Quella sera stessa decisi che non sarei andata a scuola, il giorno dopo.
Pensai a tutto ciò che sarebbe potuto succedere e a quel ragazzo che mi avrebbe seguita, o forse mi avrebbe semplicemente trovata e spaventata, ed io tremavo già alla sola idea di trovarmelo difronte.
La sua pistola mi spaventava, ogni cosa mi spaventava: i suoi occhi marroni e cupi, come freccette diritte al centro del bersaglio, le sue mani tatuate ed incredibilmente meschine che avevano immobilizzato il mio corpo senza neppur dovermi sfiorare con un dito.
Non avevo mai vissuto una situazione del genere addosso, in prima persona.
Avevo sempre lasciato quelle circostanze ai migliori film horror di John Carpenter.
Onestamente penso che nessuno al mondo abbia mai vissuto un'esperienza come quella, a dire il vero, soprattutto se a questo punto decidessi di arrivare all'ultimo capitolo e svelare le strane vicende che la seguirono.
Ma tuttavia è per questo che ho deciso di raccontarvi la mia storia.
La mia e quella di un criminale.
Mi chiedevo spesso perché quella notte aprii involontariamente la porta ad un ladro, lasciando che si introducesse nel mio appartamento e mi rendesse la più comune vittima di un film di Hollywood.
Nessuno l'avrebbe mai fatto e, ripensandoci, probabilmente nemmeno la sottoscritta.
Ma forse era semplicemente quello il mio destino e, se vogliamo metterla così, forse nessuno è in grado di fuggire via da ciò che il futuro gli riserva.
Quella sera presi il telefono e chiamai Faith.
Non mi importava dell'ora, si sarebbe svegliata, dovevo parlare con qualcuno.Uno squillo, due squilli...e finalmente la sua voce assonnata si fece avanti.
'Che c'è...?' Biascicò, lasciandomi alzare un sopracciglio.
E no, lasciatemi dire che non sembrava affatto assonnata, a dire il vero.
Sembrava più che altro essere seccata.'Faith!' Gridai facendo un sospiro di sollievo.
'Elizabeth, cosa fiavolo vuoi a quest-quest'ora', si bloccò.
Capii subito di aver interrotto qualcosa.
'Uhm, ho chiamato nel momento sbagliato, giusto?' Osai, stringendo i denti e sentendomi in imbarazzo per lei.
'Diciamo di no...' si lamentò lei.
'Faith, devo assolutamente parlarti', dissi velocemente, ignorando ogni suo probabile spasimante presente ad origliare quella conversazione direttamente dal suo letto.
'Qualunque cosa stai facendo, anche se sopra di te c'è l'uomo della tua vita, devi fermarti ed ascoltarmi, va bene?'E non appena finii di dire il tutto con così tanta ansia da farmi mancare l'aria, mi azzittii, aspettando una risposta.
'Faith?' La richiamai.
'Josh, aspetta, no, aspetta non ho chiuso...' di risposta udii soltanto la sua voce smorzata, mentre col fiato corto parlava con qualcuno che non ero affatto io.
E dopo un paio di secondi il suono di chiusura.
Nient'altro.
E vi sorprenderete se vi dirò che è anche la mia migliore amica.Faith era un tipo completamente immerso nel suo mondo.
I maschi non le mancavano, il sesso era al centro dei suoi interessi e dei suoi passatempi serali; aveva i capelli rossi di natura, perciò tendenti all'arancio.
Le lentiggini, gli occhi verdi e qualunque altra cosa perfettamente sintonia sul suo volto...
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Storia di un ladro - ZAYN
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