CAPITOLO 2
Erano ormai quasi due settimane che io e Manuel ci frequentavamo. Lui era proprio bello, elegante, raffinato, un pezzo grosso della D&A. Ancora non mi capacitavo di cosa avesse trovato in me. Ma soprattutto fu strano come i nostri destini si incrociassero. Tutto iniziò un mesetto prima, in una lavanderia a gettoni. Non avendo l'asciugatrice a casa ero solita ogni settimana andarci per lavare quanto meno le lenzuola in modo tale da non doverle stendere nel piccolo monolocale in cui abitavo. Non avevo oggettivamente lo spazio. Né il tempo per farlo. Quella mattina dopo aver caricato la lavatrice per il lavaggio, mi sedetti sulla sedia ad aspettare con gli auricolari per ascoltare un po' di musica.
Entrò Manuel e mi chiese dove si dovesse ricaricare la tessera e lo aiutai con la macchinetta e si sedette di fianco a me. In silenzio.
Mi sentii imbarazzata alla sua vicinanza soprattutto per il modo in cui ero conciata. A pensarci ancora rabbrividivo. Pantaloni della tuta, scarpe da ginnastica e felpa over-Size con cui ero solita stare in casa.
Lui invece camicia e pantaloni eleganti, occhiali da sole e capelli perfettamente ingellati.
«Cosa ascolti?»
«Mah.. Hip hop veramente.. »
«Anche a me piace. Magari dall'abbigliamento non si direbbe, ma ballavo in street.» mi sorrise e io non potei fare a meno di immaginarlo in canottiera tutto sudato a ballare in strada con una gang. Solo all'idea iniziò a palpitarmi il cuore.
Feci lo stesso la disinvolta « Beh potresti lanciare una nuova moda.. "Popping in smoking"»
Rise. Dentatura perfetta. Sorriso suadente.
«Dove vai a ballare di solito? Ti sfido in "battle " non mi fai paura» sempre sorridendo e schiacciandomi un occhiolino.
Guarda che accetto la sfida eh? Tutti i giovedì sera sono al "Blackinn", lo conosci? Lo hanno aperto da poco. Musica giusta.» dissi e aprii e richiusi le braccia incrociandole sul petto.
Quel giovedì mi preparai per andare a ballare con particolare attenzione, misi un top corto che accentuava i miei addominali, con sopra una maglia di rete bianca e un pantalone nero largo oversize. Guantini di pelle, coda alta ai capelli e orecchini a cerchio.
Non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo se sarebbe venuto, anche se morivo dalla voglia di incontrare il mio misterioso sconosciuto.
Iniziai a ballare con i miei amici e a metà serata il mio pensiero fisso si era già dissolto: la musica, il ballo e la compagnia giusta erano l'alchimia perfetta del mio buonumore.
Ad un tratto sentii qualcuno ballare sinuosamente alle mie spalle, mi sentii cingere la vita con delle braccia virili e muscolose. Il suo bacino contro il mio ondeggiava a suon di musica.
Agitai il corpo come non mai, pensando fosse un mio amico e mi lasciai trasportare.
Su e giù, destra e sinistra, piroette e con la coda dell'occhio capii che non era un ballerino conosciuto. Quando mi girai e lo guardai spalancai gli occhi pieni di stupore: stavo ballando con Manuel e che ballo: sprizzava sensualità e energia da ogni poro.
«Accipicchia. Non scherzavi mica» gli sussurrai nell'orecchio.
«E neanche tu» disse prendendomi la mano e facendomi girare fino ad un "cambré". Risalii piano con la schiena Fino a giungere a pochi centimetri dal suo viso. I nostri occhi si fissarono, gli uni dentro gli altri.
«La prossima canzone voglio ballarla con te» mi disse.
«E anche la prossima ancora» aggiunse sorridendo.
La serata finì davanti ad un chiosco di panini, al profumo di salamella, seduti sul marciapiede, davanti ad una strada pressoché deserta vista l'ora tarda, con il chiarore dell'alba che stava per spuntare dietro i tetti delle case ancora assonnate.
«Sono stata benissimo. Mai arrivata a quest'ora della notte, o devo dire del giorno? Tra un po' suonerà la mia sveglia a casa per andare a lavoro e sono ancora in giro.»
«Come la sveglia? A che ora ti alzi?» mi chiese perplesso.
«Beh alle 7: vado a correre solitamente nel parco dietro casa, doccia, colazione e poi vado in azienda»
«una donna di mille risorse» sorrise «E dove lavori? È vicino?»
«si chiama D&A»
Mi bloccò.
Lo guardai sorpresa.
«Anche io lavoro lì. Strano perché se ti avessi vista, ti avrei certamente notata.»
«Davvero???» spalancai gli occhi. Vedendo la sua reazione specificai « Davvero, cioè, nel senso che lavori li.. Non che mi avresti notata» balbettai, ma ci accorgemmo entrambi che stavo farfugliando e complicando la mia risposta. Dopo una risata generale aggiunsi semplicemente «sono stata assunta solo da pochi giorni. Sai ho un contratto a progetto e soprattutto a tempo determinato »
«Ah ecco perché. Io lavoro lì da qualche anno ormai. Sono responsabile ufficio marketing. Devo dire che le scelgono interessanti le collaboratrici. Dovrò complimentarmi con l'ufficio del personale.»
Arrossii « Daiiii!»
«Andiamo, ti accompagno a casa„
Si alzò e mi porse la mano per tirarmi su dal marciapiede.
Provai un'emozione indescrivibile al contatto con lui, nonostante in discoteca avessimo ballato per tutto il tempo insieme. Quello però era alla luce del sole e aveva un effetto più reale rispetto al buio e alle luci colorate del locale.
Camminammo vicini e una volta davanti casa mi abbracciò e mi diede un lento bacio sulla guancia.
«Hai un profumo buonissimo. Credo che tra qualche ora in ufficio potrò riconoscerti anche ad occhi chiusi, nel caso tu scomparissi come Cenerentola dopo il ballo. La tua fragranza sarà la tua scarpetta di cristallo»
«E tu saresti il principe azzurro?» chiesi con aria sognatrice.
«Ovviamente. Al tuo servizio» e fece un buffo inchino.
«Dobbiamo migliorare questo atteggiamento signor Principe. Ha bisogno di ripetizioni di stile» sorrisi.
«Non vedo l'ora» e mi prese il viso tra le mani. Lo portò vicino al suo, mi guardò ora serio e mi baciò.
«Ci vediamo dopo» e stava per allontanarsi quando io lo chiamai «Manuel aspetta.»
Si voltò e mi fissò .
«Spero di vederti dopo, anche se..»
«Anche se?»
«Magari è meglio che non mostriamo che ci conosciamo. Lo dico sia per te, dato il tuo ruolo importante che potrebbero farti storie. Sia per me poiché potrebbero pensare io sia raccomandata.» sospirai «Anche se mi dispiacerà da morire»
«Anche a me. Ma se è questo il prezzo da pagare per vederti dopo, lo sopporterò con meno fatica. Anzi. Non vedrò l'ora di arrivare a fine giornata solo per rivederti»
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Niente è come sembra
General FictionPensi di conoscere realmente le persone che ti sono vicine? Credi davvero che tutto sia come sembra? Sandra lo imparerà presto che nulla è come sembra.