4) Abbasso il calcio

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«Ma è ovvio che ti ospito io.»

E Shawn che aveva solo detto a Niall che sarebbe andato a Londra per qualche giorno.

Se avesse saputo che Niall avrebbe reagito in quel modo, glielo avrebbe detto solo una volta giunto in città e prenotato una camera d'albergo.

E invece era incastrato in casa con un cantante irlandese. Okay, non era di certo la prima volta. Anzi, se dovevano parlare di Londra allora sì, era la prima volta che metteva piede in quella villetta bella quasi quanto quella di Los Angeles.

Era canadese, era abituato al freddo, diavolo. Ma quando era arrivato in Inghilterra era stato assalito da un freddo assurdo, che lo aveva colpito fin nelle ossa.

Ed era dannatamente stanco dal viaggio.

Niall doveva essersene accorto chiaramente, visto che lo aveva spedito subito a farsi una doccia bollente.

Quando era tornato in salotto, in una tuta comoda e una felpa enorme, si era lasciato cadere accanto all'altro cantante pesantemente. Erano talmente tanto vicini che le loro ginocchia e spalle si toccavano. C'era un divano immenso, ma Shawn voleva calore e contatto e Niall non si stava lamentando neanche.

Probabilmente perché era concentrato su qualche programma di golf. Non lo aveva degnato neanche di uno sguardo.

«Perché non sfruttiamo questo tempo per provare a collaborare? Forse se lo facciamo davvero smetteranno di chiedercelo ad ogni intervista.» propose Shawn, in modo quasi casuale.

«Non se ne parla neanche. Cosa vedi sul tavolino?»

Gli occhi di Shawn si posarono sulla bottiglia aperta. «Birra.»

«E in tv?»

«Sport.»

«Hai colpito nel segno. E precisamente tra quindici minuti inizia la partita.»

Shawn emise un gemito esasperato. «Partita di cosa?»

«Calcio. Gioca la mia squadra.»

Shawn osservò il viso di Niall per qualche attimo. Sembrava che quel ragazzo fosse drogato di televisione.

«E io? Mi farai davvero annoiare così?» Shawn fece perfino il broncio, ma era inutile visto che Niall non gli stava nemmeno lanciando un mezzo sguardo.

«Guarda la partita con me o se non ti interessa, scrivi, usa il cellulare, dormi o fa che ti pare.»

«Certo che sei davvero un padrone di casa indegno.» Shawn sbuffò.

«Sì, sì. Adesso fa silenzio, Mendes.» Niall aveva afferrato il telecomando e aveva cambiato canale. Un campo da calcio apparve davanti ai loro occhi e Niall emise un verso soddisfatto, mentre il più piccolo grugniva. «Sta iniziando.»

Shawn stava cominciando ad odiare il calcio. Niall sembrava eccitato dal momento in cui l'arbitro aveva fischiato l'inizio della partita. Ma il canadese era stanco e disinteressato.

Shawn si portò una mano al suo occhio pigro. Lo sentiva pesante e gli prudeva.

Sobbalzò quando le dita di Niall lo afferrarono per il polso e gli allontanò la mano dal viso in modo non molto delicato. Shawn gemette spaventato.

«Non lo toccare. Lo hai rosso e più cadente del solito. Il che è adorabile, sembri un bambi drogato. Ma non peggiorare la situazione.»

Allora un po' d'attenzione gliela aveva rivolta. Come e quando?

«Ma...»

«Ssh.» Niall lo lasciò andare, ma poggiò la stessa mano sulla coscia dell'altro.

«Sei antipatico.»

Song In Progress  //Shiall Moran//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora