4. Sopravvivenza (parte seconda)

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Fu lo scricchiolio della pietra a svegliare Loki.

Era a un passo dalla roccia.

Era libero.

La roccia si stava pigramente sollevando verso il soffitto.

A quella vista Loki fu assalito da un viscerale piacere: lui non era lì sopra; nessun serpente avrebbe minacciato di cavargli gli occhi. Era libero.

Godette di quella meravigliosa sensazione disteso dov'era, lasciò che tutto il resto gli scivolasse addosso come limpida acqua di sorgente.

L'urlo di battaglia di Thor per poco non lo fece trasalire.

«PER ASGARD!»

Loki spalancò gli occhi - per Asgard? - improvvisamente memore del fratello e di cosa potesse significare quel grido lì dentro, si domandò quanto ancora sarebbe sopravvissuto a simili scempiaggini. Se anche Thanos non avesse avuto intenzione di ucciderli, Loki era certo che dopo quest'ultima balordata sarebbero morti entrambi come due idioti.

Dopo qualche secondo di attenta riflessione si decise a non muoversi, fingendo semplicemente che tutto quello che stava sbirciando fra le palpebre semichiuse non stesse accadendo davvero: Thor si era lanciato ad aggredire Thanos a mani nude, e adesso il dio del tuono e il Titano combattevano ferocemente, prendendosi a calci e a pugni come in uno di quei film midgardiani che aveva avuto modo di vedere durante il suo breve soggiorno su Midgard nei panni di Karen Smith, la donna in carriera; mentre Thor sbuffava come un toro infuriato, incassando colpi che non poteva più permettersi di incassare, Loki fu certo che era quello il punto in cui qualcuno sarebbe dovuto intervenire lanciando un tavolo contro i due contendenti; o colpendo il più nerboruto dietro la testa con una bottiglia di idromele; era così che si sedavano le risse su Midgard.

Anni e anni passati a frequentare quel ridicolo pianeta e ancora suo fratello non aveva imparato a calcolare tutte le variabili: due contendenti e niente tavolo, niente rissa.

Era semplice e a un tempo assurdo...

In effetti che razza di modo era di risolvere una disp...? - Loki si impietrì a guardare il varco ai piedi del pavimento.

Era aperto.

Assurdamente la lotta si faceva di momento in momento più brutale e agguerrita: Loki si chiese come Thor stesse riuscendo a capire dove menar fendenti, dal momento che aveva entrambi gli occhi gonfi e tumefatti; Thanos invece... Per un attimo Loki provò quasi tenerezza per lui - il bestione era così certo del fatto che lui fosse svenuto, che non si era neanche preso il disturbo di richiudere il passaggio alle sue spalle. D'altra parte lo scontro l'aveva visto arrivare: perché non premunirsi di non correre alcun rischio se non per l'arrogante certezza che Loki non costituisse una minaccia?

Thor uscì dal suo campo visivo perché falciato letteralmente da terra da un colpo di frusta: il bagliore dello staffile dorato fu tanto concreto quanto il desiderio di Loki di essere stato adottato da una famiglia di Troll. Era certo che un fratello Troll non si sarebbe mai trovato in quella situazione.

"D'accordo, ho visto abbastanza" - decise; così cominciò a strisciare - trascinandosi sui gomiti - verso il passaggio incustodito.

Sarebbe sgusciato fuori da quella prigione come un serpente; avrebbe trovato un modo per riacquistare i suoi poteri e allora sarebbe tornato; avrebbe scatenato contro il Titano intere legioni di creature infernali; avrebbe evocato lo stesso Surtur se questo fosse stato necessario a veder distrutto quel posto maledetto e l'intero maledetto pianeta su cui sorgeva.

Thor lanciò un grido, e d'improvviso a Loki sovvenne quello che aveva dimenticato: sì, avrebbe salvato anche lui se al suo ritorno il fratello l'avesse implorato con sufficiente urgenza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2018 ⏰

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