Capitolo 10

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Offen è esattamente come nei miei sogni: occhi totalmente bianchi e privi di iridi, denti aguzzi, mani con unghie taglienti come lame e un corpo massiccio coperto da un mantello scuro. Sarà alto almeno due metri e somiglia più a un animale che a un essere umano. È spaventoso.

La paura mi impedisce di muovermi e di pensare lucidamente, riesco solo a fissare quello sguardo vacuo che mi scruta a sua volta, con fare inespressivo e cattivo allo stesso tempo.

La mia mente si svuota completamente, lasciando spazio solo all'angoscia che si impossessa di me, che mi si appiccica addosso come una seconda pelle. Sono in trappola, mi sento ancora come se fossi quella bambina indifesa che guarda un essere terrificante e che prega che lui non la uccida, cosa che molto probabilmente succederebbe, se non ci fosse Steve qui con me, che si avventa sul mostro prima che possa raggiungermi.

Il Capitano atterra l'enorme creatura e inizia a colpirla con i suoi pugni di ferro, ma nonostante la sua forza sovrumana, Steve sembra un bambino che lotta contro un gigante. Infatti, dopo i primi colpi, Offen lo blocca, afferrandogli le mani e stritolandole in una morsa, per poi scrollarselo di dosso, come si fa con un insetto fastidioso, scaraventandolo contro il muro.

Steve si rialza immediatamente e torna alla carica. I due lottano per secondi interminabili, uno schivando i colpi dell'altro. Mi si gela il sangue nelle vene, ogni volta che le mani viscide e taglienti del figlio di Danorum sfiorano il bellissimo volto del Capitano; vorrei che avesse il suo scudo per proteggersi, perchè il suo avversario è troppo forte persino per uno come lui che, nonostante stia usando tutta la sua forza sovrumana per contrastarlo, sembra non abbia alcuna possibilità di vincita.

A un certo punto, Steve riesce a spingerlo contro il muro e a quel punto il nemico estrae, dal lungo mantello nero che lo ricopre, un pugnale affilato. Dopo aver eluso svariati affondi, il Capitano riesce a bloccargli un braccio e, con un calcio, a togliergli dalle mani l'arma mortale; nonostante l'abbia scampata, la situazione è disperata e sembra che anche il mio Vendicatore abbia capito di non avere chance, perchè, mentre sale sulla schiena di Offen, cercando di accecarlo, mi urla di scappare.

"Via di qui, Blue. Scappa!" mi dice con la voce tirata per lo sforzo.

Ancora a terra, resto interdetta per qualche secondo, incapace di fare ciò che mi è stato chiesto. L'orrendo alieno indietreggia fino a schiacciare Steve contro il muro e poi lo acciuffa per le braccia, così da levarselo dalla schiena, come se fosse uno zaino leggero e non un supereroe potenziato.

Lui si ribella, ma non c'è modo di contrastare questo essere così nerboruto, infatti, con pochi gesti veloci e ineluttabili, Offen sbatte a terra il mio protettore, poi lo solleva di peso e lo scaglia contro il tavolino di cristallo che c'è al centro della stanza, mandandolo in frantumi.

Steve si lamenta per la botta e resta a terra, ferito e senza più energie; il suo aguzzino approfitta di questo momento di debolezza e lo raggiunge, preparandosi a trafiggerlo con i suoi artigli.

Devo assolutamente fare qualcosa, mi desto dal mio stato di trance, mi alzo come un fulmine, afferro l'unica cosa che trovo, l'asta che si usa per appendere i vestiti nell'armadio e colpisco l'extraterrestre dritto nella schiena, con tutta la forza che ho.

È stato come cercare di infilzare un muro di cemento con uno stecchino. La pelle dura della creatura ha invalidato il mio tentativo; l'ho solo scalfito, anzi, credo di averlo fatto infuriare ancora di più. Ora, la sua attenzione è di nuovo su di me, che retrocedo, consapevole di non avere scampo.

In un battito di ciglia mi ritrovo le sue mani sul collo; le sue dita, scheletriche ma ferree, fanno pressione sulle mie vie respiratorie, facendomi boccheggiare. I miei piedi non toccano più terra perché il mio mostro mi ha issato dal pavimento per poter portare il mio viso vicino al suo. A nulla servono i miei tentativi di liberarmi, la mancanza d'aria li rende ancor più flebili e vani.

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