Capitolo 1

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«Ragazzi state vicini a me!» disse la guida turistica verso la classe di sedicenni, intenti a guardare ogni minimo particolare del posto.

«Ancora non capisco... Facciamo un liceo economico e ci portano a vedere un'isola dove un tempo c'erano dei dinosauri...» disse Alessia, una ragazza della classe, verso la sua amica Daniela, spaventata per una possibile eruzione del vulcano.

Quel giorno una classe di venti alunni, proveniente da una scuola di Roma, in Italia, era andata in gita ad Isla Nublar, isola che fino a cinque anni prima, ospitava tutti i dinosauri riportati in vita.

«Quindi ragazzi, come vi ho già detto, il vulcano dell'isola un tempo era attivo, ma da tre anni è stato riclassificato come inattivo. È assolutamente impossibile che erutti ancora...» rassicurò la guida, notando le facce preoccupate dei ragazzi che fissavano il vulcano, innocuo.

«Ale, io continuo a dire che moriremo qui...» disse Daniela, prendendo le spalle della sua amica e mettendosi dietro di lei come per nascondersi.

«E ora ragazzi, vi farò vedere un po' di ologrammi, raffiguranti i dinosauri che vivevano qui!» annunciò la guida entusiasta, facendo cenno a qualcuno di raggiungerla.

Da dietro un angolo sbucò un ragazzo biondo, che avrà avuto sui diciassette o diciotto anni, intento a portare tra le mani due secchi pieni di cavi.
Il ragazzo si avvicinò alla guida e iniziò a "costruire" un circuito con un proiettore, per almeno 15 minuti.

«Ragazzi, lui è Rick, il mio assistente tecnico, che si occupa degli ologrammi per i turisti!» disse lei, presentando quel ragazzo, che subito dopo si posizionò a lato della guida, in modo da poter osservare gli alunni.
Subito i suoi occhi si posarono su una ragazza: Alessia, che non appena lo vide rivolto nella sua direzione, si girò dall'altra parte.

«Dai, fai partire gli ologrammi!» disse la guida a Rick, ancora a trafficare.

L'ologramma partì e una figura di un Velociraptor fu proiettata nel vuoto.

«Qui ragazzi, un tempo c'era la gabbia dei Velociraptor...» spiegò la donna guardando l'ologramma.

«Aiuto!!! Non uccidermi! Prendi lei, è riccia e con gli occhi azzurri! È più appetitosa di me!!!» gridò Daniela in preda al panico, nascondendosi ancora di più dietro l'amica, spingendola verso l'ologramma.

«Ci stai facendo fare una figura di merda...» sussurrò Alessia alla sua amica, guardando imbarazzata gli altri che si misero a ridere.

«Ah ma... Non è vero quel coso?» chiese Daniela indicando verso la proiezione.

«Ma hanno appena detto che è un ologramma, sei scema?» disse la professoressa alla sua studentessa.

«Prof, ho capito che quello è finto eh! Intendo quell'altro... Quello dietro il Velociraptor...» spiegò la ragazza ancora impaurita, come se la cosa fosse ovvia.

«D-Dietro?» chiese balbettando la guida.

Tutti, compresa lei, distolsero lo sguardo da Daniela e ripresero a guardare verso la proiezione.

«Oh santo cielo! Un Compsognato!» gridò scioccata la guida, dicendo a tutti di fuggire perché si trattava di un vero dinosauro, seppur alto poco più di ottanta centimetri.

La guida fece per allontanare il mostriciattolo, ma così non fu.
L'animale saltò addosso alla donna e le morse un braccio, provocando le urla di dolore di lei, insieme a una ferita da cui fuorusciva molto sangue.

«Ragazzi scappate!» gridò agli alunni, che non se lo fecero ripetere due volte, iniziando a correre verso la costa dell'isola.

Tutti benché due, Alessia e Daniela, visto che quest'ultima non si poteva muovere, dalla troppa paura.

«Dany sbrigati! Non voglio morire veramente qua!» le urlò l'amica, tirando il braccio alla sua coetanea.

«Gli altri stanno andando! Ci perderanno!» gridò di nuovo.

«Ale... SCAPPA!» disse infine Daniela, prima di iniziare a correre con le braccia al vento, seguita da Alessia, a sua volta seguita da Rick.

«Dove vai?! La nostra nave è dall'altra parte!» disse ad alta voce Alessia, ma l'amica sembrava evitarla.

Alla fin della fine, i tre ragazzi si ritrovarono ai piedi di una collina, nascosti tra dei cespugli che erano sparsi lì intorno.

«È andato?» domandò Daniela, spostando lo sguardo a destra e a sinistra.

«Si moretta, è andato...» la rassicurò Rick, con uno sguardo tranquillo, visto che era sicuro del fatto che il piccolo dinosauro non avrebbe mai corso così tanto per raggiungerli.

«Per fortuna...» accennò poi al fin di fiato, la riccia, seduta a terra, respirando affannosamente.

«Dato che ci troviamo qui, possiamo presentarci!» disse il biondo con un sorriso.

«Io mi chiamo Daniela, mentre quella scansafatiche alla mia destra è Alessia, la mia migliore amica!» presentò la mora, facendo anche la parte dell'amica.

«Io, come avete sentito prima, sono Rick, l'assistente di Catherine... A proposito, dov'è finita?!» chiese poi, rendendosi conto della mancanza della guida.

«Dopo il morso del piccoletto, non l'ho più vista...» rispose Daniela, alzando le spalle.

«Ok allora... Tra poco andiamo a controllare. Comunque stavo dicendo, sono Rick e abito negli Stati Uniti, infatti sono un ragazzo "americano". Per vostra fortuna però, i miei genitori sono italianissimi e di americano ho solo il nome e la cittadinanza!» disse poi il ragazzo, alzandosi in piedi, per scrutare la sicurezza della zona.

«Perfetto! Ci troveremo bene, giusto Ale?» chiese Daniela, cercando il consenso della riccia, che si limitò ad annuire.

«Qualcosa non va? Non parli più!» le disse Rick, notando che la ragazza era seduta a fissare il terreno.

«Sarà che forse sto morendo asfissiata e che la nostra classe sarà già partita per tornare a casa! Rimarremo qui per sempre, non torneremo più a casa!» gli gridò in faccia Alessia, facendo ben capire il motivo del suo silenzio, così che Rick potesse intuire di dover rimanere zitto.

«Scusa se parlo, carina, ma c'è la barca di Catherine alla costa. Possiamo prendere quella! Su, alzati!» aggiunse poi lui, porgendo una mano alla ragazza, per farla alzare da terra.

«Per fortuna sono ancora capace di tirarmi su da sola...» disse poi Alessia, alzandosi da terra, affiancandosi a Daniela.

«Ale... Insomma, stiamo per iniziare un'avventura! In più c'è un figo con noi!» le sussurrò la mora all'orecchio, facendo alzare gli occhi al cielo alla sua migliore amica, che subito dopo si rivolse a Rick.

«Forza, prendi quella barca e andiamo. Portaci via da qui...» disse Alessia al biondo, guardandolo dritto negli occhi, che lo imploravano di portarle al sicuro.

«Non preoccupatevi, sarete presto salve!» rispose lui, gonfiando il petto e mettendo le mani a pugno sui lati del busto, prima di incamminarsi verso la costa, seguito dalle due ragazze.

"Spero di uscirne viva..." pensò Alessia titubante, "...e che tu possa veramente tenerci al sicuro!" rivolta verso Rick, ma sapendo che nulla può finire come nelle favole, ossia tutto bene...

Così finisce il primo vero capitolo, in modo molto brusco direi!
Vi piace l'inizio? In caso lasciate una stellina e un commento, così da dirmi se volete il continuo o se qualcosa non convince!
Grazie ❤️

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