" Perché non vuoi sentire la mia versione dei fatti?" insistette Carmen, davanti alla camera del cubano altamente scocciato
"Perché non ne ho bisogno. Ti conosco, Carmen" le rispose severo, riducendo gli occhi a due piccole fessure.
"Appunto perché mi conosci dovresti saperlo" ribatté la ragazza decisa appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo che la scostò bruscamente suscitando amarezza ed esasperazione in Carmen
"Appunto" le disse solamente, fissandola truce " Vado a fumare" tagliò corto scendendo le scale lasciandola lì sbigottita e arrabbiata, stavolta.
" Cretino" mormorò tra sé e sé pensando di esser sola, ma dalla porta fece capolino Irama che la fissava dubbioso, lei non disse nulla ricambiò lo sguardo leggermente imbarazzata e se ne scappò nella camera accanto, la sua .
"Mm" mugugnò a se stesso , mettendosi la mano al mento pensieroso" Strano, decisamente strano"concluse prima di raggiungere Einar fuori dall'atrio per fumare.
"Carmen, te l'avevo detto e ti ostini a non volermi ascoltare. E' una banderuola. Non è il ragazzo che ti eri
immaginata. Fa la parte del bravo ragazzo, ma dentro riserva tanto rancore ed è stronzo. " gli fece notare Zic saggiamente, uno dei suoi grandi amici lì dentro, mentre erano seduti in sala pranzo nel frattempo che la ragazza ingurgitava nervosamente un pezzo di pane, nervosa.
" Basta vedere com'è diventato forte accanto ad Irama, il grande uomo" intervenne Alessandro, imitandolo e suscitando un piccolo sorriso- com'era sempre fare- in Carmen che per poco non si strozzava.
" Fidati, lascia perdere. O magari lascia correre un po' di tempo che gli passa " le consigliò Sephora, saggiamente, seduta accanto alla ragazza sorridendole dolcemente.
"Può darsi " le rispose Carmen, prendendosi un bicchiere d'acqua " Fino ad allora non farò proprio nulla. Deve essere lui a inginocchiarsi e pregare che accetti le sue scuse " affermò decisa facendo scoppiare a ridere Zic ed Alessandro per la faccia buffa con cui l'aveva detto.
"Cretini, vi tiro una scarpa se continuate" li minacciò ridendo, divertita tirandogli un pezzo di pane.
Quella giornata per Carmen non era iniziata per nulla bene; tra i testi delle canzoni che non riusciva a mettersi in testa, tra la professoressa Turci che la torchiava per ogni minima cosa, stavolta si era pure lamentata del suo lato " troppo educato " a sua detta, tra quel bastardo con la macchina che l'aveva trapanata sporcando i jeans nuovi e come se non bastasse quella mattina le era venuto il ciclo come ciliegina sulla torta, ma ciò che le faceva più male e che non riusciva a sopportare era stato il mega litigio che aveva avuto con Einar. Non ne aveva fatto parola con nessuno, nemmeno con Claudia e Grace, sue migliori amiche all'interno della scuola, ma litigare con Einar, non sapeva perché, l'aveva devastata tanto da farla piangere per un'intera settimana; non capiva il perché lui era diventato così antipatico, diffidente e a tratti cattivo, cosa che di solito non lo era, con lei. Non era possibile che fosse diventato così perché lei in un momento di rabbia e di annebbiamento e delusione dovuto allo scontro che aveva avuto con la Turci minuti prima, si era scagliata contro la nuova ragazza, Emma, ma di certo non era stata la sola, ma con le altre il rapporto si era stabilito con lei. Non riusciva a capacitarsene, insomma avevano iniziato il percorso insieme sin dai casting, si erano trovati in squadra insieme e pure in camere vicine ed avevano creato un bel rapporto fatto sì di alcuni scontri, ma per via dei loro caratteri opposti, lui timido e taciturno, lei estroversa e solare, ma si erano sempre risolti. Le avevano