Prologo

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Non capivo.


Non capivo i miei genitori, Thomas e Avery Laithon. Erano architetti e la maggior parte del tempo lo passavano nel loro ufficio, dall'altra parte della città. Il nostro tempo era quasi sempre limitato e le cene in famiglia ancora meno. Ero appena rientrata da scuola, dopo il mio ultimo giorno. Ero abituata ad arrivare e non trovare nessuno perché ero figlia unica e perché tenevano più al lavoro che a me, o così la vedevo io. Ero appena entrata in casa, passai davanti alla cucina per andare in camera mia e li vidi: i miei genitori. Erano seduti sulle sedie del tavolo della cucina, probabilmente aspettando il mio ritorno. Tolsi le cuffiette dalle mie orecchie.

<<Mamma, papà? Che ci fate qui?>> Li abbracciai e mi sedetti di fronte a loro.

<<Io e la mamma...>> Iniziò mio padre <<...stavamo pensando...>> La guardò in attesa di aiuto.

<<...stavamo pensando di mandarti in un campo estivo.>> Finì lei.

<<Cosa?>> Mi alzai di scatto dalla sedia. Andai in camera mia sbattendo la porta più forte che potevo per dimostrare la mia indignazione. Presi le mie amate cuffiette e mi sdraia sul letto restando a pensare. Sapevano quanto odiavo quei posti, dove nessuno è libero di essere ciò che vuole.

Bussarono alla porta. Non risposi ma qualcuno la aprì lo stesso. <<Tesoro>> Era mia madre, si sedette sul letto e abbassai il volume per darle la possibilità di spiegare. <<So quanto odi i centri estivi ma io e tuo padre pensiamo che ti possa fare bene.>> Tolsi le cuffie e ribattei <<Perché dovrebbe farmi bene? Perché non ho amici e sono esclusa da tutti e considerata da nessuno?>>

<<Abby ascoltami.>> Prese il ,mio viso e me lo alzò per poterla guardare negli occhi. <<Noi ti vogliamo bene e vogliamo il meglio per te. Si trova in Louisiana, il Camp May. Tesoro, è davvero un bel posto, vogliamo che tu ci vada. Il tuo volo è domani alle 11 del mattino, la tua vacanza durerà tutta l'estate e salutami la signora GIghilson, ci vediamo al tuo ritorno.>> Mi diede un bacio sulla fronte e prima di uscire disse:

<< Un giorno mi ringrazierai.>> Mi fece l'occhiolino e chiuse la porta dietro di sé.

Non avevo scelta, i miei genitori non avrebbero mai cambiato idea. Funzionava così, io facevo quello che dicevano loro e tutti vivevamo senza litigi. Ma quel giorno avrei preferito

litigare piuttosto che partire.

- UN'ESTATE INFINITA - |completo|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora