Capitolo 2

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Capitolo 2

Alycia

Mi diressi velocemente al ristorante e mi sedetti al tavolo riservato alla mia camera, anche se in realtà non avevo per niente fame. Di nuovo, come prima al bar, continuavo a guardarmi intorno. Tutti erano tranquilli e mangiavano e chiacchieravano come se niente fosse. Beata ignoranza, nessuno si rendeva conto del gran casino che stava succedendo dentro di me.

Di Eliza nemmeno l'ombra, ma effettivamente era stato da stupidi pensare che sarebbe venuta a cena in hotel, sicuramente sarebbe andata in qualche locale della zona a festeggiare con gli altri attori presenti alla convention. Ero stata una povera illusa.

Ordinai soltanto un'insalata per evitare di rimanere al tavolo senza fare niente e cominciai a giocare col cibo, più che a mangiarlo. Dopo qualche minuto passato a torturare le foglie di lattuga e le carote alla julienne sentii una risata in lontananza, una risata che avevo sentito spesso: Eliza. Alzai fulmineamente lo sguardo dal mio piatto, al dolce suono melodico di quella sublime creatura, e la cercai disperatamente. Non la vidi e cominciai a sentire la risata allontanarsi. Panico. Mi alzai dal tavolo, corsi nel corridoio e i miei occhi finalmente la trovarono, stava uscendo dall'hotel con un vestito nero attillatissimo che le scopriva le gambe dandomi modo di ammirarle in tutto il loro splendore. Con lei erano presenti altre persone tra cui riconobbi il suo agente e due altri attori di "The Grounders" dei quali non mi interessava proprio niente, i miei occhi erano completamente invasi da lei, tanto quanto lo era il mio cuore.

Il mio istinto mi diceva di correrle dietro, di seguirla, di andare ovunque lei andasse, anche a costo di dover correre per chilometri interi su quei tacchi scomodissimi. Le mie gambe però non reagirono e rimasi immobile, nessuno dei miei muscoli si mosse. Nemmeno il miocardio. Lei uscì e la mia occasione svanì insieme alla mia dignità.

Dopo pochi secondi mi ripresi e mi voltai, affranta, per tornare al mio tavolo e cercare almeno di finire la cena, ma fatti nemmeno tre passi sentii le porte scorrevoli aprirsi di nuovo.

"Aspettatemi, ho dimenticato il telefono in camera!" urlò Eliza.

Una campana di allarme si accese nella mia testa, faceva un chiasso infernale. Cercai di analizzare la situazione. Avrei forse dovuto salire in ascensore con lei facendo finta di tornare in camera? In questo modo avrei potuto almeno vedere a che piano alloggiava. Per di più sarei rimasta per ben trenta secondi buoni sola con lei potendo assaporare di nuovo il suo profumo. Avrei addirittura potuto far finta di sentirmi male per farmi soccorrere o anche premere il pulsante di allarme per far fermare l'ascensore. Mille scenari mi attraversavano la mente, ma ero cosciente del fatto che dovevo prendere una decisione alla svelta perché lei stava già quasi per raggiungermi. Potevo sentire i suoi tacchi con il loro ritmo ancheggiante sbattere contro la moquette.

Eliza si fermò accanto a me e mi resi conto di essere già davanti all'ascensore fin da prima.

Mi guardò ed io guardai lei, in silenzio. Mi accennò un sorriso. Un battito, due battiti, tre battiti. Ok, il cuore stava funzionando.

"Sali?" mi chiese.

"Ehm.... sì" risposi.

La meraviglia bionda davanti ai miei occhi premette il pulsante dell'ascensore e questi si aprì quasi immediatamente. Salimmo entrambe.

Mi sentivo accaldata.

"A che piano vai?" mi chiese.

Al tuo... pensai.

"... terzo" dissi invece.

Eliza premette soltanto il bottone del terzo piano.

"Anche io" affermò subito dopo.

Grounders-Con [Elycia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora