[Fruk] Why me?! {part 1}

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Arthur Kirkland non amava molto stare in compagnia e socializzare con le altre persone, preferiva parlare con le sue amiche fate, gli unici a comprenderli.
Era steso sul divano, immerso del tutto nei suoi profondi pensieri che, lo turbavano da molte settimane. Per l’ennesima volta,  i suoi dubbi riguardavano il suo nemico/amico Francis Bonnefoy.
Il tutto iniziò quando ricevette una chiamata da Gilbert, che lo invitò ad un party serale tra le nazioni. In primo momento non ci voleva affatto andare, ma suo fratello, per fortuna, riuscì a convincerlo. Durante tutto il party Arthur, proprio come aveva previsto, se ne rimase isolato, in un piccolo angolino vicino il buffet. Per quella sera aveva deciso di non bere nessun tipo di alcolici, voleva rimanere lucido. Inoltre,suo fratello non l’avrebbe mai riportato a casa sano e salvo. Tutti iniziarono a bere, in particolare: Gilbert, Ludwig,Antonio e Francis,il quale infastidi' il nostro Arthur per tutta la durata della festa.Più o meno quello che accadeva quotidianamente. A fine serata tutti si congedarono e anche Arthur ritornò a casa col fratello. Nel tragitto verso casa, però, Francis, gli mandò alcuni messaggi un po’di ambigui che dicevano:  “ti amo chenille" ecc. ,in un primo momento non si “spavento'” dei messaggi.Tutto degenerò quando il francese lo chiamò al cellulare e disse chiaramente che lo amava. Questa cosa turbò molto Kirkland.

<<Forse dovrei chiederglielo… >> disse massagiandosi le tempie con movimenti circolari delle dita. Non sapeva neanche più a cosa pensare. Non sapeva come agire. In cuor suo gli faceva molto piacere che Francis gli avesse detto esplicitamente che provava del sentimento per lui, ma non ne aveva la certezza.
<<Non so…provo a chiamarlo>>  si alzò dal divano e a passi lenti si diresse verso il telefono. Digito' il numero di Francis, mise la cornetta a pochi centimetri dall’orecchio e aspettò che rispondesse. Dopo vari minuti finalmente, l’inglese, sentì la voce di Francis che rispose col suo solito “Bonjour?” da uomo poco virile.
<<Quanto tempo ci metti per rispondere ad una chiamata?! >> urlò arrabbiato Arthur.
<<Pardon chenille ero impegnato>>
<<Tu impegnato? Ma non farmi ridere!>> gli scappò una piccola risata ricolma di sarcasmo
<<Sei mi hai chiamato solo per dirmi questo… beh Au Revoir>>
<<No!  No!  Aspetta! >> disse Arthur agitato. Invece di parlare di ciò che lo turbava, stava solo prendendo in giro Francis, ci stava anche prendendo gusto. La reazione del francese era più che plausibile, d’altronde, Arthur non era mai stato bravo con le parole. Prese un grosso respiro e si mise l’anima in pace.
<<2 settimane fa alla festa…ti ricordi cosa è successo,vero? >> provò a dire con tono gentile.
Francis quasi spaventato dalla sua innaturale gentilezza, non rispose. Non aveva mai sentito il suo chenille parlare in questo modo. Arthur era sempre stato cinico e sarcastico, non teneva conto delle emozioni altrui e non era mai stato il tipo di persona che affrontava i discorsi con la calma, la rabbia era il suo unico modo per esprimersi come si deve.
<<Oh? Non tutto. Dopo un po’ ho iniziato a bere. Puoi dirmi tu cosa è successo?>> usò un tono incuriosito. Ricordava molto poco della serata passata con le nazioni, anche se si fosse sforzato non sarebbe riuscito a ricordare cosa aveva fatto.
<<Vieni subito a casa mia. Voglio parlarti da vicino>> strinse i denti e ripose la cornetta violentemente al suo posto, terminando la chiamata. Si mise una mano fra i capelli e chiuse per un momento, i suoi occhi.
<<Come glielo dirò!? >>. Iniziò a singhiozzare. Delle calde lacrime gli scesero' lungo le guance. Non riusciva a fermarle, erano più forte di lui. Ma non era questo quello che voleva Kirkland. Pianse istericamente, per ore e ore. Perfino i suoi amici immaginari erano preoccupati per lui. Cercarono di tirarlo su di morale,  ma nulla, non ci riuscirono neanche loro.

-Il giorno seguente-
Pioveva. Non c’era da stupirsi, in Inghilterra piove sempre,inoltre il tempo atmosferico era influenzato dal suo umore,possiamo ben capire come si sentiva.
Erano le 8:00 di mattina in punto, l’inglese si era appena svegliato dal sonno e stava preparando la colazione. Del tè con biscotti. Quello che mangiava ogni mattina. Era agitato, questo lo doveva ammettere, stava aspettando il francese dal giorno precedente.
_Capisco che un prendere un aereo dalla Francia per l’Inghilterra richieda tempo… ma quanto ci mette quello stupido!?_ pensò sedendosi a tavola e iniziando a godersi -più o meno-  la colazione.
Mangiò un biscotto e bevve del tè, si guardò in giro per ispezionare la sua casa. Diversamente dalle altre volte, Arthur vide la sua casa come vuota. Senza colori, i quadri sulle pareti sembravano guardarlo male.
Finì la sua colazione e si diresse velocemente in bagno per farsi una lunga e calda doccia. Quando ebbe finito uscì dalla doccia, si mise in accappatoio e andò a vestirsi con gli abiti più comodi possibili. Si sedette sul divano e guardò un po’di TV, per far passare il tempo.
Verso le 9:45 qualcuno bussò alla porta. Arthur balzò subito in piedi e andò e si avvicinò alla porta, posò la sua mano sul pomello. Non aveva la forza di aprirla. Nella sua mente c’erano mille pensieri, mille paure. Il battito del suo cuore era più veloce del solito, cosa che, lo faceva impazzire perché non ne conosceva il preciso motivo.
Dopo svariati minuti di sofferenza psicologica si decise abbassare quel maledetto pomello, che tanto lo aveva tormentato. Aprì la porta e chiuse gli occhi. Arthur, proprio lì in quell’istante si sentii un  perfetto idiota e rimpianse tutto ciò che aveva fatto. Sarebbe stato meglio se Francis fosse rimasto a casa sua, a Parigi, per dimenticare l’accaduto alla festa che rimaneva costantemente intrappolata nella mente dell’inglese come rinchiuso in una gabbia senza porta d’uscita, solo sbarre di fredde e arrugginite.
Non poté vederlo ma ne sentì la presenza. Di sicuro era lui, non poteva sbagliarsi, conosceva alla perfezione la sua aura amorosa. Arthur arrossi' quando percepì uno strano odore che gli fece arricciare il naso. Dall’odore sembravano rose, le sue solite rose rosse tanto amate da tutte le persone che le ricevevano  che siano donne o uomini, loro le accettavano senza pensarci troppo.
<<Hai intenzione di rimanere con gli occhi chiusi per tutto il tempo, chenille?>> si fece scappare una lieve risatina, di quelle che si potevano definire poco etero, giusto per sdrammatizzare. Gli prese il viso fra le mani e tiro' con delicatezza le gote rosse,  erano morbide e calde, non le ricordava soffici, le ricordava più fredde e più “spente”.
Arthur aprì pian piano gli occhi, essi man mano che ri-vedevano la luce del sole si colmano di lacrime che, questa volta, riuscì a trattenere. Per adesso non voleva piangere davanti a frog,  o, perlomeno,  non sull’uscio della porta sotto gli occhi vigilanti degli abitanti inglesi. Con freddezza e distacco scosto' le mani del francese dal suo volto, rifiutando anche le rose offerte. Entrò in casa senza degnato di una parola e si sedette a gambe accavallate sulla poltrona del suo salotto.
<<mon dieu… >> sospiro'  stringendosi le braccia e con fare stanco entrò in casa, chiuse la porta alle sue spalle si sedette di fronte ad Arthur congiungendo le mani. Era serio. Doveva esserlo poiché non sapeva neanche cosa dovesse dire. Non si ricordava nulla della festa,solo che aveva bevuto un po' troppo rispetto al solito.
All’inglese gli si formò un nodo alla gola, si sentiva soffocato. Soffocato da un qualche sentimento che non aveva mai provato. Nel profondo del suo cuore però poteva capirlo. Non aveva bisogno di nessun altro se non della persona per la quale provava quel sentimento così misterioso e intenso.
Il volto del francese si fece serio, aveva aggrottato le sopracciglia e i suoi occhi si erano dipinti di uno strano luccichio, quasi triste. Si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto, per confortare Arthur, si sedette accanto a lui, appoggiandogli una mano sulla coscia. Cercò,invano, il contatto visivo dei suoi occhi.
<<Avanti… dimmi tutto. Sono qui per questo, no? >> rise per rompere il ghiaccio. In qualche modo ci riuscì, visto che Arthur ebbe un sussulto. Almeno era vivo. Ne aveva avuto la conferma.

Angolo angoloso
Spero la prima parte vi sia piaciuta. Le richieste sono aperte. Ogni tipo di ship è bene accetta!✧

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