Non ripulii neanche la metà del tempio, riuscì a dare un aspetto decente mala pena a due stanze; Nobu non era ancora tornato ed Haru continuava a restare disteso sul pavimento a sonnecchiare, misi gli stacci usati in un angolo della stanza e mi sedetti vicino a lui.
Con le porte aperte sul cortile interno si poteva sentire una leggera brezza e il flebile rumore dell'acqua coperto dal canto insistente di quelle che sembravano cicale, il clima sembrava quello di una domenica pomeriggio d'Agosto.
Mi soffermai a guardare il viso rilassato di Haru, i capelli neri gli venivano spostati leggermente dal vento e i respiri profondi che faceva lo facevano apparire come un bambino che dopo aver giocato troppo si era finalmente addormentato, tutte le ferite che aveva in cella erano sparite; un petalo rosso entrato dalla finestra gli si posò sulla guancia, mi avvicinai con la massima cautela per toglierlo ma quando arrivai a pochi centimetri ritrassi la mano."Che sto facendo ?"
Per quanto ne avevo capito Haru non poteva uccidermi per via del contratto ma questo di sicuro non gli avrebbe impedito di staccarmi la mano, per cui decisi di non toccarlo e di restare per un altro po' a guardarlo dormire cercando di immaginare che tipo di persona fosse e cosa avesse fatto per finire in buco senza luce.
Mi toccai la schiena e sentii ancora quel bruciore fastidioso che avevo sentito al penitenziario, "Devo cercare uno specchio" dissi tra me e me alzandomi e andando verso un'altra ala del tempio, "Dove cavolo vai?" Haru mi fissava ancora disteso a braccia conserte sul pavimento, "Ah.. eri sveglio, cerco uno specchio" dissi aprendo la porta scorrevole del corridoio interno, "Lo specchio è in bagno, sempre se riesci a trovare il bagno!" Disse Haru girandosi su un fianco e ritornando a sonnecchiare.
uscii infastidita dalla stanza sbattendo i pannelli della porta scorrevole, non credevo che una persona riuscisse ad irritarmi tanto.Aprii una serie di stanze una più sporca dell'altra, addirittura in una la vegetazione aveva preso il sopravvento e aveva finito col ricoprirne l'intera superficie e gran parte del corridoio.
Finalmente aprii una stanza contornata da mattonelle a mosaico bianche e verdi con all'interno delle enormi vasche circolari coperte da lastre circolari in legno, all'interno doveva esserci dell'acqua termale a giudicare dall'odore di zolfo."Questo dev'essere il bagno".
Sul pavimento c'erano delle foglie filiformi simili ad alghe, sembrava quasi che la stanza fosse stata sommersa dal mare per un lungo periodo; cominciai a raccoglierle in mucchi per liberare la stanza e alla fine dopo un'oretta ero riuscita a farne sei pile alte tanto quanto me, lo specchio in parte arrugginito negli angoli occupava un'intera parete della stanza ed era appannato dal vapore.Ci passai sopra una mano, era ancora strano guardarmi allo specchio; mi tolsi la camicia imbrattata di polvere e sangue e finalmente lo vidi; l'enorme marchio scavato nella carne come un tatuaggio mi occupava l'intera schiena, andava dai fianchi fino all'inizio del collo con delle forme ben definite e regolari, guardai le vasche a cui avevo tolto il coperchio piene d'acqua, "di certo arrivati a questo punto un bagno in quest'acqua non mi ucciderà !" .
Passai una mano dentro la vasca, l'acqua era calda e nonostante il tempo sembrava pulita,
lasciai i vestiti a terra e mi immersi a poco a poco nell'acqua calda, più entravo più l'acqua nella vasca si riversava sul pavimento di legno scuro; una volta immersa completamente mi appoggiai al bordo provando ad immaginare come doveva essere questo tempio ai tempi in cui Haru era ancora una divinità, a giudicare dalla grandezza spropositata della casa doveva essere molto amato dagli esseri umani e gli ci sarà voluto sicuramente un gruppo numeroso di servitori per mantenerla." Davvero un peccato che sia stata lasciata in queste condizioni, mi ci vorrà almeno un mese per pulire tutto da sola, a quel Nobu di certo non ho intenzione di chiedere aiuto, che essere ambiguo".
Più rimanevo immersa nella vasca più la mia schiena sembrava beneficiarne, continuavo a sentire con le dita il solco nella schiena, toccarlo mi faceva sentire dei brividi lungo tutto il corpo, i vapori che uscivano dalla vasca avevano invaso l'intera stanza e cominciavo a sentire gli occhi che si chiudevano, ero davvero stanca.
