The ContracT

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giorno 1
Hyde aprì la porta cigolante verniciata di nero facendo suonare una piccola campanella arrugginita e impolverata che cadde a terra appena la porta si richiuse dietro di noi.
Sobbalzai.
All'interno l'edificio me lo aspettavo senz'altro diverso, c'era una saletta d'attesa poco illuminata con una scrivania in ferro, dotata di campanello simile a quelli che si trovano alla reception degli hotel e al muro un mobile da ufficio diviso in cassetti etichettati per lettera; la stanzetta comprendeva anche cinque o sei sedie e un tavolino con appoggiati sopra, da chissà quanto tempo, visto lo strato di polvere, dei giornali che risalivano a una cinquantina di anni fa.
Hyde guardò la campanella dell'ingresso a terra e sospirando suonò insistentemente il campanello sulla scrivania; dopo un paio di minuti dalla porta accanto alla scrivania venne fuori un uomo vecchio che per camminare usava un bastone da passeggio dall'aria piuttosto costosa, con decorazioni floreali in argento; non avrei saputo dargli un'età ma senz'altro era molto vecchio, aveva le lenti degli occhiali talmente spesse che sembravano due fondi di bottiglia e il colorito della sua pelle era tendente al verde, come se avesse mangiato qualcosa che gli aveva fatto male.
Camminava a passettini, trascinando i piedi, ma quando tirò su la testa per vedere chi aveva suonato, il suo viso pieno di rughe si illuminò; "Hyde! Non pensavo tu venire più a trovare me! E vedo che avere anche ospite, immagino per contratto giusto!?" Disse il vecchietto con un accento tedesco molto marcato.
"Anche io sono felice di vederti Victor! Capisci sempre tutto al volo eh! A parte questo, tutto bene tu e Mina?" Chiese Hyde appoggiandosi alla scrivania; " tutto bene devo dire, ma immagino tu venire qui per questioni burocratiche e non per visita di cortesia!" Disse Victor avvicinandosi a me e scrutandomi da dietro quei fondi di bottiglia che si ritrovava come occhiali.
"Piacere di conoscerla!" Dissi facendo un leggero inchino, "Che strano modo di salutare hai, ma immagino che anche se chiedessi da dove proviene non sapresti rispondere; ad ogni modo poco importa, è grande piacere anche per me, io sono Victor il direttore di questo postaccio"; Victor mi invitò a non sostare sulla soglia dell'ingresso e mi fece accomodare davanti ad uno di quei vecchi ascensori a grate con le porte che si aprivano a spinta, "Victor le ho già spiegato le formalità, spiegale solo come funziona il contratto e facciamola finita in fretta, ho un sacco di cose da farle fare dopo che uno di quei miserabili le avrà dato un nuovo nome!" Sbuffò Hyde guardando le carte appoggiate sopra la scrivania, "impaziente come sempre sei! Quei fascicoli che guardi della tua firma avere bisogno, quindi anche tu avere da fare!" Disse Victor ridacchiando, Hyde si mise alla scrivania soffiando via la polvere dai fogli, sbuffando e borbottando mentre Victor spingeva insistentemente il pulsante per chiamare l'ascensore.
"Allora signorina, io spiegare te come funziona qui; arrivata a piano zero dell'edificio troverai prima porta con lettera " E ", all'interno troverai prima classe di demoni rinchiusi nelle celle, solo superata la prima stanza troverai successive con altre lettere; lettere vanno dalla " E" alla "B" dove B è classe più forte, perché in grado di possessioni su esseri umani, loro aspetto più simile al nostro,ma tu non fare ingannare da loro, sono molto bravi in questo; quelli di lettere più basse, C, D e E sono più simili a mostri e meno potenti; il contratto funziona come imprinting, capirai qual'é quello giusto quando ci parlerai, e non aver paura, loro chiusi nelle gabbie, solo con tuo contratto loro possono uscire dalla cella; e una volta stretto il patto è come avergli messo museruola, non potranno far male a nessuno, senza un tuo comando; tutto chiaro?";
mentre Victor mi chiedeva se avessi capito tutto, io guardavo l'inquietante ascensore che stava salendo di piano in piano producendo un poco rassicurante cigolio, e mentre l'ascensore saliva mi venne un dubbio, "Signor Victor, mi scusi ma se le classi dei demoni vanno dalla lettera E alla B, alla lettera A che tipo di demoni sono rinchiusi?" quando posi quella domanda Hyde sbatté le mani sul tavolo guardando Victor con uno sguardo strano, i suoi occhi si fecero più gialli del solito e per qualche secondo rimanemmo tutti e tre in silenzio, Victor a quel punto con voce quasi intimorita rispose freddamente: " a lettera A nessuno c'è, porta è sigillata e chiusa a chiave con lucchetto e sigillo antico! Nessuno può aprire ora!".
L'ascensore arrivò al nostro piano, Victor e Hyde mi guardarono entrare in quel ascensore arrugginito rassicurandomi che mi avrebbero aspetto lì, Victor chiuse la grata e la porta e mi augurò buona fortuna rapidamente, quasi non volesse darmi altre spiegazioni; feci un respiro profondo, l'ascensore puzzava si muffa e ai lati ci cresceva del muschio, i tasti erano consumati e la lampadina che illuminava l'interno sfarfallava; presi coraggio e premetti il tasto "0".
L'ascensore sembrava non arrivare mai, continuava a scendere e non sapevo da quanto tempo ero chiusa lì dentro pregando che non si bloccasse; finalmente sentii un suono di una campanella e l'ascensore si fermò.
Aprii la porta e la grata, l'ascensore si era fermato di fronte ad una porta in acciaio, che come aveva detto Victor era segnata con la lettera E; girai la maniglia e da silenzio iniziale che era si cominciarono a sentire urla e lamenti, i demoni che si trovavano in questo settore non avevano nulla che assomigliasse ad un umano e non credo neanche fossero in grado di capire dove si trovassero, urlavano frasi incomprensibili , digrignavano i denti e sbattevano i loro corpi contro le sbarre provocandosi orribili lacerazioni; corsi velocemente verso la porta con incisa la lettera "D"e la aprii chiudendomi alle spalle la sezione E; la situazione non cambiava di molto e finii per arrivare fino alla sezione "C" dove all'interno si trovavano dei demoni con corpi in parte umani e in parte bestie.
Girai all'interno della sezione C per una decina di minuti con demoni che allungavano le braccia per riuscire a toccarmi, ma comunque non riuscì a sentire nulla; decisi di aprire la sezione B.
All'interno di questa sezione i demoni erano più tranquilli ,quelli all'interno delle celle sembravano persone normali; anche questi allungavano le mani cercando di toccarmi e implorandomi di farli uscire, stavo per avvicinarmi ad una delle celle quando ad un tratto ci fu silenzio.

I demoni si allontanarono rapidamente dalle gabbie addossandosi al muro intimoriti da qualcosa, si sentii un fruscio provenire dal fondo della stanza e la corrente d'aria proveniente dalle stanze precedenti sembrava volesse spingermi sul fondo della stanza.
Nel silenzio si sentii un lamento "...aiutami";
mi avvicinai al fondo della stanza "Chi è?" chiesi rivolta al fondo non illuminato; i demoni continuavano a rimanere in silenzio, sembrava che ci fossi solo io all'interno di quell'ala, nessuno mi rispondeva.
Camminai mettendo le mani in avanti verso il fondo della stanza quando finalmente vidi da dove proveniva il lamento.
Sul fondo della stanza c'era quella che una volta doveva essere una porta, non aveva serratura ne maniglia e probabilmente qualcuno aveva tentato di sigillarla con una fiamma ossidrica; dovevano essere passati decenni perché ora la porta era completamente arrugginita, sembrava che si fosse sciolta a causa di qualche acido o per il troppo caldo; su tutto lo stipite della porta c'erano delle strane  incisioni scritte in una lingua incomprensibile a causa della ruggine.
Non era indicata nessuna lettera, però più rimanevo vicino a quella porta più il mio cuore sobbalzava e sentivo dei brividi corrermi lungo la schiena.
Continuavo a sentire quel lamento che proveniva da oltre la parete arrugginita e a quel punto non so cosa mi prese ma provai a passare oltre quella porta come se ne valesse della mia vita e dopo quattro o cinque spallate, si aprì un passaggio.

La stanza in cui entrai era buia e con un soffitto di cui non riuscivo a vedere la fine, sul muro c'era una piccola fessura che lasciava entrare uno spiraglio di luce che illuminava a mala pena l'unico detenuto rinchiuso in quella stanza.
La porta si richiuse da sola violentemente alle mie spalle, facendomi sobbalzare e la persona all'interno della cella rise per lo spavento che mi causò il fragore.
"Speravo che qualcuno che riuscisse a sentire la mia voce fosse meno cagasotto!" disse la figura poco illuminata spostandosi verso le sbarre, la sua voce era accompagnata da un suono metallico, un suono di catene trascinate a terra.
Pensavo che la persona nella cella fosse come i demoni della sezione B ma appena lo vidi avvicinandomi alla cella mi morsi la lingua per come stavo per rispondergli.

All'interno della cella non c'era quello che poteva sembrare un uomo, ma un ragazzo di non più di sedici anni, se non meno, era incatenato al muro a polsi, caviglie e collo , come fosse un cane, con una catena che gli permetteva dei movimenti limitati.
Mi inginocchiai vicino alla cella cercando di vederlo meglio, era un ragazzino di bell'aspetto con capelli neri e occhi che sembravano marroni, ma avvicinandomi mi resi conto che erano rossi, come il sangue, era stato evidentemente picchiato ed era rinchiuso in quel buco da chissà quanto tempo, i polsi e le caviglie erano scarnificati dove c'erano le catene e le sue unghie erano saltate vie, probabilmente nel tentativo di trovare una via d'uscita.

"Sei venuta a stringere un contratto ragazzina?" Disse quel moccioso appoggiando la testa alle sbarre della cella.
"Perché dovrei stringere un contratto con un moccioso arrogante e presuntuoso!? E poi come intenderesti proteggermi con quel fisico che ti ritrovi?" Risposi indispettita; ma la verità è che più ci parlavo più il mio cuore tremava e i brividi aumentavano, provavo una sensazione strana come se avessi già provato una sensazione simile, come se quella conversazione l'avessimo già avuta e stessi parlando con una persona che avevo già conosciuto. 

Con una mano, che riuscì a far uscire dalla cella a mala pena il ragazzo mi accarezzò i capelli rispondendomi : " non ti hanno insegnato a non giudicare dall'aspetto chi non conosci? Eppure sembri una signorina di buone maniere.... e comunque riesco a sentire il battito del tuo cuore che sta accelerando, se questa non è la prova evidente che la tua anima ha scelto me, non so cos'altro possa essere; ad ogni modo se non vuoi stringere un contratto con me potrei sempre decidere di divorarti, sai hai un buon profumo".
Mentre parlava aveva già una mano intorno al mio collo e effettivamente ripensandoci ora non sarei riuscita a dare nessun'altra spiegazione al fatto che il mio cuore battesse così forte in quella situazione; più quel ragazzino mi parlava più mi sentivo come se la mia mente stesse galleggiando nel vuoto, non riuscivo a pensare a nulla e alla fine credo che per la prima volta nella mia vita presi una decisione d'impulso.
"Io stringerò un patto con te, ma tu dovrai proteggermi a costo della tua vita, intesi!?" dissi allungandogli la mano per sigillare l'accordo ,sperando non mi mangiasse, il ragazzino all'interno della cella mi sorrise in modo inquietante e disse: " Io non ti tradirò mai, se il contratto non verrà rispettato la mia esistenza finirebbe.... ad ogni modo, chi ha mai parlato di una stretta di mano per sigillare un contratto!"; ritrassi la mano in velocità, pensavo volesse un patto di sangue ma quello che si prese per sigillare il contratto per me fu del tutto inaspettato; non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase chiedendogli, che cosa volesse, che venni presa per una ciocca di capelli e trascinata con il viso ancora più vicina alla cella; "Fa silenzio!" detto questo, con le catene che lo tiravano sempre più verso il muro e con le sbarre che gli limitavano la presa, per sigillare il contratto, mi baciò.

AriADove le storie prendono vita. Scoprilo ora