Sguardi fugaci e arti amputati

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"Oggi il nostro caro Ashton ha portato un amico" quasi urlò Patrick.

Presi dei biscotti ed un bicchiere di limonata, e mi andai a sedere accanto ad Abigail, la ragazza con il cancro alle ovaie. Notai con la coda dell'occhio un ragazzo fissarmi. E tra le tante cose, odio essere fissata. Ero abbastanza sicura di non averlo mai visto prima. Alto, muscoloso, e con un sorrisetto stampato in faccia.

La sua postura. Dio, la sua postura era cosí sbagliata.

Continuava a fissarmi. Mi lusingavano le sue attenzioni, ma in quel momento il mio stato era decisamente penoso. Portavo una t-shirt arancione con un'evidente macchia di limonata, che Dorian mi aveva versato addosso pochi minuti prima. Per non parlare dei miei capelli. Nonostante avessi smesso la chemio, e dunque i capelli erano decisamente lunghi, in quel momento avrei preferito essere calva. Avevo un rovo di more in testa, letteralmente.

"Bella figura" dissi tra me e me.

Patrick esordí con "Ragazzi, lui é Luke, Luke Hemmings. Luke raccontaci la tua storia".

Il ragazzo, che precedentemente mi stava fissando, si alzó barcollando e si presentó

"Luke Hemmings, ho diciott'anni. Ho avuto un lieve osteosarcoma un anno e mezzo fa, ma oggi sono qui su richiesta di Ashton".

E Patrick "Come ti senti ragazzo?", " Oh, a meraviglia" disse Luke Hemmings.

Il resto della giornata passó con le solite strozzate da poveri ragazzi colpiti dal tumore.

Il ragazzo rimase a fissarmi senza contegno. Decisi di mettere da parte la mia pudicizia per fino darmi con gli occhi nella sua direzione. Lo guardai in segno di sfida.

Mi guardò anche lui, e dopo dei secondi interminabili abbassò lo sguardo.

Beth 1, Luke Hemmings 0.

Alla fine ci siamo presi tutti per mano, e Patrick ci ha guidato in preghiera.

" Preghiamo per Martha, Sharon, Harry, Gabriel, Johnny, Emma..." la lista era veramente lunga per potersela ricordare a memoria, e Patrick lo sapeva bene, dunque ad un certo punto tirò fuori un foglio dalla tasca. Era l'elenco completo delle vittime del signor Cancro.

E mentre Patrick annaspava ormai stanco dell'elencare, io immaginavo il mio nome in quella lista stropicciata, all'ultimo posto, dove nessuno ormai si sarebbe accorto della tua presenza.

Decisi di prendere l'ascensore. In realtà non ero stanca, solo pigra di salire le scale.

Quando usciì dall'ascensore andai a sbattere contro una torre. Era Luke Hemmings.

Mi sorrise e mi seguì verso l'uscita.

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Ciao amici lettori, come avrete notato riprendo molto da the fault in out stars.

Vedrete dei colpi di scena nei prossimi capitoli.

A presto,

Monica

Une saison  en enferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora