«Salve, fratello!»
Per la sorpresa Loki per poco non cadde dai tacchi; prima di voltarsi si premurò di cancellare ogni traccia di sgomento dal viso della formosa donna in carriera sulla quarantina in cui si era camuffato. Affrontò Thor con il duro cipiglio di chi ne aveva sopportate tante nella vita, ma che mai ancora era stato chiamato "fratello" da un perfetto sconosciuto, il quale per giunta aveva fatto irruzione nel suo ufficio senza bussare e con un martello in mano.
«Mi scusi, la conosco? Non ricordo di avere fratelli ma se anche ne avessi, sono certa che nessuno di loro sarebbe tanto scortese da rivolgersi a me in questo modo.»
«Avanti, falla finita con questi trucchetti: so benissimo chi sei. Non costringermi a tirarti fuori con le cattive.»
«Signore, se non esce immediatamente da questa stanza dovrò chiamare la sicurezza.» minacciò la donna, spostandosi dietro la scrivania per raggiungere l'interfono.
Thor incrociò le braccia, ridendo divertito «Avanti, chiama pure. Fa' saltare tu stesso la copertura se ti fa piacere, io nel frattempo aspetto qui.»
La donna aprì fulmineamente un cassetto e, impugnata una 44 Magnum, colpì il dio del tuono a una spalla. Il grido di sorpresa di Thor si tramutò in un ruggito quando questi si lanciò ad agguantare la donna; un secondo colpo si fece strada nel suo fianco destro prima che lui fosse riuscito a disarmare il fratello.
«LOKI!» tuonò Thor furibondo quando la signora si diede alla fuga saltando la scrivania e perdendo una scarpa; il dio dell'inganno aveva quasi raggiunto la porta quando incespicò sull'unica scarpa rimasta finendo lungo disteso sul pavimento. Se i due colpi di pistola non l'avessero tanto maldisposto nei suoi confronti, Thor sarebbe scoppiato a ridere e avrebbe perfino aiutato il fratellino a rialzarsi; invece lo aggirò fino a piazzarglisi davanti a braccia conserte.
«Ce l'hai! Adesso tocca a te prendermi.» lo schernì, poi, fattosi improvvisamente serio, aggiunse: «Trasformati.»
La signora arrossì e un attimo dopo Loki, rosso in viso, si mise in piedi spazzolandosi stizzosamente il completo nero e aggiustandosi la cravatta.
«Hai finito di giocare o devo riaffidarti alle amorevoli cure di nostro padre? Penso che se solo tu glielo chiedessi ti farebbe ancora saltare sulle ginocchia.»
Il viso di Loki virò dal rosso al bordeaux: «Ecco, sì... hai finito?»
«No, non ho finito, Loki. Che cosa ti è saltato in mente?»
«Cosa ti aspettavi facessi?» sbottò lui «Che chinassi la testa e mi facessi sbattere nelle segrete per la seconda volta? Condannato a languire fino alla fine dei miei giorni nelle prigioni asgardiane?»
«Tutto questo non sarebbe successo se non avessi stregato nostro padre, trastullandoti per mesi con la sua corona! Ho creduto fossi morto!»
Loki incrociò le braccia sul petto e finse di esser preda di una prepotente emozione: «Sono commosso. Ogni volta che muoio piangi sempre come se fosse la prima.»
Thor lo assalì levando Mjolnir sopra la testa; incespicando sui suoi stessi piedi, Loki ripiegò fin sulla porta di servizio che terminava nel vuoto. Per un attimo considerò di aprirla e gettarsi di sotto, tanta era la collera che lampeggiava negli occhi del fratello – d'altra parte quella porta l'aveva messa lì proprio per le emergenze.
«Thor... THOR! Avanti, posso spiegare...»
In due possenti falcate il dio del tuono coprì la distanza che li separava e lo agguantò per il colletto della camicia minacciandolo con il martello. Con le spalle alla porta e Mjolnir puntato alla tempia, Loki alzò le mani in segno di resa, ma pur sfoggiando il sorriso più conciliante che gli riuscì di imbastire, Thor lo scrollò rudemente.
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Il Supplizio di Loki
FanfictionThor e Loki sono riusciti a riportare ad Asgard Odino dopo il volontario esilio del vecchio Padre degli Dei in Norvegia. Ancora una volta il Dio dell'Inganno dovrebbe pagare lo scotto delle sue malefatte, ma - rifiutando di tornare in catene nelle s...