Capitolo 1

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Rachel si stava incamminando verso la scuola. Era il primo giorno di seconda superiore. Di solito, appena finite le vacanze, tutti sono contenti di rivedere i compagni, ma se era così per gli altri, non era così per Ray. Se c'era una cosa che odiava, era andare a scuola.
Arrivò davanti all'imponente edificio e un mucchio di ragazzi e ragazze le esplose davanti agli occhi. Si guardò intorno, poi scorse un muretto e si andò a sedere. Quello era il suo muretto, il muretto di mattoni color carminio sul quale si rifugiava quando voleva stare da sola, quando nessuno era lì per consolarla. Quando nessuno era nei paraggi, lei si sedeva lì e pensava alla sua vita. La sua vita si poteva paragonare all'inferno: era come se Dio fosse arrabbiato con lei, e cercasse di punirla in tutti i modi possibili.
Il suono della campanella la riportò alla realtà, e, reprimendo il desiderio di scappare, si avviò verso l'ingresso a testa bassa.

Rachel entrò in classe. Tutti i banchi erano già occupati, le restava solo il primo accanto alla finestra. Con un sospiro di riluttanza, camminò fino al suo posto e si sedette.
<<Ehy Ray, come è andata l'estate?>> le domandò una voce da dietro. La ignorò. Ecco perché non voleva sedersi lì. <<Scommetto che hai fatto un sacco di conquiste!>> continuò la voce.
<<Smettila, Edward!>> gli rispose Ray, mordendosi il labbro inferiore.
<<Oh, avanti! Ho appena iniziato!>> rise malignamente il ragazzo.
<<Forza! Raccontami qualche tua avventura! Chissà quanto hai scopato... sei proprio una puttana.>>
Ray si morse il labbro più forte, quasi fino a farsi uscire il sangue. Non doveva piangere. Per nulla al mondo.
<<Sono curioso di vedere quanti ragazzi riesci a farti quest'anno! E->> l'entrata del professore di matematica lo fece zittire, e Ray ringraziò mentalmente l'insegnante, il quale iniziò la sua lezione.

Giunto l'intervallo, Rachel corse fuori dalla classe. Stava per entrare nel bagno, ma Edward fu più veloce di lei:<<Ehy, scema, dove pensi di andare?>> la prese per il braccio e glielo strinse. Ray contrasse il viso in una smorfia di dolore.
<<Ti prego, basta...>>
<<Cosa? Ma come ti permetti?! Qui gli ordini li do io!>>
Altri ragazzi sbucarono da un angolo:<< Ehy, Eddie! Che succede qui?>> chiese uno di loro.
<<Nulla, sto solo dando una lezione a questa qui...>>
<<Allora hai bisogno di aiuto!>>

La spinsero e lei sbattè contro il muro.
Lei gemette dal dolore. I ragazzi si avvicinarono e l'accerchiarono. Prima la punzecchiarono un po', poi iniziarono a darle davvero fastidio: le mandavano tante frecciatine, provocazioni. Non
seppe per quanto tempo continuarono, ma ad un tratto, si fermarono:<<Ragazzi. Che cazzo state facendo?>> Ray alzò lo sguardo sul suo salvatore e sgranò gli occhi.
<<Ehy, Zack...>> rispose Edward, impaurito:<< Noi, stavamo... ehm... stavamo...>>
<<Non prendermi per il culo, idiota! Andatevene da qualche altra parte e prendetevela con qualche altro coglione come voi!>> urlò Isaac.
Il gruppetto di ragazzi se ne andò a gambe levate e Zack si avvicinò a Ray:<<E adesso? Vuoi darmi della puttana anche tu?>> chiese spaventata a morte.
<<Non dire cazzate...>> le rispose, più gentilmente:<< Sei Rachel Gardner, giusto?>> continuò, ricevendo un cenno positivo dall'altra:<< Sono stato nell'ufficio della preside... e ha detto che devo prendere delle fottute ripetizioni...>>
"Si, ho capito, ma perché lo stai dicendo proprio a me?" Pensò Rachel:
<<...e sei tu che devi darmele...>> finì Zack, sbuffando.
<<Ti devo dare ripetizioni?!>>
<<Cazzo, ma ci senti?!>> le urlò contro:<<Oggi a casa tua.>> e se ne andò per la sua strada.

Ray se ne stette in piedi, in mezzo al corridoio, più ferma di palo. Era la prima volta che qualcuno la proteggeva. Era la prima volta che qualcuno la salvava.
La campanella suonò e Ray camminò come un'automa in classe, pensando a quello che era appena successo e non prestando attenzione alla lezione..

<<Sono a casa!!>> urlò Ray, appena entrò nella sua abitazione.
<<Ciao, cara!>> le rispose la voce di sua madre. Sul viso della ragazza spuntò un sorriso a trentadue denti e corse in cucina. Diede un forte on abbraccio a sua madre.
<<Forza, Ray. Mangiamo.>> si sedettero a tavola, con un'enorme piatto di pasta fumante davanti.
<<Papà?>>
<<L'hanno trattenuto a lavoro.>>
"Meno male..."
<<Come è andata a scuola, oggi?>>
Ray ingoiò il boccone:<<Bene...>> mentì:<<Mamma, oggi viene un mio compagno a casa. Ha detto che vuole ripetizioni...>>
<<Ah, chi è?>>
<<Isaac Foster.>>
<<Quello con le bende? Sapevo che andasse male, ma non così tanto...>>
Finirono di mangiare e sparecchiarono. Ray si rifugiò nella sua camera.

Ray, sdraiata sul letto, con le cuffie tre nelle orecchie e gli occhi chiusi, era persa nella musica, una delle sue grandi passioni insieme al cucito. Per questo, quando suonò il campanello, lei non lo sentì. Non udì sua madre che la chiamava, così come non si accorse dei passi che salivano su per le scale e la maniglia della sua porta che si abbassava.
<<Ray, tesoro, è arrivato il tuo  amico...>>
Solo in quel momento aprì gli occhi azzurri come il cielo limpido e li puntò sulle due figure davanti a lei. Annuì piano, e sua madre se ne tornò al piano inferiore.
Ray si levò le auricolari e puntò lo sguardo sul ragazzo.
<<Ehm...>> iniziò imbarazzata:<<Sei già qui?>>
<<Problemi?>> le rispose aggressivo Zack, interrompendo il contatto visivo e tirando fuori il cellulare.
<<No, no... scusa, non volevo farti arrabbiare...>> balbettò, a disagio:<<Cos'hai portato?>> continuò poi, dopo un momento interminabile di silenzio.
<<Eh?>>
<<Ti ho chiesto quali materie hai portato.>>
<<Le materie di 'sta minchia, ragazzina. Pensi davvero che mi ci metta d'impegno? Io tiro fuori un libro e tu mi fai i compiti, io non faccio un cazzo.>>
Ray si stava innervosendo non poco:<<Cosa farai poi, ogni risposta errata cinquanta dollari?
Mi spiace, ma io non sono la tua schiava.>> gli fece notare:<<E se questo non ti va bene, trovati qualcun altro che ti faccia gli esercizi. Qui non sei il benvenuto.>>
<<Si, hai ragione. Anzi, quell'Eddie aveva ragione. Sei proprio inutile.>> le sputò addosso, freddo come la roccia, e se ne andò, sbattendo la porta della camera.
Ray affondò la testa nel suo cuscino, mentre pensava alle parole del compagno. Anche se non ci teneva, facevano male lo stesso.

<<Arrivederci.>> salutò infastidito Zack, per poi uscire dalla casa dei Gardner. Marciò per una ventina di metri più avanti, per poi trovarsi davanti all'uscio di casa sua. Tirò fuori la chiave della serratura e la infilò nella toppa. Una volta dentro casa sua, si sbatté la porta alle spalle, e si lanciò letteralmente sul divano. Accese la televisione e girò sul primo canale, ma non si concentrò per niente sul programma trasmesso. Continuava a pensare a quella ragazzina che risiedeva a due case di distanza da lui. Strano, non sapeva nemmeno che abitasse lì. Ad essere sincero, non sapeva neanche della sua esistenza. Ma dalla ragazzina fragile che si era dimostrata a scuola, si era trasformata una tipa senza peli sulla lingua. Rachel Gardner era riuscita a zittirlo. E questo l'aveva fatto infuriare talmente tanto che l'aveva accusata di non servire a nulla. E solo in quell'istante si era accorto dell'errore commesso.
"Da quando mi preoccupo dei sentimenti degli altri?" Si meravigliò dei suoi stessi pensieri. Scosse forte la testa. Aveva fatto la cosa giusta.

ANGOLO AUTRICE
Finalmente, dopo giorni che non scrivevo, ce l'ho fatta a pubblicare!
Sono contenta che qualcuno abbia votato e commentato la prima parte, quindi sono favorevole a critiche e suggerimenti! Grazie mille!

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