"In realtà non sei messo malissimo, solo...sei un pochino sudato e gonfio" mi tasto la faccia e sento che, effettivamente, ha ragione. "Io non so come ringraziarti" mi sposto lievemente e una fitta attraversa tutto il mio corpo, un gemito esce dalle mie labbra. "Fermo così o potresti farti male" mi risistema "comunque stai tranquillo, non devi ringraziarmi. Ti ho aiutato con piacere e poi...non so nemmeno se ho cucito bene e se effettivamente è stata la cosa giusta, potresti avere delle emorragie interne in questo momento e...ed io non saprei veramente cosa fare" si porta una mano ai capelli tirandoli indietro. "Mi dispiace averti coinvolto, sarei dovuto morire lì sul ciglio della strada, se mi succedesse qualcosa ora come ora saresti nei guai fino al collo" mi fa un sorriso enorme, bellissimo e radioso per poi rispondere "non ti succederà nulla e poi un modo lo trovo sempre per tirarmi fuori dai guai" mi poggia una mano sulla fronte "sei ancora bollente, forse dovresti dormire" lo guardo incuriosito "non ho sonno in realtà, e poi...questo è il tuo letto, no? Hai bisogno anche tu di dormire, io mi sposto sul divano..." mi blocca "non ho un divano, e poi non voglio che tu ti sposti, metto un po' di coperte a terra oppure dormo su una poltrona, non mi faccio problemi tranquillo." Lo guardo lievemente rassegnato "non è giusto, fa dormire me a terra." "No" cerco di spostarmi un pochino "allora mi scosto e dormi qui accanto, faccio un muro di cuscini se non ti va" mi ferma "ho detto che va bene" sorride gentile "a me no, ti ho dato fin troppi problemi, lasciami fare almeno questo" mi guarda titubante "okay, va bene. Ma stai fermo ci penso io" mi mette una mano sotto la testa e una sotto la schiena e mi sposta lentamente verso il limite del letto. Il suo tocco è delicato e quando finisce di spostarmi, notando che ho comunque sofferto un pochino, mi asciuga la fronte con un fazzoletto preso dal comodino lì accanto. Finita questa operazione sistema due cuscini in maniera verticale al centro del letto per poi sistemarsi lui stesso dal lato opposto. In quel momento il dolore riprende costante senza lasciarmi nemmeno chiudere gli occhi per un secondo. Lui se ne accorge "cosa posso fare per aiutarti?" Prendo a respirare forte. "Nulla, distraimi, parla di qualcosa, per favore" si sporge verso di me con in volto un'espressione preoccupata "di cosa potrei mai parlarti?" Giro la testa verso di lui e dico la prima cosa che mi viene in mente "Di te."
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Piccola anima
Roman d'amourMetamoro. I destini di due ragazzi con grossi problemi alle spalle si incontrano, e cominciano a ballare all'unisono un ballo che all'inizio si chiama amicizia e che, col passare del tempo, si trasforma in qualcosa più grande, un qualcosa perfetto.