Rimasi con il viso appoggiato al bordo della vasca e gli occhi chiusi per un po, si sentiva in lontananza il rumore del vento che passava fra le fronde dei pini e le canne di bambù.
La schiena continuava leggermente a bruciare provocandomi delle piccole fitte e la fuoriuscita di sangue che si dissolveva nell'acqua calda; mentre stavo per addormentarmi a bordo vasca, sentii il rumore frusciante dell'acqua come se qualcosa ci fosse caduto dentro, prima che potessi girarmi per dare un'occhiata venni stretta sotto il seno e spinta contro il bordo della vasca in modo che non mi potessi muovere.
Haru si era immerso nella vasca con tutti i vestiti; "Che stai facendo?" urlai cercando di divincolarmi; ad un tratto, senza dire nulla mi bloccò le braccia e appoggiando il viso alla mia schiena passò la lingua lungo i solchi della mia pelle fra le scapole.
Mi sarei dovuta divincolare, avrei dovuto gridare anche se dubito che qualcuno mi sarebbe venuta a salvare; ma non ci riuscii, la schiena mi bruciava ma allo stesso tempo avrei voluto che Haru continuasse, la testa mi scoppiava, sentivo il mio cuore nelle orecchie come se stesse per esplodere, senza accorgermene cominciai ad ansimare e all'improvviso non vidi più nulla.
Non so per quanto rimasi priva di sensi, ma quando ripresi conoscenza vedevo i decori in vetro del soffitto del bagno, ero distesa sul pavimento in legno coperta solo da un asciugamano, mi sentivo come quando ci si risveglia dopo aver fatto una nottata con la febbre a quaranta, affianco a me seduto sul pavimento con le gambe incrociate c'era Haru, scattai di colpo e mi allontanai il più possibile da quel tipo, cercando di coprirmi il più possibile con il minuscolo asciugamano.
"Sta lontano da me!" gli urlai appoggiandomi sempre di più allo specchio, "Piantala di urlare! Ti ho fatto un favore, se dobbiamo per forza convivere detesto vedere una mia proprietà danneggiata". disse Haru scocciato indicandomi la schiena, guardai parte del solco sulla schiena allo specchio e mi resi conto che era perfettamente rimarginato; ora sembrava solo un enorme tatuaggio e non sentivo più dolore.
"Ad ogni modo....."Haru mi si avvicinò di scatto, con una mano mi bloccò le braccia al muro sopra la testa e con l'altra mi tolse l'asciugamano, il pavimento era freddo e il suo viso era sempre più vicino, i suoi occhi erano di un rosso intenso e ora che era così vicino riuscivo a sentire il suo profumo e il suo respiro. Nonostante la situazione non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo viso, era sorprendentemente bello, quasi abbagliante, probabilmente era quello l'effetto che doveva fare una divinità ad un essere umano, avrei dovuto ribellarmi ma non riuscivo a fare nulla, riuscivo solo a continuare a fissare il suo viso. Haru mi strinse il collo "Tu ora sei una mia proprietà, sei solo un insignificante essere umano, e se non fosse per questo stupido marchio mi sarei già liberato di una seccatura come te! Sei qualcosa che per me non varrà mai niente! Rammentalo attentamente quando penserai di poter essere qualcosa di diverso. Quindi vedi di fare il bravo cagnolino in mia presenza o ti assicuro che per te questa convivenza forzata sarà più dolorosa del previsto."
Più la sua mano stringeva il mio collo più il suo marchio si illuminava provocandogli dolore, cosa che a quanto pare sopportava in silenzio. Le sue unghie conficcate nel collo mi fecero uscire del sangue, Haru come aveva fatto per il marchio sulla schiena lo tolse con la lingua, era imbarazzante e umiliante, sarei voluta sprofondare sotto tre metri di terra ma riuscivo solo ad ansimare ogni volta che sentivo il calore della sua lingua sulla mia pelle, quando finalmente lasciò la presa mi appoggiai al suo torace, non avevo più forze, mi sentivo scoppiare il cuore come se avessi fatto una maratona.
"Bravo cagnolino", Haru passò la mano tra i miei capelli, mi prese in braccio di peso e finalmente uscimmo dal bagno.
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AriA
FantasySe Hikari avesse accettato l'invito del professor Miller per quel caffè, rimandato troppe volte, ora forse non si ritroverebbe a contrattare la sua uscita dall'inferno e la salvezza della sua anima.