"Scendo"
"Prenditi le chiavi, e vai piano"
"Sì" risposi alle solite raccomandazioni di mia madre, rubai una rondella di carota cruda tra quelle che stava tagliando, le stampai un bacio sulla guancia; poi uscii.Sentivo l'aria ancora calda sulla pelle e tra i capelli umidi; il monotono rumore del motore è come se mi ipnotizzi ogni volta, ma torno alla realtà non appena un coglione si immette di prepotenza o qualche ragazzino decide di attraversare all'improvviso senza guardare né a destra né a sinistra.
"Lia"
"Ehi, alla fine ce l'hai fatta" dissi a Lara che era seduta sul muretto del Pallone (la palestra dove si gioca a basket).
"Sì, ho chiesto se potevo finire lezione 10 minuti prima"
Stavo mettendo il casco nel sotto-sella quando sentii quel fastidioso rumore che fanno le gomme quando strisciano sull'asfalto e poi vidi una macchina passarci davanti e parcheggiare qualche metro più in là: i finestrini erano tutti tirati giù, giudava Matteucci e seduto dietro c'era Enea che quando ci vide fece la sua solita espressione arrogante.
"Perfetto" commentai guardando Lara che mi ripose con un cenno di spalle."Forza ragazzee!" urlava Lara dagli spalti: erano sotto di qualche punto, ma era la prima partita della stagione e secondo me alcune stavano ancora pensando ai crafen alla nutella che vendono in spiaggia.
I ragazzi facevano a gara con quelli della squadra avversaria nel fare più casino, era quello il loro scopo: venivano solo per comportarsi da finti ultras e per guardare le ragazze in pantaloncini.Alla fine la partita l'avevano vinta e una volta terminata Chiara, Eli, Cami e Fede ci raggiunsero.
"Puzzate da far schifo" le stuzzicai.
"Vieni qui che mi è venuto un attacco di affetto"
"Nonono, Cami" protestai cercando di tenerla lontana, ma lei mi si avvinghiò al collo e si pulì la fonte sudata strofinandola sulla mia spalla.
"Che schifo!" e lei si mise a ridere.
"Eli allora vieni alla festa?" mi chiese Chiara.
"Quale festa?" le chiesi perplessa.
"Oddio stai scherzando, vero? Ne parliamo da settimane: la solita festa di fine estate ai Bazar" mi ricordò Eli
"Ahh... Non lo so raga, sapete che non mi piace andare a ballare"
"Dai Lia, vengono pure Elia e Matias" mi disse Lara cercando di convincermi.
"E viene pure Fede" aggiunse Cami.
Sorrisi guardando Fede che con sufficienza si spostò i capelli dalle spalle in modo ironico: lei ,infatti, era l'anti-femminilità fatta a persona.
"E si mette anche i tacchi!" disse Chiara.
"No aspettate di questo non avevamo parlato" si agitò Fede.
Stavamo chiacchierando fuori dal Pallone, alcune sedute alcune in piedi, quando sentii uno scossone.
"E spostati troia"
"Scusa?" era un ragazzo di Porta Nuova (la squadra contro cui si erano scontrate le mie amiche era di Porta Nuova: chiamiamo così una delle cittadine dei dintorni, per il semplice fatto che nell'800 era stato costruito un arco simile a quello nel centro della nostra città che invece viene chiamata Porta Vecchia perché il suo arco è molto più antico).
Lui fece un versetto che saprei riprodurre ma non spiegare a parole.
"Ehi, dico a te. Che cazzo hai detto?" solo in quel momento mi accorsi che non lontano da noi c'era Enea con i suoi amici.
"Che cazzo vuoi tu, finocchio, lo sai meglio di me che le vostre ragazze vengono a succhiarlo a noi perché voi lo avete troppo piccolo; noi sappiamo come farle divertire." fu tutto così veloce che mi accorsi di quel che stava succedendo solo quando mi sentii tirare da Fede e vidi le luci della polizia che stava arrivando.
Enea aveva tirato un pugno a quel ragazzo che venne subito difeso dai suoi amici e così iniziò una rissa: succedeva spesso con quelli di Porta Nuova, erano però sempre loro ad istigare, non che voglia difendere quei coglioni dei nostri, anzi, solo che almeno questo è giusto riconoscerlo.Eravamo finite a casa di Cami perché era quella più vicina.
Dato che eravamo tutte lì e i suoi erano fuori a cena, decidemmo di prenderci sei pizze e calmarci un attimo mangiandole comode sul divano.
"Quelli di Porta Nuova non si smentiscono mai" disse Lara.
"Dimmi ora perché ti ha dovuto chiamare troia" aggiunse poi.
"Ma lo sai Lara, vogliono solo mettere zizzagna: sta rissa l'avevano già in mente prima ancora di arrivare, e indipendentemente dal fatto che vincessero o perdessero" disse Eli.
"Ma appunto" concordai con lei.
"Però dai, è stato carino nel difenderti" mi disse Fede.
"Ma non l'ha fatto per me, l'ha fatto solo perché volevano fare a botte anche i nostri dopo che quello che è successo al Monte"
"Boh non saprei" disse Lara.
"Massí è così raga" disse Chiara.
"Comunque raga quanto è figo il mio boy" disse Cami.
"Occristo ci risiamo" commentó Eli.
Camilla aveva una cotta non indifferente per Lorenzo Matteucci, un ragazzo di quinta che era il rappresentate per la consulta del nostro liceo, nonché figlio della vicepresidente. Del resto metà scuola gli andava dietro: 1,80, fisicato, e soprattutto due bicipiti che Zac Efron in Baywatch ti sfido a braccio di ferro. Ma Cami poteva vederlo pure ad allenamento dato che anche lui giocava a basket, un lusso che non tutte le ragazze che gli sbavavano dietro potevano permettersi.
"Daiii, lasciatemi gioire" si difese Cami.
"Sei una cosa assurda" disse Chiara.
"Ah, tu hai poco da rimprovevare dato che ti lasci venerare dal figlio della prof mentre Andrea è in Puglia" replicó Cami.
"Ma sentila, non è vero" si difese Chiara diventando rossa.
"Guanciotte rosseee" sottolineai.
"No davvero, sapete che amo Andrea" disse Chiara seria, ma con gli occhi bassi.
Ci scambiammo tutte qualche sguardo.
"Ma che suoneria improponibile è" commentai a Fede che rispose alla chiamata di sua mamma.
Avevamo trovato una vaschetta di gelato che era in fondo al freezer come se l'avessero cercata di nascondere, ma decidemmo di mangiarlo comunque e tra tutte lo finimmo.
Verso le 3 mi svegliai e mi accorsi che ci eravamo addormentate tutte lì sul divano.
Le guardavo e senza rendermene conto sorridevo: in quei momenti mi ricordavo di quanto fossi fortunata ad averle.Direi che quella fu una giornata alla mandorla, ma alla mandorla con la buccia: ti devi impegnare per capire quale gusto abbia, come io cercavo di capire quello che stava succedendo durante la rissa, perché la buccia ti sconcentra ma alla fine ti accorgi che è dolce, come i pensieri che mi affollarono la mente mentre guardavo le mie amiche e abbracciando forte il cuscino cercavo di riaddormentarmi.
STAI LEGGENDO
Little Digs || Herman Tømmeraas
RomansaAvevamo creato attorno a noi un campo magnetico fatto di occhiate e frecciatine. Eravamo due cariche opposte che non ammettevano di attrarsi: avevamo paura di scoprire che alla fine tanto opposti non lo eravamo. "Struggente: che denota o rivela un t...