Qual è il desiderio più bello che tu possa mai aver desiderato?
Gli angoli dei suoi fogli ormai opacizzati dallo irrefrenabile e parzialmente instabile scorrere del tempo, dipingevano a mani bagnate le piume d'oro di un maestoso personaggio mellifluo. I suoi frammenti suonavano come dolce sinfonia celeste, il giallo canarino di un'aureola circolare e spessa scendeva sui capelli ribelli, insaziabili dagli schizzi del sole di mezzogiorno, rendendo il colore della sua pelle una carezza bianca che di gusto sul palato sapeva di fiori sbocciati. Le sue ossa tremavano, scuotevano gli organi dentro la corazza di ferro che si era creato, rendendo l'armatura in metallo una prigione senza via di fuga. C'era vento sul terrazzo, un caffè bollente che soffiava il suo calore, accantonato nell'angolo del minuscolo tavolino in lattice, affiancato dal corpo longitudine del ragazzo. La sua fantasia era immersa in un mondo di decadenza dove le ali d'oro del suo eterno angelo erano solo pietre senza alcun tipo di valore. La sua esistenza era ignota alla terra incolore, astratta da tanti piccoli paesaggi, spillati sulle cicatrici dei suoi ricordi rimossi. Gli alieni, protagonisti di grandi scoperte dunque razze anomale in cerca dei carnivori mangia testa, erano la bugia della superstizione, la sua mente dettava brutti giochi che gli facevano vivere la realtà sfumata da troppi colori. A detta del suo angelo, chi erano gli alieni, se non noi con le nostre differenze di colore, luogo e nascita. Chi erano gli alieni, gli infimi, i cannibali, se non noi, con il nostro egoismo incollato sulla bocca. L'umano è il diavolo che veste la tunica della divinazione celestiale. L'umano è solo l'angelo in cerca d'amore. L'umano è quel che è, terribile, ipocrita, bugiardo. L'umano è il suo protettore che si maschera da assassino. E il suo angelo gli parla attraverso gli occhi, perché lui può vedere, mentre il principe di questa storia no.
Le sue iridi erano scomparse all'interno dell'occhio, nascoste in un oblio di insicurezza che al mattino preferivano saziarsi di acqua salata, bruciata con il fuoco della sua utopica camera a gas, in un denso e perspicace sogno che silenziava la sua esistenza durante i film delle quattro del mattino. Perché gli incubi non cessano mai di esistere. I racconti narranti erano ormai un mistero perfino ai muri del suo piccolo appartamento, la sua lingua aveva smesso da tempo di muoversi all'interno della sua cavità orale -il sapore era sempre lo stesso: un palato graffiato dagli infusi bollenti segregati sotto il cuscino delle sue dicerie ingannatrici, amari, e il retrogusto rimaneva lo stesso. Rimaneva lì, se le nuvole arrivavano per un saluto piangente, l'acqua gli scorreva spesso sul viso. Il principe cadeva assieme ai colori che dipingevano il suo viso, il suo corpo, i vestiti che lo ricoprivano dalle malattie silenziose, gli oggetti inanimati e le ali d'angelo pendenti sulla sua schiena.
Ma chi era costui, se non un fantasma caduto dal cielo.
Sofferente disgrazia era la sua, era stato punito per aver commesso il peccato del diavolo: un ricordo, al posto di un altro. Secche, erano diventate le sue labbra scarlatte. Rosa, erano diventate le sue guance paffute. E intenso, era diventato il suo desiderio di poter volare. Impara, e impara a non essere affamato dalla cupidigia. Essa ti porterà solo nelle tenebre. Ma chi siamo noi, se non dei mostri bramosi fino alla dipartita della nostra anima. Le sue dita scorrevano sui pennelli indefiniti, dormienti in un eterno mondo dove le cose non avevano un cuore per riuscire ad esprimersi, scegliendo chi sarebbe stato il più adatto per definire il suo sentimento ormai a pezzi. Se decideva, sapeva che quello sarebbe stato il giusto inganno da concedere ancora sul foglio, se rimaneva, allora crollava distrutto sulla sedia, osservando il cielo dentro una sfera di cristallo e si perdeva dentro i fili dell'immaginazione. Fantasia mai spenta fin dalla nascita. Una creatura che nasceva e cresceva, fino ad oggi, ma il suo percorso era stato inchiostrato dal sangue. Occhi che volavano, e la cecità dell'infinito.
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L'Inferno veste la tunica del Paradiso
Fanfiction"Hyung, anche oggi mi dipingi tra i tuoi ricordi?" © jk_krissica | 2018