No quiero volverte a oir

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No quiero volverte a oír

no quiero correr el riesgo

a lo mejor me equivoco y si hablamos yo vuelvo a caer

Se que estoy mejor sin ti

se que va a cuidarme el tiempo

 y si me caigo no importa me paro y empiezo otra vez

Quella era la canzone che nell'ultimo mese ascoltavo costantemente perché rispecchiava ciò che stavo vivendo,un nuovo inizio,un lasciare andare qualcosa che mi aveva danneggiata senza farmene accorgere.

L'auto correva su quell'autostrada e non riuscivo a soffermarmi su ciò che c'era fuori dal finestrino ma forse neanche mi importava;mi concentravo solo sulle parole di quella canzone che risuonavano dentro di me e che ogni volta mi facevano capire quanto avessi bisogno di staccarmi da tutto e da tutti.

In un batter d'occhio arrivammo al porto dove avremmo poi preso la nave che ci avrebbe portato in Sardegna.Non vedevo l'ora di tuffarmi in quel mare che tutti descrivevano come il più bello del mondo,cristallino,con dei colori da togliere il fiato.

Viaggiavo con i miei genitori e mio fratello,la mia famiglia.Ne ero felice perché sapevo che quella sarebbe stata una delle nostre  ultime vacanze insieme.Stavo crescendo,avevo quasi 19 anni,di lí a qualche anno avrei iniziato la mia vita da sola ed ero consapevole del fatto che quegli anni mi sarebbero mancati.

"Ragazzi iniziate a sistemarvi che tra poco ci imbarchiamo"ci disse mio padre mentre si dirigeva verso la nave.Non ne avevo mai presa una e questa cosa mi emozionava molto,era tutto nuovo per me.Tutto nuovo proprio come volevo io.

Salimmo con la macchina su questa nave ed entrammo in una specie di enorme garage dove ogni tre secondi entravano  macchine diverse che parcheggiavano ordinatamente.Io e mio fratello scendemmo dalla macchina e dopo aver preso lo stretto indispensabile ci dirigemmo tutti insieme nelle nostre cabine.Avevo un po' paura di viaggiare di notte ma allo stesso tempo ero emozionata perché era un'esperienza nuova e il "nuovo" era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Dopo aver preso la chiave andammo a sistemarci e ovviamente io e mio fratello litigammo perché entrambi volevamo il letto di sopra ma come al solito ottenni ciò che volevo e mi sentii fiera ed orgogliosa.Erano appena le 22:30  e dato che l'arrivo era previsto per le sei del mattino dissi ai miei che volevo andare a farmi un giro per la nave e uscire per vedere il mare.Salii le scale per arrivare al ponte superiore e vidi che non c'era nessuno quindi iniziai a fare un sacco di foto.La fotografia mi piaceva,l'idea di immortalare un momento, un gesto e la possibilità di rivederlo a distanza di anni.Le foto sono come dei ricordi che possiamo avere tra le nostre mani e nonostante passi il tempo non cambiano,restano sempre uguali e ci permettono di rivivere il passato esattamente così com'era.Non ero una di quelle che si faceva un selfie ogni secondo anzi preferivo fare le foto al cielo,al mare,ai paesaggi.Quella sera il cielo era stupendo e c'erano un sacco di stelle.Dopo aver scattato alcune foto mi appoggiai alla ringhiera e mi fermai a pensare a tutto ciò che mi era successo e a ciò che ancora doveva succedere Non vedevo l'ora di arrivare e iniziare quella vacanza che mi sarebbe servita a dimenticare tutto il vecchio e iniziare da capo, ne avevo proprio bisogno.Era stato un inverno pieno di emozioni forti e momenti che anche se belli avrei voluto dimenticare,avevo capito cosa significasse essere innamorata e avevo provato sulla mia pelle la delusione d'amore.Era stato difficile decidere di smettere di amare ma bisogna capire quando è il momento di mettere un freno a certe situazioni e andare avanti . 

Improvvisamente iniziò a tirare vento e ciò mi distrasse dai miei pensieri.Decisi di spostarmi correndo per il ponte,mi piaceva la sensazione di vento tra i capelli,mi faceva sentire libera e senza limiti.Stavi correndo sul ponte facendomi accarezzare da quel vento freddo quando all'improvviso mi ritrovai per terra,o meglio addosso a qualcuno ma non capivo se era un uomo o una donna,sentivo solo un altro corpo sotto al mio.Mi alzai chiedendo scusa ma senza mai guardare in faccia questa persona perché  ero agitata dato che avevo appena fatto una figuraccia colossale con uno sconosciuto come al solito.Mentre cercavo di sembrare meno imbranata possibile finalmente lo sconosciuto parlò.

"Hey principessa stai attenta mi sei venuta praticamente addosso!"

Al sentire quelle parole alzai lo sguardo e incrociai due grandi occhi marroni che mi guardavano attentamente.Avevo davanti a me un ragazzo alto con la carnagione più  scura del normale come la mia e dei capelli castani schiariti un po' , forse dal sole.Pensai che fosse un atleta dato il suo fisico a mio parere perfetto.Avendolo già guardato abbastanza gli risposi per evitare si sembrare ulteriormente stupida.

"Senti io non ti sono venuta addosso sei tu che non mi hai vista e non chiamarmi principessa"

"Ti da fastidio,principessa?" disse con un sorrisetto ma non era un sorrisetto malizioso anzi era un sorriso dolce ma allo stesso tempo che voleva provocarmi,me ne accorsi.

"Senti sono stanca e non mi va di litigare con uno sconosciuto quindi addio" dissi superandolo e andando verso la porta per rientrare ma lui mi fermò prendendomi per un braccio.

"Se mi dicessi il tuo nome io ti direi il mio e non serei più uno sconosciuto quindi potremmo litigare"disse in tono scherzoso ma io lo ignorai e,liberandomi dalla sua presa continua a camminare.

"È STATO UN ONORE PRINCIPESSA" mi urlò ridendo e io mi girai facendo un mezzo inchino,sorrisi e me ne andai.Percorsi i corridoi della nave continuando a pensare a quell'incontro e mi rivenne in mente lui.Quel lui.Il maledetto ragazzo che mi aveva rubato il cuore ma che, per fortuna ero riuscita a riprendermi anche se forse non del tutto.

Arrivai nella cabina con un'aria distratta e pensierosa tanto che mio padre mi chiese se fosse successo qualcosa.Io non gli dissi niente perché non ne vedevo l'importanza,era stato un incontro senza valore che avrei probabilmente dimenticato il giorno dopo.Mi appoggiai sul letto che avevo furbamente soffiato a mio fratello e presi le cuffiette.Quei letti erano scomodissimi e i cuscini erano così sottili che quasi non sembravano esserci ma ero troppo stanca per lamentarmi e quindi misi play e mi addormentai sulle note di quella canzone.La canzone che mi faceva riflettere più di tutte e che diceva cantando tutto ciò che sentivo per quell'amore che non avevo mai fatto mio ma dal quale avevo imparato tanto.Sapevo di non poterlo dimenticare,non volevo dimenticarlo solo passare oltre e cercare di superarlo.

Quella notte lo sognai.

Era lontano da me e non riuscivo a vederlo bene ma sapevo che era lui,il ragazzo che mi aveva fatto innamorare senza fare niente,senza rendersene conto.Io correvo lungo quella strada e più correvo, lui più si allontanava.Pian piano la sua immagine si sbiadì fino a sparire e mi ritrovai sola.Mi giravo a cercare qualcuno,non so se cercavo lui ma mi agitavo alla ricerca di una persona che venisse da me e mi salvasse.Volevo essere salvata dalla solitudine.Improvvisamente vidi un'ombra che si avvicinava a me ma avevo paura perché non capivo chi fosse e scappai e iniziai a correre e quell'ombra mi rincorse e mi raggiunse e mi afferrò e mi svegliai.

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