Capitolo 2

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LOGAN {POINT OF VIEW}

Dopo il primo giorno di scuola alla Pennigton mi svegliai molto presto, più presto del solito (ero un dormiglione {questa è una delle cose che mi sono rimaste crescendo}).

Guardai la sveglia: erano le 6.00 del mattino. Non potevo rimanere a letto, anche se avrei cercato si riaddormentarmi, non ci sarei riuscito. Decisi di fare un po' di jogging.

Mi alzai dal letto e mi vestii: pantaloni da tuta sopra le ginocchia neri e una vecchia maglietta con una pubblicità dietro la schiena.

Sgattaiolai fuori, senza farmi sentire da mio fratello e dai miei genitori che erano in cucina mezzi addormentati. Non volevo che Josh mi chiamasse "coglione" come tutte le mattine. Ci provava gusto, ma io lo odiavo quando faceva così.

Presi dal pianerottolo della porta l' MP3 di mio fratello e mi misi le cuffie nelle orecchie e aprii delicatamente la porta.

Appena sentii l'aria fresca e frizzante del mattino (non troppo buia) ebbi una scarica di adrenalina e cominciai a correre. Fu un bell'esercizio per far scivolare via tutta la tensione che mi aveva provocato il giorno prima. Sentii il mio pezzo preferito: story of my life degli smash mouth.

Dopo circa 5 minuti che correvo, fui disturbato da una vocina dietro di me che diceva: "ehi!"

Mi girai... E chi trovo?

La ragazza dagli occhi blu mare. Era vestita con una tuta verde, che arrivava fino alle caviglia e anche lei ascoltava la musica proprio come me.

Aveva raccolto i suoi capelli in una treccia un po' sfatta ai lati. Mi ricordava la treccia di una mia compagna delle elementari: era laterale e chiusa con un elastico del colore simile ai suoi capelli.

Un'ondata di timidezza mi trapassó il volto. Decisi di girarmi e di far finta di non sentirla e aumentai la velocità cosí da seminarla.

Quando svoltai l'angolo mi resi conto delle mie azioni: ero stato un codardo, come avevo potuto anche solo far finta di non sentirla? Non ci sarebbe stato modo di riparare al mio errore stupido. Sembravo un ragazzino che aveva paura dell'altro sesso.

'Come puoi tornare indietro? Avevi superato questa "paura"' si lamentó la mia coscienza.

Avevo avuto già dei problemi in passato perchè non riuscivo ad avere relazioni con le ragazze. Andai pure da uno psicologo in seconda media!

Il mio problema era che non riuscivo a parlare nè guardare le ragazze negli occhi. Era davvero imbarazzante, ma per fortuna pochi si erano accorti di questa mia debolezza. Ovviamente il mio psicologo aveva detto che ero riuscito a superarla, ma a quanto pare con quella ragazza, la mia debolezza, riaffiorava velocemente.

'Se continui così no non riuscirai mai a parlarle.' Si mi suggerì nuovamente la mia coscienza.

Alla fine decisi di smettere di pensare a quella ragazza. Mi avrebbe fatto scoppiare la testa, e l'ansia sarebbe aumentata.

Così, per essere sicuro che non l'avrei più incontrata quella mattina decisi di tornare a casa, erano le 6.30, era abbastanza tardi. Stavo per suonare al campanello, perchè, come al solito, avevo dimenticato le chiavi.

Quando la porta si aprì, vidi mia mamma che picchiettava le unghie  smaltate di rosso sulla porta, mio padre rosso dalla rabbia e mio fratello che rideva sotto i baffi.

Stavano per aprire bocca, per farmi la ramanzina quando balbettai:

"Ehm...devo cambiarmi..."

Riuscii a scamparla. Fiuu. Sarebbe stato insopportabile ascoltarli per la millesima volta. Mi dicevano sempre la stessa cosa:

"Logan, non devi uscire di casa senza il nostro permesso e perdipiù di mattina."

Poi mio padre avrebbe aggiunto:

"E se delle persone ti rapissero e ti usassero per qualche abuso?"

E poi Josh avrebbe concluso dicendo:

"Per gli abusi è ancora presto: non è così affascinante come me" e si sarebbe passato una mano tra i capelli.

Adesso lo sai: uscivo molte volte di pomeriggio (quel giorno feci un'eccezzione) per scaricarmi di quella rabbia e ansia che dentro di me cresceva di giorno in giorno.

Dopo aver avuto questo flashback corsi in camera e mi preparai il più veloce possibile e schizzai fuori dalla porta verso la fermata dell'autobus

ROSE {POINT OF VIEW}

Quella sera non ero riuscita a prendere sonno, non so spiegarmi il perché.

Mi alzai dal letto, guardai la sveglia e vidi che erano le 5.30.

Mi misi impiedi e come uno zombie arrivai al bagno. Mi lavai la faccia: avevo due occhiaie nere che mi rovinavano maledettamente il viso.

Decisi di smetterla di guardarmi allo specchio e di tuffarmi con la faccia nell'ascuigamano lilla che avevo vicino al lavandino.

Decisi di vestirmi con una tuta verde, legarmi i capelli in una treccia alla francese e presi l'MP3. Dovevo riprendere a fare un po' di corsa alla mattina, per accendere la mente ancora assonnata.

Mia madre non era tanto d'accordo che uscissi da sola quando ancora era buio, ma non mi interessava e uscii comunque. Per fortuna c'era già la luce.

Iniziai a correre finché svoltai l'angolo di via Pini e vidi una figura familiare: il ragazzo del giorno prima,la matricola stava correndo in quella via.

Era molto concentrato nella sua corsa e sulle note che scorrevano nelle sue cuffie tanto che non si accorse che rimasi imbambolata a guardarlo.

'Rose, non puoi innamorarti, almeno, non adesso, perdipiù di una matricola!!'

Si lamentó per la millesima volta la mia coscienza.

Mi venne in mente in giorno prima: dovevo ringraziarlo per non aver riso di me, ma mi dispiaceva disturbarlo.

Alla fine presi un briciolo di coraggio che mi rimaneva:

Sbraitai un "ehy!!".

L'unica risposta che mi arrivó fu:

"va a quel paese! qua si dorme ancora" da parte di un uomo panzone.

Spostai la mia attenzione sulla matricola, che si giró verso di me e poi inizió ad accellerare sempre di più la corsa.

Pensai che volesse che lo seguissi.

Mi ero illusa.

Mi voleva seminare.

Decisi di tornare a casa, sconfitta. Durante il tragitto cercai di convincermi che quel ragazzo non mi interessava... Mentivo spudoratamente a tutti, anche a me stessa.

Entrai in casa, il mio stomaco cominció a brontolare. Avevo fame.

Mio fratello e mia madre stavano già facendo colazione con le loro facce annoiate sconvolte dalla solita routine. Allora, per cominciare la conversazione chiesi a mio fratello perchè ieri mi avesse baciata. Lui mi rispose:

"Non posso provare affetto per la mia sorellina?". Scherzó, e fece apparire su quella faccia da schiaffi un sorrisetto da ebete.

Bradley si accorse del mio sguardo pensieroso verso di lui e aggiunse:

"Okay, non sapevo che te l'avrei mai detto però in questo periodo ho bisogno di mia sorella." Io gli toccai la fronte per sentire se aveva la febbre. Non l'aveva.

Cosi pensai che aveva ripreso a farsi le canne.

Peró non glielo chiesi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 09, 2020 ⏰

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