina..."

Con quella voce inquietante che ancora riempie le mie notti.

"Che ne dici...di venire con me?"

Svegliati! 



CAPITOLO 2: "OCCHI FREDDI COME IL GHIACCIO"



Apro lentamente gli occhi per abituarmi alla luce del sole, che entra nella mia stanza attraverso la finestra.
Nonostante sia filtrato dalla tenda, il raggio mi raggiunge con abbastanza intensità da svegliarmi quasi del tutto.

Sento ancora la schiena leggermente intorpidita e capisco che, probabilmente, questa notte il mio sonno è stato più agitato del solito.

Pian piano, mi alzo dal letto e raggiungo la mia finestra che, fortunatamente, è poco distante.
Apro la tenda e mi preparo a ricevere il freddo direttamente sulla mia pelle: è il primo mese dell'anno, ma in ogni caso qui a Hydros le temperature sono perennemente basse, e il sole non basta a scaldarsi, purtroppo. 

Dopo aver ispirato profondamente l'aria fredda che mi accarezza il viso, decido di andare verso la porta scorrevole, per raggiungere la persona che mi sta aspettando in soggiorno.

<< BUONGIORNO, TESORO! >>
Investe i miei timpani con la sua voce assordante.

<< Buongiorno, zia. >>
Rispondo semplicemente.
Sono troppo assonnata per aggiungere altro. 

Ho appena poggiato i piedi sul parquet e già mi manca il tepore del mio letto. 
Non è una grande idea girare in casa scalza.
Questa volta, devo ammettere che zia Lily ha ragione.

Già, zia Lily...

Per i pochi di voi che ancora speravano che ad aspettarmi per la colazione ci fosse mia madre, ebbene, non è così. 
Purtroppo, lei non potrà mai più preparare qualcosa per me.
Questo perché i miei genitori sono morti da ben 8 anni ormai. In quella fatidica notte che non riesco a ricordare limpidamente, ma che ancora assedia i miei sogni con tutto il terrore che si portò dietro. Come piccoli tasselli di un puzzle che vengono a galla notte, dopo notte, dopo notte, dopo notte...

È strano come il tempo passi così velocemente. Ma, adesso non voglio essere negativa, non oggi.
Devo mettermi in testa che quel che è andato è andato, e godermi il presente: sono ancora in tempo a farmi degli amici, in un luogo dove nessuno sa chi sono, dove non posso essere giudicata a priori. E se dovesse ancora andare male, ho sempre zia Lily.
Lei ha rinunciato a tanto per me.
Dopo la morte di mia madre, sua sorella, non ha pensato neanche per un attimo a lasciarmi da sola. Ed ha deciso di lasciare Aira per trasferirsi qui, a prendersi cura di me.
È una specie di fata, ma per me è prima di tutto un angelo: solo una creatura celestiale avrebbe avuto la pazienza di sopportare una come me per tutto questo tempo.

Metto da parte i miei pensieri e getto il vasetto di yogurt vuoto tra la spazzatura.

Ho appena indossato la divisa, quando mi accorgo che i miei capelli sono un disastro.
Li spazzolo velocemente e, soddisfatta, esco di casa .

<< ERI, ASPETTA, È ANCORA PRESTO! IL PONTE NON È ANCORA APPARSO! >> 
Ignoro le urla di mia zia e mi avvicino alla costa pur sapendo che ha ragione. Ma, dopotutto, chi ha bisogno di un ponte quando si può camminare direttamente sull'acqua?

Decido di non mettermi fretta e, passo passo, mi avvicino sempre di più alla mia meta.

Con lo sguardo riesco già ad intravedere l'enorme edificio, mentre alcune gocce d'acqua bagnano la mia pelle. E, senza rendermene conto, ho già toccato terra. 

Avevo ragione: qui il clima è diverso. C'è questo strano tepore, nonostante la stagione. Se avessi indossato qualcosa di più pesante, mi sarei sicuramente sciolta.

E ancora non mi sembra vero.
Sono proprio qui, all'Alpha Academy.
Mi sembra un sogno...

Già, un incubo.

Tutti qui sembrano conoscersi.
Sono così amichevoli l'uno con l'altro, come se fare amicizia fosse la cosa più semplice del mondo.

Non ho voglia di perdere tempo a sentirmi di troppo, quindi mi dirigo subito su una delle panchine poste al lato destro dell'edificio: sono le cose più accoglienti che abbia visto oggi.

Mi siedo tranquilla e comincio a godermi il canto degli uccelli, annidati in uno degli alberi di fronte a me.
All'improvviso però, mi accorgo di una presenza alle mie spalle e, automaticamente, mi volto per capire di chi si tratti.

<< Ehi, tu. >>

Mi trovo di fronte un ragazzo dalla chioma rossa e l'abbigliamento disordinato.
Due o tre dei primi bottoni della sua camicia sono belli che andati. La stessa camicia che è ovviamente stropicciata e fuori dai pantaloni. Non indossa né la giacca della divisa maschile, né tantomeno la cravatta. In compenso c'è invece una strana catena legata ad alcuni passanti dei suoi pantaloni.

<< Forse non lo sai, ma questo posto è riservato. Su, alzati. Non vorrai fare tardi.  >>
A dispetto delle parole, il suo tono è intimidatorio.

Io, invece, da ragazza calma quale sono, sento però che questo tipo mi da sui nervi e, senza rendermene conto, mi alzo di scatto, guardandolo intensamente negli occhi.

<< Altrimenti? >>

Mi accorgo solo adesso del colore delle sue iridi: è un grigio stranamente affascinante e particolare, quasi ferreo.
Ma non mi faccio incantare, piuttosto continuo a fissarlo, finché non cambia espressione.

<< Sei interessante, ragazzina. >> Mi dice quasi sorpreso.

Mi ha dato della ragazzina? 
Sorvolo e mi avvio verso l'entrata senza degnarlo di uno sguardo.



CHUICHI'S  P.O.V.

Una sola parola e sembra già in grado di tenermi testa. Sono sorpreso.

<< Io sono Chuichi! >>
Le dico impulsivamente prima che sparisca dalla mia vista.

<< Scusa, ma devo andare: non vorrei fare tardi. >

Ok, me lo sono meritato.
L'avevo detto che quella ragazzina è interessante.

Alpha Academy [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora