Dai, calmati Sandra e dimmi cosa è successo oggi? Ma vuoi che faccio una segnalazione anonima per controllare queste due tizie?»
No Manuel, non ti devi intromettere. Devo cercare di cavarmela da sola purtroppo , anche se sono veramente spietate queste due!» abbassai gli occhi e guardai il cocktail che avevo tra le mani. « È realmente dura e non so per quanto potrò continuare così. Ogni giorno me ne combinano una. Ma tu non c'entri. Non è nemmeno il tuo ufficio. Se mi facessi aiutare potrei apparire come la bambina capricciosa che chiede aiuto al papà..»
Per essere il tuo papà, mi stai dando del vecchio?» sorrise «Dai sdrammatizzo. Non fare il broncio: a me piaci quando sorridi»
Da qualche settimana ci frequentavamo e tutto era così dolcemente romantico e perfetto: ci capivamo subito al primo sguardo e il tempo trascorso insieme passava veramente veloce talmente tanta era la sintonia.
Ci incontravamo solitamente dopo il lavoro per un aperitivo che spesso finiva in una cena e se non mangiavamo insieme, passavamo la serata al telefono per ore.
Avevamo scoperto di avere molti punti in comune oltre la danza, e la voglia di parlare e di ascoltare li aumentava di giorno in giorno.
Quella sera avevamo scelto una cenetta a casa mia, cinese per l'esattezza.
La televisione era accesa su un canale dove trasmetteva un programma chiamato "catfish- false identità " basato su persone che si conoscono tramite chat e che non si rivelavano mai per quello che erano: grazie a questo programma scoprivano realmente chi fossero.
«Non bisogna mai credere a chi si ha davanti, figuriamoci dietro ad una tastiera» esordì Manuel versandosi dell'acqua nel bicchiere.
Io lì per lì non capii a cosa si stesse riferendo e lo guardai sorpresa.
«Scusa?»
questo programma. Dico solo che molte persone vanno proprio a cercarsi i guai da soli con le loro stesse mani»
Beh, forse è vero. Però uno cerca di vedere sempre la buona fede degli altri,no?»
Si ma io non mi fido nemmeno di mia madre, tutto qui. » concluse il discorso pensieroso e non me la sentii di continuare questa discussione.
Ci sedemmo sul divano per vedere un film quando squillò il suo cellulare. Guardò il monitor e mise silenzioso continuando a guardare la TV. Era serio e taciturno. Non fecero in tempo a togliersi i titoli iniziali che il suo telefono iniziò a squillare nuovamente. Seccato lo prese in mano e iniziò a scrivere velocemente. Non dissi niente e non lo guardai, anche se con la coda dell'occhio percepivo che era stizzito.
A metà film si vedeva che non era tranquillo, continuando a cambiare posizione sul divano, quasi come se fosse seduto sui carboni ardenti fino a quando si alzò definitivamente e si accese una sigaretta e uscì a fumare sul balcone.
Lo guardai attraverso lo specchio e vidi il suo volto nuovamente illuminato dal display del telefono fino a quando rientrò venendomi incontro e mi baciò sulla fronte.
«Mi sono dimenticato di mandare un paio di email. Devo spedire dei documenti per domani prima che mi rompono le scatole dalla mattina. Vado. Ci vediamo verso le 19 per apericena?»
«Ok. Anzi no, non posso. Ho promesso a mia mamma di passare da lei ad aiutarla a spostare un mobile in sala. È pieno di miei libri e voleva ridarmeli o comunque vedere cosa farne perché sono parecchi. Ci sentiamo per il dopo cena va bene?»
Annuì senza aggiungere altro e chiuse la porta alle sue spalle.
Non ero tranquilla quella sera senza saperne il motivo o forse sì.
Aprii il rubinetto della vasca e il vapore lentamente iniziò a scaldare e annebbiare i mobili e lo specchio.
Mi spogliai lentamente e mi immersi fino al collo. Anche in estate amavo l'acqua bollente e la sensazione di abbandono che mi faceva provare la pressione bassa.
Cosa mi nascondeva Manuel? In fondo lo conoscevo da poco ma parlavamo così tanto: non poteva avere nessun segreto. E poi tra il lavoro, le telefonate e le cene trascorse insieme mica poteva avere il tempo di tradirmi o di avere qualche altra situazione in ballo.
Cercavo di convincere me stessa, insicura cronica, bisognosa di certezze. Ma poi che certezze andavo cercando dopo così poco tempo di frequentazione?
Suonò il telefono ed era proprio lui: l'oggetto dei miei pensieri.
" mi spiace essere andato via così di corsa. Avrei voluto restare a guardare il film con te accarezzandoti il ciuffetto ribelle dietro il tuo orecchio destro. Avrei voluto addormentarmi sul divano appoggiato a te sfinito dalla giornata di lavoro e avrei voluto svegliarmi nel cuore della notte con la luce ancora accesa del televisore e la voce di qualche politico noioso di qualche dibattito e noi che ci trasciniamo nel letto senza neanche capire dove ci troviamo. Spero domani ti libererai presto e che riusciremo a vederci. Buonanotte M."
Sorrisi e sprofondai sotto le bolle di schiuma tappandomi naso e bocca come se dovessi fare una gara di apnea e rimasi così per qualche secondo.
Riemersi spalancando i polmoni a prendere più aria possibile e mi battei una mano sulla testa. Ero sempre la solita scema. Perché dubitare di lui? Di sicuro era qualche chiamata di lavoro. Non mi nascondeva nulla e io come al solito pronta a rovinare tutto.
Uscii dalla vasca e mi coprii con l'asciugamano rosa a cuori bianchi che mi aveva regalato mamma l'anno scorso a Natale. Brutto era brutto ma era rimasto morbido anche ai miei lavaggi inesperti. Mi avvolsi stretta e chiusi gli occhi.
Puntai la sveglia come sempre prima di andare a dormire per far la mia solita corsetta mattutina.

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Niente è come sembra
General FictionPensi di conoscere realmente le persone che ti sono vicine? Credi davvero che tutto sia come sembra? Sandra lo imparerà presto che nulla è come sembra.