Louis guidò Harry lungo delle scale secondarie, che servirono a farli entrare inosservati.
Eppure nel condominio regnava un silenzio inquietante, cosa che non li rendeva per nulla tranquilli anche se avrebbe potuto indicare ai ragazzi che non era ancora arrivato il gruppo di Harry. Il riccio lanciò uno sguardo preoccupato al ragazzo vicino a lui, il quale rafforzò la presa sulle loro mani intrecciate e sudate dall'ansia in un vano tentativo di rassicurarlo ed infondergli coraggio.
Compresero solamente un istante dopo che avevano avuto il giusto presentimento, quando all'improvviso sentirono l'esplosione di uno sparo ferire l'aria e un trambusto di voci accaldate e urla a seguirlo.
A quel punto si precipitarono subito dentro l'appartamento, senza più importarsene di farsi notare. Entrando nella zona giorno, da dove proveniva tutto quel casino fatto di pistole alzate e sguardi irati, la prima cosa che videro fu un corpo steso a terra circondato da un'enorme pozza di sangue.
Ad entrambi si raggelò il sangue, i primi secondi rimansero con il fiato sospeso ed il cuore a mille, momenti di totale panico in quanto non avevano ben chiara l'identità della persona in questione, molto probabilmente morta.
Gli uomini davanti a loro non si erano ancora accorti della loro presenza, forse perché a malapena riuscivano a respirare tanto erano sconvolti. Forse erano arrivati davvero troppo tardi.
Harry fece guizzare velocemente lo sguardo nella stanza, non gli sembrò che mancasse all'appello qualcuno del suo gruppo. Ma ora che guardava meglio, c'era una persona che-
Trovò il coraggio di abbassare gli occhi sul corpo privo di vita e riconobbe subito quel paio di scarponcini neri. Suo padre li indossava ogni giorno da almeno tre anni.
Fu strano quello che provò a quella realizzazione. Per un attimo non sentí nulla, oltre al proprio respiro affannato e al cuore scalpitante nel petto. Non sentiva più neanche la mano di Louis nella sua, non sapeva dire se nel frattempo avesse mollato la presa o meno. Vedeva tutto sfocato, come se si trovasse in un incubo ed il suo cervello non riuscisse a registrare quello che lo circondava. Tutto attorno a lui era diventato improvvisamente silenzioso, tutto si muoveva a rilento come se qualcuno avesse stoppato la scena di un film. Eppure quella era la realtà. Suo padre era morto.
Passarono altri secondi o minuti di vuoto più totale. La sua mente cercava di metabolizzare l'accaduto e provava a dargli l'impluso di reagire, ma riusciva solamente a fissare immobilizzato il tessuto dei jeans dell'uomo inzupparsi di sangue e acquisire un malsano colore viola scuro.
Passava il tempo e continuava a non provare alcuna emozione a quella vista.
Riprese il contatto con il proprio corpo soltanto quando con la coda dell'occhio scorse Louis trasalire prima di vederlo correre in mezzo alla scena che improvvisamente si fece nitida davanti a sé. In un secondo i suoi sensi tornarono a funzionare.
Si sentì quasi mancare quando mise a fuoco l'immagine e lo vide pararsi di fronte ad un ragazzo moro che fino ad un attimo prima aveva la pistola di Liam puntata contro. Ora mirava al petto di Louis con determinazione.
Harry conosceva Liam, non aveva mai esitato per premere il grilletto. Se doveva sparare ed uccidere qualcuno, lo faceva senza alcun ripensamento. E l'avrebbe fatto, era una questione di secondi e avrebbe visto il corpo di Louis cadere a terra senza vita.
"Fermo! Liam non farlo cazzo!"
Si rese conto di averlo gridato perché l'aveva fatto con tutta l'aria che aveva in corpo e ora gli bruciava la gola insieme agli occhi. Non ebbe bisogno di pensarci oltre, si precipititò davanti a Louis facendogli da scudo umano.
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Criminal Blood // l.s.
Hayran KurguDALLA STORIA: Harry sarebbe fuggito lontano da chiunque, ma non da chi si rivelò essere l'identità misteriosa che si materializzò in quel momento, lì davanti a lui, ad un metro di distanza. "Tomlinson?" Soffiò il riccio, la gola improvvisamente asci...