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~ Prato ~

Osservavo il sole penetrare dalla finestra, leggermente aperta, davanti alla mia scrivania in quella insolita e calda mattina di domenica, una leggera brezza si insinuava nella stanza facendo suonare le campane a vento che il mio coinquilino aveva...

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Osservavo il sole penetrare dalla finestra, leggermente aperta, davanti alla mia scrivania in quella insolita e calda mattina di domenica, una leggera brezza si insinuava nella stanza facendo suonare le campane a vento che il mio coinquilino aveva posto al suo arrivo nell'appartamento in modo che tenesse lontano con il suo suono gli spiriti maligni a sua detta.
La cosa non mi turbava, era rilassante sentire quelle campanelle suonare quando il vento le sfiorava, riuscivano a rilassarmi e allontanarmi da ciò che mi preoccupava.

«Credo non sia il caso di lavorare di domenica» la voce del mio coinquilino mi colse alla sprovvista. Sussultai spaventata, mi voltai verso la sua voce e lo trovai appoggiato al muretto che divideva una parte del salotto dalla cucina, mentre sorseggiava del tè appena fatto.
Potevo sentire l'aroma di limone fino alla scrivania, era solito usarne molto donando un profumo distinto alla stanza, accennai un sorriso e tornai al mio lavoro non dandogli troppa importanza.

«Sono solo delle scartoffie farò in fretta» lo rassicurai raccogliendo dal piano la biro che avevo poggiato poco prima. Sentii i suoi passi avvicinarsi a me in modo lento ma deciso, sistemai alcuni fogli uno sopra l'altro leggermente in panico e ripresi a scrivere.

«Puoi pensarci lunedì » mi fece notare poggiando una tazza di tè alla scrivania, l'aveva preparata apposta per me, come ogni volta che pensava a se stesso, non riusciva a non fare qualcosa anche per gli altri. Mi tolse delicatamente la penna dalle mani e la ripose nel bicchiere in latta che custodiva tutto ciò che utilizzavo per annotare, firmare e sottolineare.

«Grazie» mormorai portando leggermente indietro la sedia, recuperai la tazza dal piano e alzai gli occhi sul suo volto, sembrava essersi svegliato da poco, la pelle perfetta era segnata dalla forma del cuscino e gli occhi tondi erano leggermente gonfi.
Accennò un sorriso dolce e con la mano libera mi scompigliò i capelli per poi tornare verso la cucina fischiettando.

«Programmi per oggi?» chiese riponendo nel lavandino ciò che c'era di sporco ancora in giro, la sera prima eravamo rincasati tutti tardi e nessuno aveva avuto le forze per riordinare la casa. Mi alzai dalla sedia e andai verso di lui superando il divano dove notai la figura dormiente della terza coinquilina Chaeyoung.

«Adesso non più, tu?» chiesi riponendo la tazza vuota nel lavabo, recuperai la spugna dal ripiano e mi misi a lavare le stoviglia annoiata, mentre nella mia testa il lavoro non mi dava tregua.

«L'oblio, potremmo passare la giornata insieme, magari coinvolgere Chaeyoung» disse entusiasta Minho indicando la ragazza che sentendosi nominare scattò, alzando la testa vero di noi tenendo gli occhi rigorosamente chiusi.

«Voi provate soltanto per scherzo a svegliarmi per le vostre cagate e io vi distruggo» subito dopo tornò a dormire come se nulla fosse successo.

«oppure no» scherzò Minho rubandomi un sorriso divertito, recuperò dal cassetto uno straccio pulito e si mise ad asciugare le stoviglie attendendo un mio responso sulla sua proposta.

Elevator || JonghyunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora