Cala il silenzio,
lentamente cala la notte
bagnata di vino e sangue
in simbiosi nei bicchieri
di un banchetto illuminato da candelabri,
deserto.
Le cicale intonano canzoni tetre
rimbombanti nel castello,
spezzate da una porta scricchiolante
e da una scala di legno di ciliegio
ormai troppo vecchia per reggere qualunque peso.
Non porta in nessun luogo,
lasciata al suo destino.
Non c'è anima viva,
solo fantasmi che vagano per le stanze.
Ombre del passato cercano di rapire
chiunque osi disturbare i loro silenzi eterni.
Un cimitero affianca il castello,
una luce al di la del cancello
ed una strada sdruccevole fa da cornice
alla via di fuga dalla trappola e da ragnatele
abilmente tessute dai ragni nel corso dei centenni
che cullano ed adagiano le loro prede.
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Tra le Righe
PuisiUna penna ed un quaderno, l'anima incisa in parole come inchiostro sottopelle.