Wicked - Cronache dal Regno di Oz in rivolta

La nascita di una strega

Era quasi sera, quando Frex trovó il coraggio di entrare nello sgangherato villaggio di Lungasponda. Madido di sudorez pestó i tacchi a terra ,sollevó i punti serrati e gridó , con voce roca e potente: "Prestatemi ascolto, o irredente creature! Traetevi in salvo prima che sia troppo tardi, giacché una perniciosa tentazione incombe su questa sventurata contrada!" Erano parole arcaiche, persino ridicole, ma funzionarono. Ecco gli sconsolati pescatori, che arrivavano dal molo trascinando le reti vuote. Ecco i macilenti contadini, i cui sterili campi avevano prodotto ben poco durante l'infeconda annata. Prima ancora che Frex cominciasse, il peccato traspariva inesorabile dai loro volti.

Lo seguirono fino ai pericolanti giardini davanti dall'ingresso del cantiere delle canoe.Frex sapeva che attendevano la comparsa del Drago Temporale da un momento al l'altro: me voci attecchivano rapide e contagiose, come la peste. Vedendoli assetati di impazienza, proclamó: "Siete ciechi come l'infante che , ammaliato dalle fiamme, tende le ignare mani verso le braci! Nati dal grembo di un drago, pretendete le avide labbra verso mammelle di fuoco!" la sacra invettiva, ormai smussat dal tempo, quella sera, non colpí nel segno; il pastore era stanco e non al suo meglio.

"Fratello Frexspar", disse Bfee, il sindaco di Lungasponda," perché Ci arringhi con tanta veemenza prima ancor che la tentazione abbia preso forma? "

"Guardatevi dalle nuove forme che la tentazione puó assumere! Voi non avete il nerbo per affrontarle!" rispose Frex, sputando.

"Non sono forse anni che ci offri i tuoi válidi insegnamenti?" osservò Bfee. "Quale migliore occasione per cimentarci contro il peccato? Non vediamo l'ora di sostenere questa... questa prova spirituale."

Risate e applausi fra i pescatori. Frex li scrutò ancor piú intensamente, ma al rumore di ruote sconociute sulla strada ghiaiosa tutte le teste si voltarono, ammutolite. Aveva perso la loro attenzione ancor prima di cominciare...

L'orologio, trainato da quattro cavalli , era scortato dal nano con i suoi giovani servi. L'ampio tetto era sormontato dal drago. Che impressionante creatura ! Sembrava pronto a spiccare un balzo, quasi fosse dotato di vita propria. Il sipario, in foglia d'oro brunita , era colorato a festa. Le bocche spalancate, i pescatori lo osservavano avvicinarsi.

Prima che il nano potesse annunciare l'orario dello spettacolo, prima che i paesani potessero estrarre i bastoni, Frex balzó sopra il primo gradino del carro, un palco di proscenio.

"Come puó questo baraccone chiamarsi orologio?" Io vedo un solo quadrante, piatto, grigio e nascosto tra inutili fronzoli.Per giunta le lancette non si muovono: guardate! Sono dipinte, fisse un minuto dopo la mezzanotte! Quí non c'é altro che meccanismi e ingranaggi amici. Lo so per certo. Vedrete rigogliosi campi meccanici di granturco, lune meccaniche crescenti e calanti, un vulcano che erutta un mórbido panno rosso costellato di lustrini neri e viola. Con tutti questi impegni,perché sul quadrante manca un paio di lancette vere? Perché, vi domando? Si, Gawnette, lo domando proprio a te. E anche a te Stoy, e anche a te Perippa. Vi sembra un orologio questo?

Gawnette, Stoy e Perippa però, non lo ascoltavano piú. Nemmeno gli altri. La curiosità li dilaniava.

"La risposta, si capisce, é che questo orologio non misura il tempo terreno, ma il tempo dell'anima. Il tempo della redenzione e della condanna. Per l'anima, ogni minuto é quello che precede il giudizio. Il giudizio, amici! Se doveste perire nei prossimi sessanta secondi, volete fosse soffrire in eterno tra i soffocanti fumi riservati agli idolatri?"

"Quanti schiamazzi in paese, stasera" disse qualcuno dall'ombra. Gli spettatori scoppiarono a ridere. Frex si voltó a guardare. Da una porticina sopra di lui era comparso il fantoccio di un cagnolino che saltellava su una molla uggiolante, il pelo scuro e riccio. Il tono di voce era alto, le risate sempre piú fragorose. Il buoi calava, e ormai Frex faticava a riconoscere chi rideva e chi urlava di levarsi dai piedi.