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Il Distretto 11 poteva sembrare apparentemente deserto quel fresco e ventilato giorno primaverile. I campi di grano che circondavano le abitazioni più povere erano vuoti, attrezzi e utensili riposti negli appositi contenitori. La piccola cittadina pareva disabitata: porte e finestre di tutte le case erano state chiuse, le strade erano silenziose, soltanto il vento osava parlare facendo frusciare le spighe dorate.
Quel giorno, il giorno della Mietitura, la popolazione dell'Undici era radunata nel centro della città, presso il municipio, mentre assistevano alla cerimonia per il sorteggio dei prossimi due tributi. I ragazzi e le ragazze erano disposti in file ordinate secondo un preciso criterio di suddivisione. Più avanti v'erano i più piccoli, sugli undici o dodici anni, mentre le ultime file erano occupate da coloro che di anni ne avevano diciotto. La cerimonia andava ormai avanti da parecchio tempo, il tributo femmina era già stato estratto: Lilian Pane, una dodicenne dalla carnagione scura e gli occhi grandi e vuoti dopo aver sentito echeggiare per la piazza il suo nome. Subito dopo, seguì l'estrazione per i maschi: Luis McClain, il più piccolo di una grande famiglia di operai e contadini. -Mi offro volontario!- Sbottò d'un tratto qualcuno facendosi largo tra la folla di ragazzini e ragazzine circondati da guardie e soldati. Si fece avanti un ragazzo alto e slanciato dalla pelle abbronzata dal sole che picchiava sul suo viso durante il lavoro nei campi di grano che circondavano il suo distretto. Lievi lentiggini adornavano naso e guance, mentre in mezzo al viso spiccavano occhi azzurro mare, anche se, il mare, non l'avevano mai visto. Vestito con semplici abiti estivi, spiccava tra gli altri a causa del suo fisico asciutto e la zazzera di capelli castani dai riflessi ramati. Sgomitando tra la folla di ragazzini sbigottiti da quel suo gesto avventato e superando soldati dalle divise bianche che gli impedivano il passaggio, il giovane riuscì ad arrivare ai piedi del palco, dove un ragazzetto sugli undici anni dagli stessi tratti somatici del primo si preparava a salire la piccola scalinata. Il maggiore lo spinse dietro di sè, prendendo il suo posto, impassibile dinanzi alle urla disperate del piccolo che cercava di richiamare il fratello tirandolo per un braccio e chiamando il suo nome con urla strazianti. -Lance no!- Gridò invano. Il ragazzo del Distretto 11, debole e spaventato, che rispondeva a quel nominativo, si voltò di scatto posando entrambe le sue mani dalle dita affusolate sulle guance del fratellino, in modo da poterlo guardare direttamente negli occhi.
-Torna da mamma e non ti girare.- Dichiarò con una voce profonda e decisa che non gli apparteneva. -N-No! Non voglio!- Esclamò il piccolo tra le lacrime. -Luis.- Continuò Lance. -Guardami Luis. Torna da mamma.- Pronunciò nuovamente. All'istante il bambino venne preso di forza da due soldati e trascinato, ancora urlante, nella fila dei ragazzi. Lance salì quindi sul palco dove lo attendevano una donna vestita con uno sgragiante vestito dorato, i capelli bianchi raccolti in uno chignon stretto con una spilla a forma di spiga di grano. La pelle di lei era color caramello, e sarebbe potuta facilmente passare per un'ex tributo dell'Undici, ma in quel caso al posto della liscia pelle abronzata avrebbe avuto una corteccia di rughe e macchie e gli occhi chiari sarebbero dovuti essere solo dei languidi pozzi bianchi. La donna non dimostrava infatti più di venticinque anni. Un dettaglio particolare erano i suoi capelli bianchi dai riflessi lavanda. Affianco a lei si ergeva una figura più bassa e magra, una ragazzina sui dodici anni vestita con un normalissimo vestito verde a fiori e con i capelli scuri raccolti in due trecce che ricadevano sulle spalle scure. Dal suo fisico esile come un ramoscello e dagli sguardi rassegnati che il pubblico le lanciava, Lance era certo che la piccola non sarebbe durata un giorno all'interno dell'arena. Mentre il ragazzo si avvicinava a passo deciso e con la schiena dritta, la prima donna lo guardava con un sorriso palesemente falso che mostrava denti più bianchi dei suoi stessi capelli.
Come furono a pochi centimetri di distanza, la donna fu l'unica ad applaudire con le sue mani delicatamente perfette. -Bene, vedo che abbiamo finalmente un signorino per questo distretto.- Annunciò esaltata. -Qual'è il tuo nome, caro?- Lance non esitò a rispondere. -Lance McClain.- Affermò inghiottendo un grosso nodo in gola. -Beh, Lance, non credo ci siano dubbi sull'identità del primo estratto ai giochi.- Continuò la donna posandogli una mano sulla spalla. -È mio fratello minore. Luis.- Concluse Lance cercando lo sguardo di sua sorella Veronica tra le varie ragazze in piedi sulla destra. Non badò nemmeno alle parole che la donna dorata pronunciò mentre guardava le lacrime scendere dalle guance di sua sorella mentre stringeva a sè il fratello minore.
Poco dopo la cerimonia si concluse, costringendo Lance ad uscire dalla sua trance accorgendosi di essere spinto all'interno del municipio. Venne piazzato in una stanza dove rimase per diversi minuti. Conosceva bene la procedura: suo nonno, uno dei pochi vincitori del suo distretto, aveva provveduto a raccontargli tutta la sua esperienza dopo gli Hunger Games prima di passare a miglior vita. Il nonno siera raccomandato di educare per bene i suoi nipoti, crescendoli come lavoratori sani e forti. Purtroppo il tempo non da mai scampo a nessuno. Seppellirono il nonno nel cimitero sul fianco del villaggio dei vincitori, spighe di grano e fiori selvatici crescevano ogni primavera a fianco della sua lapide, quasi a ricordarne sempre la memoria.

Rest With Me ○Klance○Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora