Capitolo 12: In gabbia

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Ora riesco ad aprire gli occhi e a muovermi. Mi giro intorno e vedo che sono in un camion. Ma vedo tutto a strisce verticali... no, un secondo. Sono dentro una gabbia! Non ho via di scampo! Fortunatamente c'è un finestrino, e riesco a vedere dove ci stiamo dirigendo. Vedo solo alberi e prati verdi. Buon segno. A un certo punto, entra il ragazzo con un pezzo di carne in mano. Me lo lancia tra le sbarre e io lo afferro con la bocca, poi lo mangio. Avevo proprio fame...
Il ragazzo dice <Mi dispiace, tigre. Io non vorrei portarti nello zoo, so che tu saresti triste e non saresti libera lì. Però putroppo mio padre mi obbliga a contribuire allo spostamento degli animali selvatici dal loro habitat allo zoo>.
Zoo? Non so nemmeno cosa sia uno zoo! Poi lo scoprirò, probabilmente. Il ragazzo mi porge la mano, facendola passare tra le sbarre. Io la annuso, ha ancora l'odore della carne che aveva in mano prima. Ho sentito che il ragazzo parlava con una voce rassicurante, ma anche spaventata. Perciò non fui aggressiva, gli lecco la mano e poi mi giro, dandogli le spalle. Il ragazzo è ancora lì, dietro di me. Allora mi giro e poggio il mio pesante muso sulla sua mano. Lui mi accarezza con l'altra mano e poi se ne va via, dicendo <Tranquilla, ti aiuterò a fuggire>.
Questo ragazzo mi sta piacendo, sembrebbe un amante degli animali.

La tigre dagli artigli argentatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora