Progolo

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Il venticello di quel pomeriggio scompigliava i miei capelli chiari e danzava con i Papaveri che formavano un soffice ed immenso tappeto tutto intorno alla mia piccola figura. Era il primo giorno di primavera e io non potevo essere più felice perché era anche il giorno del mio nono compleanno. La mamma mi aveva lasciato giocare più del solito nell'immenso prato che circondava la nostra casa e che si estendeva fino al punto in cui terra e cielo si toccano. Mamma diceva che quello si chiamava orizzonte ed era la casa del sole in quale, dopo una giornata passata nel cielo, aveva bisogno di dormire e di riposarsi per tornare a splendere il giorno dopo. Un giorno avrei voluto raggiungere l'orizzonte così avrei potuto finalmente incontrare il sole.

Ero distesa nell'erba e tenevo gli occhi chiusi per ascoltare meglio il rumore dei fiori che si agitavano al passaggio del vento ed assaporare il loro profumo che inebriava le mie narici.

Uno scroscio più forte catturó la mia attenzione e mi risveglió dal mio stato di trance facendomi così aprire gli occhi. Mi drizzai a sedere e mi trovai davanti una donna bellissima: aveva i capelli biondi e lunghi proprio come i miei, intrecciati con dei piccoli fiorellini bianchi. Gli occhi, anche loro molto simili ai miei, ricordavano il cielo limpido come quello di quel giorno. Aveva un lungo vestito bianco e sembrava una principessa.

<<Come ti chiami piccolina? >> mi chiese con una voce soave e dolce.

<<Kora>> risposi timidamente.

<<È un nome bellissimo>> sorrise la donna.

<<Grazie>> risposi sorridendo a mia volta.

<<È arrivata la primavera finalmente, sei contenta? >> mi domandó.

<<Si, anche perché oggi è il mio compleanno>> dissi tutta fiera.

La donna mi fissó intensamente con uno sguardo che infondeva conforto e protezione. Rimasi come ipotizzata e venni pervasa da una sensazione di benessere e di felicità. Ad un tratto la donna interruppe il contatto visivo, portò le mani sul piccolo ciondolo che aveva appeso al collo e me lo porse.

<<Tieni, siccome è il tuo compleanno è bene che ti faccia un regalo allora>> lo rigirai tra le mani e lo ammirai meravigliata; era veramente bellissimo: il ciondolo raffigurava un Papavero d'argento il quale, al posto del bocciolo, aveva incastonato un diamante. <<Sono sicura che quando diventerai grande sarai una donna forte proprio come questi Papaveri che nonostante la loro fragilità, non si piegano al volere del vento e combattono con tutte le loro forze per preservare la loro integrità>> rimasi incantata dalle sue parole e decisi di accettare quel meraviglioso dono. Me lo infilai al collo e ammirai ancora per pochi istanti il gioiello, ma quando rialzai lo sguardo, della donna non c'era più nessuna traccia. Istintivamente strinsi il ciondolo tra le manine e chiusi gli occhi ripensando a quel viso angelico tanto simile al mio.
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Ciao, spero che vi piaccia anche se non è un granché come inizio😅 Mi scuso per eventuali errori
A presto
Maria😊 

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