La ricerca della curiosità "Un soldato tutto mio"

capitolo 2 - imprigionata

Desire

Cerco di calmare il respiro irregolare, ma è impossibile. Il cuore batte nel petto ad un ritmo elevato creando un rumore sordo, quasi fosse un tamburo che viene suonato con forza.

Le orecchie ovattate per la tensione non mi permettono di sentire i rumori che mi circondano, vorrei portare le mani sugli occhi per riuscire a liberarli dalla fascia che li ricoprono ma le corde strette ai polsi non me lo permettono.

Come ci sono finita in questa situazione? Sono immobile, su una superficie morbida, ma non credo sia un letto, troppo rigido.
Un leggero venticello soffia nella camera facendo rabbrividire il mio corpo nudo.

Qualcosa di morbido solletica il mio capezzolo facendo schizzare il cuore ancora dì più... Ho paura, sento solo il mio battito, il petto che si muove veloce, e qualcosa di umido contornare i capezzoli turgidi.
Le mani e le gambe scattano per la tensione, ma le corde stringono, un gemito di dolore esce soffocato dalle mie labbra.

Una mano posata su di essa non le permette di urlare, cerco di stringere le gambe inutilmente.
Un pollice si intrufola tra le mie labbra, la testa mi dice di morderlo, tentare ad ogni costo di liberarmi.
Un paio di dita scendono tra le gambe e iniziano a stuzzicare il clitoride gonfio.

Mi ritrovo senza volerlo a succhiare il pollice sentendo i miei umori colare lungo la vagina e finire sotto al sedere.
Cosa sto facendo? Non voglio questo!
Il mio corpo non ubbidisce ai comandi.
Spaventata ed eccitata inizio a gemere nel sentire le dita penetrarmi con lentezza, la mano abbandona il mio viso per raggiungere l'altra.

«Oh» stringo il labbro inferiore tra i denti mentre le corde che tengono ferme le mie caviglie vengono allettante, due spalle robuste se ne fanno carico e le piega leggermente in avanti.
«Lasciami subito» ansimo in un attimo di lucidità, ma la lingua che si insinua tra le piccole labbra mette a tacere ogni mia obiezione.

Inarco il bacino cercando più contatto e stringo le mani a pugno, gemo ad ogni affondo della lingua.
Il mio corpo è in battaglia, la voglia sfrenata di cedere al piacere e il terrore di essere impotente.
Un dito si fa' spazio lentamente tra le natiche spingendosi sempre di più nell'ano stretto. Gemo, ed ansimo non capendo più cosa mi stia accadendo.

Il sudore scende sul mio corpo confondendosi con gli umori e la saliva dell'uomo che mi sta regalando un piacere senza pari.
Tremo esausta, le dita danzano dentro di me scivolando con facilità, e le labbra succhiano avide il clitoride.

Apro la bocca arrendendomi al piacere intenso... Non voglio più combattere contro questo desiderio.

«Oddio» porto le mani tra i capelli sudati e stropiccio gli occhi a causa della troppa luce.
«Qui qualcuna ha fatto la porcella nel sonno» faccio uno scatto così veloce con la testa da sentire un rumore alla base del collo.
Ilaria ride divertita seduta comodamente su un angolino del letto.

Man mano che si calma il respiro mi rendo conto che si trattava solo di un sogno, così imparo a bere e fumare tanto alle feste.
«Penso che tu abbia davvero bisogno di farti una sana scopata» ridacchia continuando a mangiare il muffin che sicuramente ha preparato la nonna.
«Penso che tu debba toglierti dalle palle» rispondo acida riservandole uno sguardo assassino.

«Davvero Desi, ormai è una vita che non scopi, praticamente sei venuta nel sonno» scoppia in una fragorosa risata nonostante la stia pugnalando con lo sguardo.
Stringo le gambe sentendo la stoffa bagnata e cerco di darmi un po' di contegno nonostante sia davvero imbarazzata, non mi era mai capitata una cosa così.

«Almeno io non la do' a uno che lo  infila ovunque vede un buco» replico stizzita riferendomi alla cazzata che stava per fare ieri sera con Luca.
«Almeno comprati un vibratore, magari può renderti meno acida» alzo gli occhi al soffitto e ritorno a stendermi portando le coperte fin sopra la testa.