"Eravamo solo io e te ti ricordi baby
sono le 4 quel vino bianco, cazzo,ricordo ancora il suo sguardo, mi morde il labbro,
sbatte la porta urlando di restarle affianco;
mi sembra ieri,sento il suono dei bicchieri
dentro ai miei pensieri, ma tu aspetta dai,
sembri di fretta, questa sera sembri un po' diversa.
Talmente bella che sei maledetta, dalle mie urla.
Il tuo profumo sopra la maglietta azzurra,
lei mi sussurra mentre fuma che non ha paura.
siamo io & lei, quattro mura, rum e pera
questa sera sembri veramente seria.
Seriamente vera.
Hai la maglietta nera il solito sguardo,
ti chiedo solo di restarmi accanto, non chiedo altro tu,
prova a comprendermi,
qui, corro nel buio e non so come prenderti."1.
Eravamo solo io e lei, in quella stanza illuminata solamente dalla leggera luce di una lampada ad olio. Rispecchiava perfettamente lo stile della casa in cui alloggiavamo.Erano le 4:00 di notte, dormire non fa parte del mio stile. Dormo quando capita, ma non di notte.
L'odore della stanza ormai era un misto tra il suo profumo, l'odore del fumo e quello del vino bianco.
Ricordo ancora il suo sguardo, ammaliante quanto provocatorio.
La fissavo, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso; quando la vedo avvicinarsi sempre più a me.
Mi morde sensualmente il labbro, ma forse era la mia mente che coglieva un significato positivo. Forse cercava di farmi capire qualcosa attraverso il silenzio.
Senza un motivo valido, né spiegabile, Elena si dirige verso la porta, lasciata aperta per far rinfrescare l'aria. Era estate, apripre la finestra sarebbe stato sinonimo di caldo atroce.
La sbatte violentemente. Ricordo il suono della porta sbattere accompagnato dalle sue urla. Cosa le era preso, proprio non lo so.
"Restami accanto caz*o!". Quelle sue parole risuonano ancora nella mia mente, insieme al suono dei bicchieri di vetro.
Mi sembra ieri, quando in realtà sono passati due mesi, quasi tre.
Quella sera Elena sembrava un po' diversa, talmente bella e maledetta, però. Maledetta dalle mie urla.
"Ci sono Elena caz*o! Rimango. Pensi che io ti lasci andare così facilmente?"
Istintivamente si getta contro il mio petto, stringendomi in un abbraccio. Aveva bisogno di essere protetta, e io ero lì per realizzare questo suo bisogno. Ero sincero quando dicevo che non l'avrei lasciata andare.
Per quanto bella e pura fosse, non riusciva a stare più di mezz'ora senza fumare. Allunga il braccio verso il tavolino sul quale erano appoggiati i nostri bicchieri di rum e pera, accanto a quelli di vino, per poi prendere un'altra sigaretta e accenderla.
La mia maglietta azzurra ormai profumava di lei, che rimaneva appoggiata a me mentre lasciava uscire il fumo dalla sua bocca.
"Non ho paura se sono con te, Simone. Grazie di essere qui con me, avevo bisogno di qualcuno che riempisse la mia vita e si prendesse cura di me."
Io e lei, quattro mura, rum e pera: il ricordo più bello degli ultimi tre anni. Difficile dimenticare come quella sera era talmente seria quanto vera.
Se io ero il ragazzo capace di farla sentire protetta, lei era la ragazza capace di rendermi felice. Nessun'altra, prima d'ora, aveva acquisito un ruolo così importante nella mia vita.
Portava ogni giorno una maglietta nera e aveva il solito sguardo ogni volta che stavamo insieme. In poche parole, sempre. Aveva lasciato la sua famiglia per stare con me, cosa che non avrei mai immaginato potesse fare una diciottenne così legata ai familiari.
"Restami accanto, ti prego, non chiedo altro, prova a comprendermi."
Sapevo che lei mi capiva benissimo, perché prima, parole simili, erano uscite dalla sua bocca.
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4MURA -solo io e lei- ||Biondo
Krótkie OpowiadaniaLei, incerta diciottenne col bisogno di essere protetta. Lui, amorevole diciannovenne in balia dei ricordi. Storia ispirata alla canzone "4 mura". ⚠IDEA MIA: se prendi, dammi i crediti⚠