Capitolo otto

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Rimango in quello stazino, ancora sconvolta, finchè sento due mani familiari afferrarmi e girandomi vedo gli occhi di Hanna guardarmi attentamente, in cerca di qualche dettaglio del mio viso che possa farle capire come mi sento. Ma come mi sento veramente? Violata, forse. Ma non fisicamente, emotivamente. In fondo al mio stomaco, arde un leggero tepore, una scintilla minuscola si è accesa e sta facendo di tutto per non spegnersi.
Mai come in questo momento vorrei urlare.
Come è possibile che io riesca a provare delle emozioni per una persona che mi tratta in quel modo? Più ci penso e più non riesco a spiegarmelo.
Hanna mi prende il viso tra le mani e mi guarda con estrema tenerezza, quasi capisse tutto quello che mi passa per la testa. Si avvicina al mio orecchio «è tutto okay Cassie, è tutto okay. Respira. Non è successo nulla» sussurra e chiudo gli occhi cercando di calmare la tempesta che mi sento dentro.
Quando li riapro, poco dopo, Martin è a due passi da me e mi sorride in modo dolce.
Ed è in questo momento che realizzo davvero che ho degli amici, ho delle persone che tengono a me dopo che le ho desiderate per anni e anni. Volevo qualcuno che potesse capirmi e che restasse con me, in silenzio, a parlare con lo sguardo e sorridere di tanto in tanto perchè la compagnia dell'altro andava bene, era abbastanza. E ora ho due persone, due amici.
Stringo Hanna in un abbraccio e sospiro di solievo nel sentire il suo profumo dolce, calmandomi del tutto.
Non ho intenzione di spiegare nulla, voglio solo andare via e non pensare a quello che è successo.

Le lezioni scorrono velocemente e quando arriva l'ora di pranzo una nuvola di tensione mi scende sopra.
La mensa come sempre è piena, tranne per alcuni tavolini infondo alla sala, dove vedo Martin sventolare il braccio e la mano di qua e di là, così forte che per un secondo immagino gli si stacchi e che inizi a volare per conto proprio, trattenendo una risata. Non voglio che poi inizino a guardarmi male pensando io stia piangendo per davvero e non che in realtà mi stia sbellicando dalle risate a guardare quel cretino.
Mentre mi avvio verso di lui sento chiamarmi e vedo Hanna venirmi incontro, i capelli svolazzanti a contornarle il viso e un vassoio stracolmo tra le mani, le sorrido e agito la mano per poi sedermi al tavolo.
Tiro fuori dal mio zaino la scatola del mio pranzo e quando la apro, prendendo tra le dita il mio pezzo di pizza, schiaffeggio consecutivamente le mani dei due perchè come al solito volevano appropriarsi del secondo trancio, ancora nella scatola.
«Dai Cass, solo un morso piccolo piccolo» dice Martin facendo gli occhi dolci, mettendosi poi a guardare il panino molle della mensa con disgusto. Faccio sbattere il mio indice sulla sua testa per chiamarlo e lo guardo "piccolo, o mi arrabbio" lo avviso attraverso il linguaggio del segni che Hanna traduce per lui, che si avvicina con la bocca socchiusa al mio tracio, aprendola poi come un serpente farebbe per farsi entrare in bocca un elefante pochissimo prima di morderlo, staccandone più di metá in una sola volta.
"Non ho parole, letteralmente!" gesticolo e Hanna si trattiene a stento dal ridere, mentre lui mi guarda con espressione angelica, ancora masticando.
Maledetto, penso guardandolo e dando un morso a quello che rimane della pizza.

Quando torno a casa, sono felice di trovare Wes e Tom sul divano a guardare un film.
«Cassie!» urla Tom e corre ad abbracciarmi «quanto tempo oddio! Sei cresciuta tantissimo e diventi sempre più bella ogni volta che ti vedo tesoro» dice tenendomi stretta a sè, mentre mio fratello ride sommessamente per non farsi beccare. Tom è molto dolce ed espansivo, ed è forse questo che ha conquistato Wes fin da quando erano amici, proprio perchè lui è il suo opposto, tranne che con me.
"Ti voglio bene Tom e mi sei mancato tantissimo! Come va l'università?" chiedo e lo vedo subito illuminarsi «l'universitá va benissimo piccola e non vedo l'ora di laurearmi per poter fare lo psicologo Cass, davvero non vedo l'ora» spiega in tono sognante e vedo mio fratello guardarlo con orgoglio sorridendo. Li amo, sono la mia coppia preferita da sempre, fin da quando ero piccola.
«Tom resta a cena, vai a prepararti che tra poco arriverà mamma e ceneremo tutti insieme!» dice Wes tutto contento, probabilmente perchè mamma fará qualcosa di buono da mangiare.
Sbuffo e li saluto, dirigendomi al piano di sopra per andare in camera mia. Appena entro butto lo zaino per terra vicino alla porta e mi tolgo le scarpe lasciandole accanto allo zaino e poi prendo l'intimo pulito dall'armadio. Mi dirigo in bagno iniziando a spogliarmi per poi entrare subito in doccia. Subito l'acqua è gelata e la pelle mi si riempie di brividi, poi diventa calda e allora tutta la tensione accumulata durante la giornata si scioglie in pochi secondi mentre sospiro di piacere.
Dopo essere uscita dalla doccia ed essermi asciugata torno in camera e prendo dall'armadio una felpa di Wes e un paio di leggins neri.
Mi tolgo l'accappatoio e inizio a vestirmi con calma, girandomi poi verso la finestra ed è in quel momento che mi blocco. Seth mi sorride mentre se ne sta appollaiato sul ramo dell'albero mentre fuma una sigaretta. Mi ha vista? Subito una rabbia cieca mi infiamma il petto. Mi avvicino alla finestra e assicurandomi che lui mi stia guardando con attenzione, sollevo il dito medio per poi chiudere le tende. Maniaco del cazzo.

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