rat. verde.
fluff.
*None's pov*
Calde lacrime rigavano le guance del maggiore, rannicchiato tra le candide coperte del suo letto, impegnato in un silenzioso pianto solitario.
Proprio non capiva.
Era così brutto essere se stessi? Avere un sogno?
Cosa c'era di così tanto sbagliato?
Il loro debutto si era svolto qualche settimana e, in poco tempo, sotto il loro ultimo video si trovavano commenti di ogni genere.
Ma si sa com'è fatto il cervello no? I complimenti, le critiche costruttive e tutti quegli incoraggiamenti li mette da parte, classificandoli come "normali" o addirittura "inutili".
Mentre gli insulti, il cosiddetto "pelo nell'uovo", e tutte quelle cose che, meno si leggono più si sta meglio, li classifica come "estremamente importanti", "cazzo ha ragione", "Bibbia 2.0".
Per questo ora, il ragazzo, si trovava in quella situazione.
Erano bastate così poche parole.
"Ma quello più a destra è una femmina?"
"Dodici maschi e una femmina, poverina..."
"No, ma capelli un po' più lunghi la prossima volta."
"Ha la voce troppo nasale quella sottospecie di donna."
"A parte che è bruttissimo, sembra mia sorella, poi la voce fa schifo, dovreste diventare dodici, non se ne accorge nessuno se manca quello (o quella, dovrei dire) lì."
Era vero, cazzo se era vero, ogni singola parola letta su se stesso sotto quel video la pensava anche lui.
I suoi capelli, lunghi e morbidi, che ricadevano dolcemente sulle spalle, lo rendevano troppo femmina, poco maschile e virile, si sarebbero confusi tutti.
Facevano schifo.
La sua voce, acuta ma dolce, la trovava troppo fastidiosa e, come aveva effettivamente letto, nasale.
Uno schifo pure quella.
Avevano tutti ragione, dal primo all'ultimo, nessuno si sarebbe accorto della mancanza di un membro, così brutto e inutile.
Si lasciò scappare un singhiozzo ad alta voce.
Perché non poteva essere come gli altri? Bravo, con una bella voce, bello e attraente?
Qualcuno bussò alla sua porta, ma non rispose.
-Han...sono io Joshua...-sussurrò la voce del suo attuale ragazzo.
Nascose ancora di più la testa sotto al cuscino, cercando di non far trapelare alcun singhiozzo.
-Jeonghan, so che sei lì, hai anche saltato la cena, aprimi.- continuò il minore, insistente.
-V-vai via, voglio dormire.- mentì lui, con la voce ottavata dal materasso.
-Han...guarda che entro.- lo avvertì, aprendo piano la porta.
-N-NO!- esclamò il maggiore, rannicchiandosi il più possibile, per scampare alla sua vista.
Joshua si avvicinò al letto e, sentendo leggerissimo singhiozzo sfuggire dalle labbra del suo ragazzo, si allarmò, facendo il giro del materasso, stendendosi vicino a lui, circondando con un braccio alla sua vita, cercando di avvicinarlo il più possibile a se.
Nessuno dei due parlò; Jeonghan cercò solo di sfuggire dalla presa dell'altro, fallendo e arrendendosi, stretto a lui.
D'un tratto, smise di controllare il suo pianto, lasciandosi andare, socchiudendo le labbra, sentendo le lacrime scendere sempre più capiose, fino a fargli arrivare in bocca quel sapore salato che tanto odiava.
Odiava piangere.
-Han...amore, perché piangi?- chiese d'un tratto il castano, facendolo girare verso di se.
-S-secondo te...canto male? Ho la voce nasale? O-o magari dovrei tagliarmi i capelli...Forse stai con me perché sembro una femmina...Faccio così tanto schifo Shua?- pronunciò a fatica quelle parole, interrotto dai vari sussulti e dai vari singhiozzi.
Il più piccolo strabuzzò gli occhi, come se stesse guardando una cosa surreale.
E in realtà qualcosa di surreale c'era...le parole appena pronunciate da Jeonghan.
-Chi ti ha detto una cosa simile scusa? Lo hai per caso letto sotto al nostro video?. azzardò e, vedendo il ragazzo annuire sospirò, mettendosi a sedere sul materasso, costringendo anche l'altro a fare lo stesso.
-Ascoltami Jeonghan, ascoltami bene.- iniziò, puntando lo sguardo negli occhi rossi e gonfi dell'altro.
-Tu non canti male, la tua voce non è nasale, è perfetta...è...dolce, leggera e assolutamente bellissima, quando canti sembra che tutto si fermi, non a nulla che non va, è tua.- spiegò, mordendosi un secondo il labbro prima di continuare: -I tuoi capelli non devi tagliarli, perché, sì, sono lunghi, ma a te piacciono, ti ho sempre visto fiero dei tuoi capelli prima del debutto. Perché sarebbe dovuto cambiare qualcosa ora? Ti piacciono? Li hai voluti far crescere? Allora sono perfetti così come sono. E chiariamo una cosa, non sto con te perché sembri una donna. Sto con te perché sei tu, Yoon Jeonghan, un ragazzo assoluta mente fantastico, dolce, allegro, innocente e tantissimi altri pregi che non riesco ad elencare.- si fermò un secondo, appoggiando la mano sulla sua guancia.
-Perché amo tutto di te, dal tuo corpo, alla tua passione, compresi i tuoi bellissimi e soffici capelli, alla tua magica voce intesi? Non devi cambiare nulla di te. Non per le altre persone, soprattutto se è gente che se ne sta seduta su una sedia, da dietro uno schermo, ad insultarti senza sapere nulla, nulla di come sei, nulla di cosa c'è dietro a tutto questo, nulla di te, che a differenza loro, hai alzato il culo da quella stramaledettissima sedia, e hai sudato e faticato per arrivare fino a qui, tu sei cento volte meglio di loro.- concluse il suo discorso, asciugando con i pollici le sue guance umide dalle lacrime.
-N-non mi merito tutte queste belle parole, non ti merito Joshua.- mormorò in risposta il fidanzato.
-Si che mi meriti, e meriti tutte queste belle parole, anche di più in realtà.- disse serio, sporgendosi in avanti, per catturare le sue labbra, in un dolce e lento bacio.
Che diventarono due, poi il doppio, il triplo...
Che li fecero cadere all'indietro sul materasso.
Che li fecero continuare ad amarsi, unendosi in un amore platonico.
Che sussurrava tutte quelle belle parole che mancavano.
Senza bisogno di parole.
a.a.
Questa One Shot mi è venuta in mente per una role fatta con una mia amica (Ciao Giulia) e nulla, mi andava di scriverla.