•When in Summer—Aidan•Si porta le mani agli occhi e geme forte, sofferente, mentre si piega in avanti e cerca di contenere il proprio stomaco. Prende un respiro profondo e si impone di non scrollarsi dal tocco gentile di Zayn, ancora una volta al suo fianco e intento a sorreggerlo. Qualcuno, sicuramente James, sposta una sedia e Louis si ritrova al sicuro, senza più vertigini ma con la testa che sembra sul punto di esplodere da un momento all'altro.
«Okay, respira, Aidan. Stai andando alla grande» lo incoraggia Zayn, inginocchiandosi davanti a lui. Gli scosta leggermente le mani dal volto e gli porge un bicchiere d'acqua che Louis accetta volentieri.
Sorseggia il liquido trasparente con calma apparente, mentre le mani tremano; si impone di non trangugiarlo nonostante la gola secca e la bocca impastata, poi ringrazia tutti con un cenno. Sospira pesantemente e si sistema contro lo schienale della sedia, reclinando il capo all'indietro. Con le ultime forze che sente essergli rimaste, si costringe a sollevare l'angolo delle labbra in un mezzo sorriso.
«Un'ora, dunque?»
Zayn è quello che sorride ampiamente; è soddisfatto, non si preoccupa nemmeno di nasconderlo. È orgoglioso dei progressi del nuovo arrivato. I traguardi che ha raggiunto Louis in quei tre mesi sono maggiori rispetto a quelli che Edward e James hanno raggiunto in tre anni e non riesce a spiegarselo.
«Un'ora, esatto. Abbiamo guadagnato un'ora in più per salvare vite.»
A quella conferma, Louis si lascia andare a una risata stanca ma felice. Gli viene quasi da piangere, e forse lo fa anche, perché subito dopo si ritrova avvolto da due paia di braccia e circondato da risa affettuose, forse un po' di scherno.
«È una bella sensazione, vero?» domanda Edward, con il suo accento irlandese e il sorriso di chi la sa lunga stampato sul volto pallido. I suoi occhi sono leggermente più scuri; ricordano un lago, forse il mare, non più il cielo. Louis ha imparato che quello sguardo lo assume solo quando si concede di perdersi per qualche istante in ricordi lontani, ricordi di un passato che non gli è dato conoscere.
«Magnifica» lo corregge. «Ma ora voglio arrivare a due ore.»
Louis cerca di alzarsi in piedi, ma le vertigini prendono il sopravvento e per poco non rovina a terra come una pera matura; per fortuna ci sono James e Zayn al suo fianco pronti ad afferrarlo e a risistemarlo sulla sedia con delicatezza, altrimenti finirebbe con il cranio aperto in due, conoscendo la sua fortuna.
«Per il momento è sufficiente, Aidan» interviene Zayn, ridendo bonariamente. «Prima di alzare la soglia, serve che tu e gli altri impariate a coordinarvi. Se doveste riuscire, potrebbe non esserci bisogno di andare oltre.»
Louis geme, passandosi i polpastrelli sulle palpebre chiuse, dopodiché sospira pesantemente.
«D'accordo» borbotta. «Quando iniziamo?»
Riesce a percepire James, Edward e Zayn scambiarsi un'occhiata eloquente, lunga e forse incredula, perché altrimenti non saprebbe come altro spiegare quella risata sorpresa che segue subito dopo.
«Quando avrai ripreso le forze, gioia.» Zayn gli lascia una pacca sulla spalla, ignorando il leggero rossore sulle guance del suo nuovo apprendista, dopodiché fa un cenno a James, il quale provvede a passare una mano attorno alla vita di Louis per sostenerlo nel momento in cui si alza in piedi.
«Ora a casa, tutti voi. Ci vediamo per cena» li esorta Zayn, indicando con un cenno del capo la porta dell'ufficio. Sorride appena, avvicinandosi alla propria scrivania e mettendo mano a uno dei soliti plichi di documenti a cui si dedica a fine giornata. Sono i nuovi rapporti sulla banda che stanno cercando, ma non se la sente di dirlo ai ragazzi; significherebbe rimetterli al lavoro dopo una mattinata spesa ad allenarsi fino allo sfinimento e non lo meritano. Anche se ci sono nuovi indizi, anche se avrebbe bisogno di James e di insegnargli nuovi trucchi, anche se avrebbe bisogno di spiegare a Edward i nuovi codici e mostrargli le nuove piantine, sceglie di lasciarli andare. Possono aspettare fino a domani.
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Shine your light down on me || l.s
FanficLouis si sente un ladro nei panni che è costretto a vestire ora, ma non ha ancora avuto il coraggio di confessarlo a nessuno. Forse è una sensazione passeggera, nulla di cui debba davvero preoccuparsi. Per il momento. «Aidan.» Sussurra quel nome in...