Harry era ancora troppo giovane per essere finito in una situazione simile.
Aveva 16 anni e sapeva già come si tenesse in mano una pistola. E ancora più triste, era il fatto che sapesse dove e come mirare per eliminare definitivamente ogni ostacolo avesse incontrato.
Suo padre l'aveva portato alla sua prima rapina in una delle tante piccole banche di Downtown, un quartiere ricco di Detroit.
Stava andando tutto bene, quando un gruppo di giovani uomini apparve affianco a loro.
Des, come aveva incrociato lo sguardo di un ragazzo minuto dagli occhi blu limpidissimi, aveva imprecato iniziando ad intimargli di andarsene.
Questo si era limitato a guardarlo con aria di superiorità, sebbene avesse a malapena tre anni in più di Harry, il quale era rimasto immediatamente colpito dal suo coraggio, specialmente quando aveva scoperto che avesse proprio lui in mano il comando.
"Louis William Tomlinson. Da quando tuo padre è morto siete diventati ancora più scoccianti, almeno lui aveva capito di dovermi stare alla larga." Aveva ringhiato suo papà contro il ragazzo che non aveva battuto ciglio di fronte a quella frase velenosa.
Così aveva scoperto il suo nome, come aveva compreso la forza fisica e morale che possedeva. Al suo posto nel sentire nominare la morte di un parente vicino si sarebbe messo a piangere, Louis invece era quasi scoppiato a ridere, per nulla intimidito o toccato dalla spietatezza di Des.
Ma dopo nemmeno due minuti di discussione, una serie di spari nelle vicinanze li costrinsero a divertire la loro attenzione.
Il cuore Harry aveva cominciato a battere all'impazzata, mentre i suoi compagni si erano già mossi per fuggire. Ci provò infinite volte, ma non riusciva proprio a muovere le gambe. La paura l'aveva paralizzato, eppure credeva di essere stato addestrato in modo impeccabile per reagire anche nelle circostanze più terribili.
Fissava la punta delle proprie scarpe con gli occhi spalancati e offuscati dalle lacrime. Le dita delle mani gli tremavano contro le guance umide di pianto, tutto raggomitolato su sé stesso, in attesa che qualcosa di tragico lo investisse.
"Hey, ragazzino! Alzati, vieni!"
La voce del giovane dalle iridi chiare si fece strada nelle sue orecchie, per poi arrivargli al cervello e in un attimo la nebbia che l'aveva avvolto si dissolse.
Alzò gli occhi rossi su Louis a pochi passi di distanza, il quale aveva la mano tesa nella sua direzione. Harry lanciò uno sguardo dietro di sé, constatando che fossero rimasti completamente soli.
Gli fu ancora difficile reagire, ma grazie al suo aiuto riuscì a rimettersi in piedi.
"I-io... ho... non-" Singhiozzò il riccio arretrando tutto tremante, temendo fosse lì sul punto di tirare fuori un'arma per ucciderlo.
Ma stranamente il più grande gli porse di nuovo la mano destra. "Dobbiamo scappare." Sussurrò soltanto, usando un tono più calmo per convincerlo.
Harry non era per niente sicuro, eppure non aveva altra scelta. Annuì asciugandosi velocemente le lacrime con la manica della felpa nera e lo seguì.
Si fidò di una persona che aveva appena incontrato, che non conosceva e che soprattutto rappresentava un nemico.
Se suo padre l'avesse scoperto, non l'avrebbe più fatto uscire di casa. Aveva avuto solo qualche minuto prima la dimostrazione di quanto Des odiasse quel ragazzo e lui ora gli stava correndo dietro senza neanche rifletterci su.
"Da questa parte." Gridò Louis, tirandolo per un braccio.
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Criminal Blood // l.s.
FanfictionDALLA STORIA: Harry sarebbe fuggito lontano da chiunque, ma non da chi si rivelò essere l'identità misteriosa che si materializzò in quel momento, lì davanti a lui, ad un metro di distanza. "Tomlinson?" Soffiò il riccio, la gola improvvisamente asci...