Louis raggiunse il suo appartamento nel giro di mezz'ora. Ci aveva messo un po' a capire dove Harry l'aveva lasciato, ma si era presto orientato per le strade della sua città natale, nella quale avrebbe vissuto quasi certamente per il resto della vita. D'altronde non conosceva una realtà differente da quella e non ne voleva sapere nulla, stava benissimo dov'era.
Come mise piede nell'ingresso silenzioso al pari di un'ombra, prese un respiro profondo. Il familiare odore di tabacco che aveva impregnato persino i muri, venne accolto nei suoi polmoni con gioia. Quello era profumo di casa. Si tolse la giacca di jeans e la gettò sul divano, dopo aver recuperato il cellulare dalla tasca. Sbloccò lo schermo per notare 11 messaggi da parte di Zayn, il suo migliore amico, nonché membro del suo gruppo criminale. Non ne lesse neanche uno, limitandosi a rispondergli con un breve: Sto bene, sono a casa.
In seguito abbandonò pure il telefono e si incamminò verso la cucina, aprendo il frigo in cerca di una birra. La stappò e ne bevve quasi metà in un solo sorso, emettendo un sospiro allietato. Ora che non c'era più l'aria gelida a ghiacciargli i pensieri, si ritrovò a ripercorrere mentalmente i fatti della serata.
Come sempre andava tutto alla grande finché non spuntava quella maledetta testa riccioluta, quel ragazzino impertinente che credeva di avere il mondo ai propri piedi. E poi, chi si credeva di essere? Un eroe, perché l'aveva salvato dai cattivi? Poteva arrangiarsi anche da solo ma Harry aveva insistito facendogli perdere tempo e distacco dalle guardie, così non aveva avuto altra scelta se non salire in quella dannata macchina.
Ed aveva avuto perfino il coraggio di dirgli che glielo doveva. Ridicolo, si aspettava di più da lui. Immaginava fosse maturato dall'ultima volta, ma era rimasto lo stesso ragazzino spaesato cresciuto troppo in fretta. Lo stesso che aveva aiutato cinque anni prima soltanto perché gli aveva ricordato sé stesso in trappola, ancora troppo giovane ed innocuo per odiarlo davvero. Poi però... no, non si sarebbe ancora fatto influenzare da quei pensieri.
Adesso invece avrebbe fatto ogni cosa per stargli lontano. Gli Styles e i Tomlinson dovevano evitarsi per il loro bene.
Infatti una sensazione fastidiosa si insinuò nel suo stomaco e non lo mollò per tutta la notte e il giorno successivo.
Maledetto Harry. Maledetti Styles.
***
Harry non credeva nel destino o nel karma, né tantomeno che esistesse un Dio da qualche parte. Ma quando solamente una settimana dopo, i suoi occhi vennero a scontrarsi con quelli azzurri inconfondibili di Louis, pensò che qualcosa o qualcuno volesse punirlo.
Tutto era cominciato a tarda mattinata, quando alle 11 spaccate Nick aveva bussato alla sua porta, mormorando qualcosa che non aveva capito ma era bastato a svegliarlo. Si era vestito in fretta, felpa nera e skinny jeans del medesimo colore, tanto per cambiare, e aveva raggiunto il suo gruppo in soggiorno. Erano già tutti seduti attorno al tavolo ad attenderlo, eccetto Niall che stava preparando la colazione, o meglio il brunch. Si fece portare subito una tazza di caffè senza zucchero, cominciando a sorseggiarla per liberarsi del sonno.
"Allora, oggi non è un gran giorno come già sapete." Iniziò Jeff, seduto alla sua sinistra. "Aaron aspetta 2kg di cocaina al solito posto e ci penso io insieme a Jack. Nick e Niall andranno a recuperare la consegna d'armi sempre lì, io rimango a casa a sistemare i conti e tu Harry, dovresti passare da Jenny per quei soldi che ci deve, ma non prima di mezzanotte per via del suo turno, se vuoi Liam può accompagnarti."
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Criminal Blood // l.s.
FanfictionDALLA STORIA: Harry sarebbe fuggito lontano da chiunque, ma non da chi si rivelò essere l'identità misteriosa che si materializzò in quel momento, lì davanti a lui, ad un metro di distanza. "Tomlinson?" Soffiò il riccio, la gola improvvisamente asci...