02/06/18

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*01/02/18  Lo spettacolo invisibile*
Parlando di luoghi o di paesaggi, (argomento nelle mie poesie spesso trattato), mi sono resa conto che gli oggetti, oltre ad avere gli occhi, hanno anche una voce.

IL SENSO DI..

Stanotte, verso le 2:50, camminavo a piedi nudi su di un prato. Era immenso, di un verde chiaro, quasi brillava, quasi provocava bruciore ai miei occhi. Era delineato da una perfetta circonferenza di alberi, che all'orizzonte continuavano, illustrando un ammasso di ricci cespugli che formavano un bosco senza via di uscita probabilmente, visto la sua estensione.
Il calore del Sole si aggrappava alla mia pelle cercando di lasciare la sua firma, ed io vestita di un tulle fiorato quasi nudo, non riuscivo a fare altro che arricciare gli occhi per via della luce, cercando sostanza umana da quelle parti. Eppure ero ferma, senza muovermi, con i piedi piantati a terra.
Non ero sola, tutti mi stavano guardando, a partire dai frutti che splendevano di colore, ancora aggrappati alla vita della loro pianta madre, fino ad arrivare alla rugiada sulle foglie. Avevo bisogno però di avere un dialogo, non di essere osservata. Poi l'ho sentito, ma sapevo già che ci fosse.
Ho mosso le gambe per la prima volta, e la sensazione dell'erba fresca sotto i piedi era a dir poco favolosa. Così, mentre camminavo, ho iniziato a vedere in lontananza un tavolo piazzato al centro dell'immensa distesa verde, era apparecchiato, per una colazione presumevo.
Latte, succhi di frutta, brioches, formaggi, salumi ed uova, dei tovaglioli con bicchieri e cucchiaini per lo zucchero, sia bianco che di canna, ma oltre a questo, non c'erano sedie, non c'erano voci, non c'era nessuno. L'unico suono, era quello del cinguettio degli uccellini, quello che ti sveglia durante le mattine estive.
Mi sono guardata intorno e mi sono chiesta cosa ci facessi lì, poi mi sono ricordata del motivo per cui ho iniziato a camminare, mi sono ricordata chi mi avesse chiamato ed un sorriso è apparso involontariamente sul mio viso.
A chiamarmi, è stata la vita. Quella fatta di paesaggi, fatta di suoni, fatta di me e di desideri, come quello di svegliarmi un giorno e sedermi a tavola per fare colazione con te.
Il dialogo c'è stato, bastava soltanto rendersene conto.
3:30, mi sveglio, fuori è buio come normalmente doveva essere, tutto era al suo posto, la Luna era al suo posto, il mio corpo era al suo posto, tu nella mia mente, eri al tuo posto.
La morale?
È che che finché vivremo, non saremo mai da soli, la vita ci accompagnerà sempre.

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