Capitolo 2

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-"Siamo costretti a trasferirci a Boston, non riusciamo più a pagare l'affitto, non ci bastano i soldi e vostro padre ha trovato un'offerta di lavoro proprio in una delle città più belle del Massachusetts" dice mamma con un filo di voce.

Spalanco gli occhi
Non riesco a crederci. Abbandonare tutto? Diciassette anni circondata dalla natura più intensa, dai prati che si estendono per chilometri, dall'odore delle uova appena raccolte. Non ho uno stile di vita cittadino, ho sempre odiato la città.
L'inquinamento, il traffico, le urla, la puzza... Bleah mi viene il vomito solo a pensarci.
Con la coda dell occhio noto che Alex ha serrato la mascella e stretto i pugni
Lui è fatto così, vuole farsi credere un duro al quale non frega niente e che non fa trapelare nessuna emozione, odia piangersi addosso e odia la gente che lo consola.
'Salvati da solo' ecco la sua prima regola.

Vorrei piangere, urlare, dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in gola.

-"Mamma ma io qui ho un sacco di amici"
-"Lo so Emma lo so, ma ne troverai tantissimi anche lá"
Emma scoppia in un pianto isterico, papà la abbraccia e le sussurra qualcosa all'orecchio.

-"Ho bisogno di un po' d'aria, non aspettatemi per cena"
Mi alzo e mi dirigo verso la porta, sento il peso dello sguardo di tutto addosso, ma non mi importa, ho solo bisogno di restare da sola.

Non ho una meta, non ho una strada da seguire, ma appena esco corro verso Kristel.

-"Ciao cucciola, non mi sono dimenticata di te, vieni andiamo a fare una passeggiata"
Accarezzo il suo manto bianco, chiazzato da piccoli puntini marroni.
Poi passo alla criniera bionda e bacio il suo muso, tra i suoi occhi blu oceano.
Io e Kristel abbiamo un forte legame, esteticamente siamo uguali ed entrambe abbiamo una macchia a forma di stella che ci caratterizza dagli altri.
Io ce l'ho sulla spalla e lei sulla zampa. Io so e lei sa.

Monto in sella e galoppo passando per il bosco fino a raggiungere un laghetto poco distante dal mulino. Scendo da cavallo e mi siedo al bordo del piccolo lago, mi sporgo per vedere il mio riflesso.

-"Cosa ne sarà di me una volta arrivata in città? Frequenteró un'altra scuola, lí tutti ti giudicano senza nemmeno conoscerti, ma sinceramente io non voglio conoscere nessuno. Sto bene da sola, sono sempre stata bene da sola. Non ho bisogno di nessuno, la gente è capace di farti sentire uno schifo in meno di due secondi, quando sono loro i primi a fare schifo"

-"Magari non fanno tutti schifo" sento una voce alle mie spalle
-"E tu chi sei?" Bene perfetto avrá sentito tutto
-"Mi sono appena trasferito, piacere Christopher"
-"Non hai paura di una ragazza che parla da sola?" domando.
-"Forse un po', magari sei una psicopatica che sta preparando un omicidio"

Mi sfugge un sorriso.
-"Non lo saprai mai"
Adesso è lui a sorridere

Lo osservo mentre si siede vicino a me, sempre mantenendo una certa distanza.
Una ciocca di capelli gli va davanti alla faccia, lui con molta eleganza se la sposta dietro l'orecchio. Ha un fisico slanciato e molto curato, gli occhi sono castani dello stesso colore dei capelli.

"Non sbavare" ridacchia
"Cosa? Nonono sei fuori strada, non ti conosco neanche"
"Non serve conoscermi per sbavarmi dietro, sai lo fanno molte ragazze"

Alzo gli occhi al cielo. Borioso.

Si sta facendo sera. Sento un ululato. Devo scappare.
"Ehi dove vai?"
"Devo andare"
"Non mi hai detto il tuo nome" sorride
"Chiamami 'la ragazza che parla da sola' " rido e salgo su Kristel

Un altro ululato. Non ho molto tempo.

*************
Ehi ehi ehi scusatemi tantissimo, non ero più molto convinta di continuare,
ma ora sono qui!
Spero vi piaccia 🌹

~Sara🌸

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