Mi presenta altri e due ragazzi Jacopo e Davide. Sono tipi abbastanza tranquilli.
"Da dove vieni?" chiede Matteo.
"Milano, ma non sono di lì" gli dico.
"Di dove sei?" mi chiede Jacopo.
"Palermo"
Parliamo per un po' e devo ammettere che sono simpatici, mi sento a mio agio con loro. È da sempre così, mi trovo molto meglio con i ragazzi che con le ragazze. I ragazzi non si parlano alle spalle e sono quasi sempre sinceri, le ragazze sono delle oche e i loro discorsi sono sempre gli stessi: ragazzi e vestiti.
Non sono una di quelle ragazze che è fissata con il calcio o che ha i capelli corti, semplicemente sono me stessa.
"Stasera andiamo in un locale, vuoi venire?" mi chiede Matteo.
Annuisco, oggi voglio bere un po'.
"Va bene" rispondo sorridendogli.
Sono le dieci e stiamo andando direttamente in discoteca.
Ci sediamo a dei tavolini e io inizio a bere, come gli altri.
Matteo e i due guardano intensamente il culo di delle ragazze e io inizio a ridacchiare. Loro se ne accorgono e mi guardano in modo strano.
Mi alzo e vado al bancone, ordino un altro drink e conosco il barman.
"Come ti chiami?" mi chiede. È un tipo carino, biondo, occhi verdi.
"Elena" dico porgendogli la mano.
"Andrea" dice guardandomi intensamente.
Dopo dieci minuti circa gli finisce il turno e insieme usciamo.
Ci sediamo su una panchina e parliamo per un po'. Ad un certo punto lui mette una mano sulla mia coscia scoperta.
Contemporaneamente mi inizia a baciare il collo lentamente. Lo fermo, cazzo vogliono sempre tutti la stessa cosa! Lo guardo delusa e me ne vado dentro.
"Com'è andata?" mi chiede, sempre Matteo. Io sbuffo e lui capisce che non voglio parlarne.
Mi riaccompagna a casa e prima di uscire mi blocca.
"Sarebbe bello uscire ogni tanto" dice.
"Certo, siete simpatici"
"Io non intendevo con gli altri..." dice guardandomi e sorridendo. Lo guardo e capisco, che carino.
"Oh... beh, certo" gli dico sorridendogli.
Anche lui sorride, e mi lascia un bacio all'angolo della bocca.
Entro in casa con un sorriso stampato in viso. Non c'è nessuno. Mi tolgo le scarpe e vado in bagno, mi sciacquo il viso e rifletto. È tardi, è impossibile che non ci sia nessuno.
Vado nella mia camera. Apro la porta e vedo Gionata e una ragazza che stanno facendo sesso, sul mio letto! Ma che cazzo!
Non si sono ancora accorti della mia presenza, così mi metto a gridare.
"Quello è il mio letto, cazzo!" dico arrabbiata.
La ragazza spaventata fa spostare Gionata da sopra di lei e si copre con le lenzuola.
"Ci vediamo domani" dice Gionata dandole un bacio che poi lei approfondisce. Io resto lì.
"Magari entro stasera" dico andando in salone, lasciando che si vestano. Sono molto stanca, infatti mi stendo sul divano e mi addormento in pochi minuti.
La mattina mi sveglio e mi accorgo che sono le undici.
Entro in camera e mi metto sul letto, riaddormentandomi.
Sento che il letto si sta muovendo e spaventata apro gli occhi.
Mi alzo e vado in bagno noncurante di ciò che stava succedendo.
Appena rientro in camera vedo che la tipa di ieri sera c'è ancora e dorme beatamente nel mio letto con Gionata!
"Ma che cazzo!" dico infuriata.
Si svegliano. Gionata si lamenta mentre la tipa cerca i suoi vestiti.
Dopo più di un'ora se ne va, finalmente.
"Com'era il divano?" mi chiede il ragazzo.
"Vaffanculo, e da oggi io dormo sul letto di sotto" gli dico facendogli il dito medio e andandomene.
Sento lui che ride di gusto e mi infurio ancora di più.
"Scusa ma perché lo avete fatto sul mio letto?" gli dico incazzata.
"È lì che lo faccio con tutte da sempre, anzi a volte lo faccio anche sul divano" dice continuando a ridere.
Che schifo.
Vado nel parchetto di nuovo, e Gionata scende con me.
Mi siedo sulla solita panchina e dopo un po' Matteo e gli altri mi raggiungono salutandomi calorosamente.
"Mi dai il tuo numero?" mi chiede Jac. Annuisco e glielo detto.
Passiamo tutto il pomeriggio assieme e prima che faccia buio, vedo passare Gionata e il suo gruppo davanti a noi. Questo nota che Matteo mi lascia un bacio dietro l'orecchio, facendomi arrossire, e si avvicina infuriato.
"Che cazzo ci fai tu con lui?!" grida Gionata.
"È mio amico" dico io calma.
"Vi conoscete?" chiede Matteo confuso.
