Capitolo 2

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«Rick, sei sicuro che questa cosa si muova?» chiese Daniela, piuttosto incerta sul da farsi, mentre il biondo era intento a far partire i motori di quella barca, apparentemente mal funzionante.

«Prova te, io vado a chiamare la tua amichetta. Mi sembra abbastanza intelligente...» disse lui, mentre la mora provava a maneggiare su qualche pulsante del centro di comando.

«Non pensare che sia un genio eh! Ha quasi tutti nove in pagella, ma di ingegneria non credo se ne intenda!» gli disse Daniela, mentre lui era già partito per raggiungere Alessia.

La riccia era lì, appoggiata al cornicione della punta della barca, che guardava il mare, o meglio, l'oceano, che la separava da casa.

Un leggero vento soffiava da poco più di dieci minuti, e oltre che le foglie degli alberi, faceva muovere i capelli della ragazza.
Quella visuale non poté che attirare Rick, facendolo arrivare accanto a lei.

«Non eri andato a sistemare questa stupida barca?» domandò Alessia, continuando a fissare il vuoto davanti a sé, senza degnare il ragazzo di uno sguardo.

«Ci sta pensando la tua amica, io sono venuto a chiamarti per aiutarci, siamo leggermente incapaci!» disse il biondo ridendo, facendo così girare lei, che guardandolo non rispose, ma si diresse subito verso la sua migliore amica, ancora persa a maneggiare sui comandi.

«Eccoti genio, aiutami!» la prese in giro la mora, cosicché Alessia osservasse il tutto, senza capire un accidente.

«Ragazze, problemi!» gridò Rick, facendo alzare la testa alle due amiche, notando che due Ptenarodonti stavano volando verso di loro.

«Adesso ci sono pure quelli con le ali! Ale fai partire questo catorcio, muoviti!» urlò Daniela impanicata, scuotendo il corpo dell'amica.

«Ci sto provando! Ci sto provando!» le rispose altrettanto spaventata la riccia, toccando qualsiasi pulsante presente lì intorno.

«Ecco! Ci sono! Rick vieni a guidare!» esclamò Alessia, orgogliosa del lavoro, vedenti subito dopo i due volatili sempre più vicini.

«Sei grande!» si complimentò il biondo, prima di far avanzare la barca e partire verso non si sa dove.

Intanto, i due Ptenarodonti stavano provando a seguirli, fallendo non appena i tre ragazzi si fecero più lontani.

«Comunque per far partire la barca, ha solo avuto troppa fortuna, a forza di schiacciare pulsanti a caso!» aggiunse Daniela, ridendo con Rick, mentre Alessia fece finta di nulla, ma pensando a quando avrebbe potuto rivedere la sua famiglia.

«Dove stiamo andando, di preciso?» domandò poi lei, smorzando quell'entusiasmo creatosi nell'aria.

«Essendo che Isla Nublar è a circa 190 chilometri dalla Costa Rica... Credo andremo lì!» rispose il biondo, preparandosi alla reazione delle due.

«COSA?» esclamarono in coro le amiche, sperando che quello di Rick fosse uno scherzo.

«Da lì prenderete un aereo insomma, per tornare a casa... Su, almeno io sono più vicino!» disse lui, piuttosto indifferente.

«Forse non hai capito che viviamo a Roma e che siamo minorenni! Non possiamo prendere un aereo da sole!» si agitò la mora, mettendosi le mani tra i capelli, esasperata.

«Adesso che ci penso... Un piccolo ritorno in Italia non mi farebbe male. Prenderò io l'aereo con voi!» annunciò poi il biondo, suscitando un'espressione confusa sul volto delle ragazze.

«Perché? Te hai diciott'anni?» chiese Alessia, non convinta della cosa.

«Certo! Fatti una settimana fa! Perché? Sembro più piccolo?» domandò Rick, nel mentre guidava la barca, iniziando ad intravedere la terra che sbucava dell'orizzonte.

«N-No! È solo che volevo accertarmi!» rispose la riccia grattandosi la nuca, evidentemente imbarazzata per la figura.

«Andate pure a godervi il paesaggio voi!» disse infine il ragazzo, facendo uscire le due amiche dal punto di comando.

Una volta fuori, sul ponte della barca, Alessia si rimise a guardare l'orizzonte, più felice di prima, dato che anche lei si accorse della Costa Rica in lontananza.

«Dai Ale, cosa può andare storto?» chiese sicura la mora, notando poco dopo lo sguardo fulminante della riccia, capendo di aver detto una delle classiche frasi "porta sfiga".

Un verso stridulo proveniente dall'alto, fece girare le due, che rimasero con gli occhi sbarrati alla vista dei due volatili di poco prima.
Erano lì, che volavano dietro alla barca, sbattendo le loro giganti ali, mentre scrutavano la zona, probabilmente in cerca di cibo.

«Dany, non muoverti...» si raccomandò Alessia, senza schiodarsi dalla sua posizione, facendo cenno a Rick, che le vedeva dalla cabina, di accelerare, senza capire il motivo.

«E chi ha il coraggio di muoversi?» chiese ironica la mora, ridendo nervosamente, prima che uno dei due Ptenarodonti si lanciasse in picchiata verso di loro.
Voleva prendere qualcuno, e quel qualcuno era una delle due ragazze.

Ci fu un urlo complessivo delle due, ma maggiore della riccia, della quale maglietta blu venne afferrata da una zampa del volatile, che stava iniziando ad alzarsi di nuovo in volo.
Alessia continuava a dimenarsi, cercando di farsi lasciare a terra, e in questo modo non facilitava di certo il volo dell'animale.
Un senso di terrore pervase il suo corpo, non appena il pensiero della sua fine le passò per la mente: lei non sapeva nuotare.
Se l'avesse lasciata anche solo poco dopo la barca, sarebbe morta in fondo al mare; doveva solo sperare in un miracolo.
Le urla della ragazza si fecero più forti, fino a quando un'altra voce le sovrastò.

«Prendi questo!» era la voce di Rick, che fece girare Alessia e smuovere Daniela da quello stato di trans, vedendolo lanciare alcuni dei sassi presenti nel barile della nave, che sarebbero serviti per lo "spettacolo" degli ologrammi.

"L'uccello" lasciò la riccia che, trovandosi a soli tre metri d'altezza, riuscì a cadere sulla barca, senza rompersi nulla, ma prendendo una brutta botta al fianco, vista la posizione della caduta.

«Ale, dimmi che sei viva!» le disse la mora, inginocchiandosi accanto all'amica, che aveva gli occhi chiusi.

«Viva sono viva... A meno che questo non sia il paradiso!» le rispose Alessia, aprendo piano piano gli occhi azzurri e rivelando uno sguardo piuttosto dolorante.

«No, questo non è il paradiso! Sei veramente viva, grazie al sottoscritto!» le disse il ragazzo, aiutandola ad alzarsi.

«Adesso sì hai bisogno di aiuto eh!» la provocò lui, una volta trovatosi uno di fronte all'altra.

«Si, per il semplice fatto che neanche riesco a camminare...» gli rispose lei, girandosi subito dopo verso l'amica, che accennò una risata.

«Comunque... Ci siamo quasi! Quindici minuti e approdiamo!» esclamò contento Rick, tornando alla guida e lasciando così sole le ragazze.

«Noto una certa emozione nell'aria...» iniziò Daniela, facendo un sorrisetto pervertito alla migliore amica, che la guardò storto, capendo subito cosa stesse intendendo.

«Qualora dovesse succedere qualcosa, ma non succederà, non passeranno due giorni che moriremo tutti, per via di qualche mostro jurassico!» concluse poi la riccia, sbuffando per le solite frasi superficiali dell'amica, che si limitava spesso a fissarsi con l'apparenza.

«Se lo dici tu...» aggiunse la mora, raggiungendo Rick in cabina, lasciando Alessia da sola, a pensare a cosa stava succedendo.

Ehi! Ho deciso, seppur quasi nessuno legga, di pubblicare il terzo capitolo.
Avviso che finché non avrò almeno 5 letture, non continuerò!
Poi, sempre se vi va, lasciate un commento qui sotto per farmi sapere che ne pensate!
Detto ciò, ci sentiamooo❤️

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