1

8.7K 273 22
                                    


Probabilmente era già mattina, lo capivo nonostante avessi ancora gli occhi chiusi perché le suore dell'orfanotrofio in cui ero iniziavano a trafficare in cucina per preparare la colazione. Ormai non facevo più neanche tanto caso a tutto quel rumore perché dopo nove anni ci avevo fatto l'abitudine, così in conclusione scelsi di continuare a dormire.

Certo era un'impresa dormire in quel letto che sembrava un tavolino ma insomma meglio continuare a sognare che svegliarmi e venire investita da quella vita piena di bambini urlanti e suore che davano di matto perché non riuscivano a farsi ascoltare.

Stavo per riaddormentarmi quando all'improvviso si aprì la porta della minuscola stanza in cui ero.

-Jane sveglia, forza bambina apri gli occhi tra poco verranno a scegliere qualcuno da adottare. - suor Elise faceva così tutte le mattine in cui qualcuno decideva che sarebbe venuto a prendere qualche bambino. Non si rendeva conto che avendo diciassette anni era quasi impossibile che qualcuno mi adottasse.

-Non verrò tanto è inutile, nessuno mi adotterà ormai sono troppo grande quindi preferisco rimanere nel mio letto a dormire. -
-Su smettila di protestare e scendi a fare colazione dopo quando hai finito vai a farti una doccia. -

Non ho mai conosciuto una persona più ostinata di quella donna riusciva sempre ad averla vinta, tuttavia le volevo veramente molto bene mi aveva accolta nel suo orfanotrofio e aveva sempre cercato di non farmi mancare nulla.

Mi alzai e mi recai nella grande mensa dove tutti i bambini stavano facendo colazione, presi giusto una macedonia che consumai molto lentamente di proposito, cercavo in tutti i modi di non presentarmi, e devo dire che ci stavo anche riuscendo perché la mensa si svuotò completamente ero rimasta solo io, ma il mio piano fallì quando suor Elise mi fulminò con lo sguardo. Dopo averle rivolto un sorriso innocente andai in bagno per farmi una doccia.

Azionai il getto d'acqua calda e mi ci misi sotto, ogni volta stavo moltissimo tempo dentro perché iniziavo a pensare e i minuti volavano. Quella mattina però dovevo fare veloce e pure tanto perché sennò quella donna avrebbe sfondato la porta e mi avrebbe portato giù in accappatoio.

Feci una doccia in tempo record e ritornai in camera per scegliere qualcosa da mettere. Appena vestita suor Gemma bussò alla porta e capii che era arrivato il momento, non vedevo l'ora che finisse perché nonostante fossi contenta per quei bambini provavo una grande invidia nei loro confronti dal momento che avrebbero potuto avere un'infanzia normale, quella che io non avevo avuto.

-Avanti bambini mettetevi in riga. - urlò suor Elise.

-Sembriamo carcerati. - le dissi cercando di farci mettere in una maniera meno imbarazzante. Lei mi ignorò e mi diede una carezza seguita da un sorriso, faceva sempre così quando non ti ascoltava.

Iniziai a pensare a quanto sembrasse schizofrenica in queste occasioni, ma i miei pensieri furono interrotti da suor Gemma che annunciò l'arrivo della famiglia. La porta si aprì rivelando un uomo sulla ventina forse, si teneva molto bene. Vestito in giacca e cravatta, alto, con dei muscoli molto evidenti, capelli corvini che lasciavano qualche ciocca ribelle cadere sul suo viso e occhi blu intenso: indiscutibilmente un bell'uomo.
Lo stavo ancora studiando quando mi guardò, così per l'imbarazzo abbassai gli occhi e iniziai ad agitarmi. Ero sicura che mi stesse ancora guardando perché avevo ancora la sensazione di uno sguardo che brucia addosso quando suor Elise alzò la voce per attirare l'attenzione e parlò:

-Bambini lui è il signor Kieran Moore. Oggi adotterà uno di voi. Signor Moore può anche avvicinarsi per conoscere meglio qualcuno dei nostri ragazzi. -

L'uomo sorpassò una parte di bambini fermandosi di tanto in tanto, sicuramente avrebbe scelto Eleonor una bambina di quattro anni che sembrava una bambolina, aveva occhi azzurri e boccoli biondi. Non c'era dubbio avrebbe scelto lei. Stavo ancora pensando quando lo vidi fermarsi davanti a me, non osai alzare lo sguardo. Speravo solamente che decidesse di sorpassarmi presto perché io stavo letteralmente andando a fuoco.

The Alpha and the Rebel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora