rat. verde.
sad.
*Yoongi's pov*
Ho sempre dato poca importanza alla vita.
Ho sempre pensato che, se anche è l'unica cosa che ricordiamo, la vita non è nulla.
Il tempo che passiamo in vita, è forse più corto rispetto a quello che, magari, abbiamo vissuto prima di nascere ed è, sicuramente, più corto di quello che passeremo una volta morti.
Se muori, muori per sempre.
Se vivi, vivi solo per poi morire.
Quindi non ho mai avuto paura della morte.
Perché dovrei avere paura di qualcosa che non posso evitare? Che dovrò per forza affrontare?
Solo perché non so come lo farò?
Se soffrirò o meno?
No, la trovo una cosa stupida, se dovrò soffrire soffrirò, se non lo dovrò fare, mi adeguerò.
Così l'ho sempre pensata.
Sempre, per quanto abbia il potere e la forza di ricordare.
Allora perché ho così tanta paura di saltare ora?
Perché il mio corpo rimane fermo, mentre sia la mente che il cuore dicono di farlo, di saltare, di porre fine alla mia vita, per la mia opinione, già abbastanza vissuta?
Perché non ci riesco? Sono sicuro che sia il momento e il luogo giusto per farlo.
La risposta in realtà è ovvia, lo so benissimo perché...purtroppo.
La colpa, se così la posso definire, è di due piccoli occhi marroni, sottili e allegri, che quando si chiudono vanno a formare due perfette mezzelune, sempre portatrici di una gioia contagiosa.
La colpa è di capelli morbidi, nonostante le numerosissime tinte, dove chiunque,fremerebbe dalla voglia di passarci le dita attraverso e di giocare con le sue ciocche colorate, una volta di rosa, l'altra di biondo e l'altra ancora di un vivace arancione.
La colpa è di due sofficissime guance, che si gonfiano durante un broncio adorabile, che diventano di un leggero color pesca ad ogni piccolo complimento.
La colpa è di labbra carnose, piene e rosse, da voler passare ogni istante della tua corta vita ad assaporarle, ad accarezzarle con le tue, a volerle tirare leggermente tra i denti, per testare la loro morbidezza, quel tipo di labbra di cui nessuno si stancherebbe mai.
La colpa è di un candido collo, immacolato, come una tela di un'artista e, in quel caso, l'artista sei tu, e devi fare del tuo meglio per dargli il colore giusto, per lasciarci la tua firma, così che nessuno te lo rubi.
La colpa è di un piccolo corpo, minuto, ma forte e pieno di passione, pieno di vita, sempre scattante, da voler stringere a te, proteggerlo, nonostante nella maggior parte dei casi sia più resistente di te.
La colpa è di piccole cose.
Di queste piccole cose
Delle sue piccole cose.
L'unica cosa che riesce a tenerti in vita.
L'unica cosa che ricorderai anche una volta morto, perché miracoli come questi non si dimenticano facilmente.
E lui è il più bel miracolo che mi sia mai capitato.
L'unica cosa che ti fa pensare che la vita sia più utile di quello che pensassi.
Perché alla fine...sarà corta, inutile, condannata all'oblio...ma se la puoi vivere con una persona così al tuo fianco, tutto si allunga, le giornate, i minuti, i secondi, tutto diventa più bello e colorato, le cose rimangono più impresse nella mente.
-Hyung...- una voce assonnata interrompe il mio monologo interiore.
Quella dolce e bambinesca voce, ora impastata dal sonno.
Non posso vederlo, sono di spalle a lui, ma lo posso sentire avvicinarsi, fino a sentire il suo forte e familiare profumo invadermi le narici.
-Hyung cosa ci fai alzato a quest'ora?- mormora, e lo posso immaginare con le manine chiuse a pugno, intente a stroppicciare i suoi occhi.
Accenno un sorriso ma non rispondo.
-È prestissimo, saranno le quattro, non ti ho sentito nel letto...- sbadiglia, e sento le sue braccia circondarmi il busto, appoggiando una guancia sulla mia schiena -...Se rimani qui fuori prenderai freddo...l'alba la guarderai un'altro giorno.- mormora.
Oh, come sei ingenuo...se sapessi quello che in realtà avevo intenzione di fare...
-Torniamo dentro dai.- dice infine, facendo scivolare una mano verso il mio polso, per poi arrivare alla mia mano, afferrandola e facendo intrecciare le nostre dita.
Potrei divincolarmi, dirgli che non voglio vedere l'alba, che la vedo tutti i giorni svegliandomi di fianco a lui, dirgli che mi dispiace ma che devo farla finita.
Ma non lo faccio.
Credo di non voler passare un'eternità senza di lui.
Preferisco vivere questa corta vita al suo fianco, fino a che il tempo me lo permetterà.
Comunque, se anche volessi, ora non potrei...mi ha già riaccompagnato dentro, facendomi stendere al suo fianco, stringendo ancora le sue braccia attorno al mio corpo, con il volto vicino al mio.
Sorrido appena, si è già praticamente riaddormentato.
Alzo un braccio, avvicinando la mia mano al suo volto, iniziando ad accarezzare piano coi polpastrelli i suoi occhi chiusi, passando poi ai capelli, giocando per qualche secondo con le sue ciocche, in questo periodo di un semplice marrone, arrivando poi alle sue guance, accarezzando gli zigomi, raggiungendo dopo le labbra, tracciandone il contorno e, infine, sfiorando il suo collo, facendo dei piccoli cerchi immaginari con le dita.
-Mhg, Hyung dai...- mugugna per il solletico, senza aprire gli occhi.
-Dormi un po'- conclude, riaddormentandosi definitivamente.
Lo assecondo, rilassando i muscoli del mio corpo, chiudendo le palpebre.
Sì, ho deciso.
Passerò tutta questa vita con Park Jimin.
a.a.
ookay...
rip...beh, enjoy.