fatto male - tanto male- le parole che aveva udito così di sfuggita di Einar ad il nuovo arrivato, Irama " Lei è la peggio", perché dire quelle cose non vere?Sapeva benissimo com'era davvero e come erano andati realmente i fatti, ma ovviamente cocciuto e astioso-si perché lo ero anche se non sembrava -com'era di solito, aveva voluto tergiversare a ciò e ascoltare solo le cose negative di lei; non sapeva che immediatamente la sera stessa era andata da Emma a scusarsi, a chiarirsi ed accoglierla ad braccia aperte ricambiata con tanta gioia dalla maltese. No, quello, lui non lo sapeva o forse faceva finta di non saperlo, beh d'altronde c'era da aspettarselo da quando Nicole, altra ragazza artefice anche lei del presunto " mobbing", era diventata pappa e ciccia con lui ed Irama e chissà cosa gli aveva raccontato, dopo che Alessandro, suo amico in qualche modo l'aveva " scaricata". Sbuffò contrariata buttando i foglietti della canzoni violentemente a terra, accasciandosi a terra, la schiena appoggiata al muro, le gambe rannicchiate e le mani ai capelli con le lacrime che prepotentemente scendevano copiose sul suo viso stanco.
Un sonoro sbadigliò uscì dalla bocca di Irama che si incamminava verso la sala piano. Quella notte, com'era solito non era riuscito a dormire; aveva passato tutta la notte a scrivere una canzone, ma c'era un dannato pezzo che non lo convinceva e non riusciva a venirne a capo.
"Mannaggia, su Irama pensa a qualcosa" si diceva tra sé e sé " Pensa alle cose che ti sono successe in quest'ultimo mese e giorni" cercava di sforzarsi le meningi per trovare la giusta ispirazione quando davanti ai suoi occhi gli apparve il viso angelico e meraviglioso di quella ragazza, quella ragazza dalla pelle mulatta, da due grandi occhioni verdi e un sorriso dannatamente radioso. Quella ragazza che da un po' di giorni a quella parte gli torturava il cervello. Non doveva, non voleva quello. Lui doveva mantenere la sua immagine da duro, tenebroso e latin lover come lo avevano soprannominato Biondo ed Einar. Emma era diversa dalle altre ragazze, era dolce, sensibile, talentuosa , di una pura bellezza che in qualche modo la rendeva sexy ed questo non gli era sfuggito di certo, come non gli era sfuggito a Biondo che fingeva di esser il " sex symbol freddo", ma con lei era tutt'altro, era il vero Simone: cazzone, simpatico e tenerone, un po' swag - a sua detta- e questo la maltese, l'aveva di certo notato, così come lui stesso aveva captato una vicinanza tra i due che si faceva sempre più stretta e questo lo infastidiva un po', anche se non ne capiva il motivo o forse faceva finta di non capirlo.
Scosse la testa da quei pensieri e torno a concentrarsi su ciò che doveva fare. Si avvicinò alla porta della sala piano e udì un singhiozzare , dei singhiozzi che man mano si facevano sempre più forti prima di diventare un pianto. Lentamente aprì la porta e trovò Carmen rannicchiata in un angolo della saletta, i fogli sparsi tutti intorno a lei che continuava a singhiozzare non accorgendosi della sua presenza. Indugiò sul dar farsi, non avevano parlato molto, non si conoscevano e per quel poco si erano detti non erano piacevoli, ma per lui ci pensò la ragazza.
"Ah, scusa." gli disse sollevandosi dalla sua posizione e asciugandosi le lacrime con i palmi della mano. " Raccolgo questi e te la lascio libera" aggiunse inginocchiandosi e prendendo i foglietti da terra.
"Tranquilla, fai con calma. Ero venuto qui solo per provare" la tranquillizzò abbozzando un piccolo sorriso osservando la ragazza raccogliere i foglietti così agitata che le caddero.
" Dio, che palle" imprecò la ragazza, inchinandosi nuovamente a raccoglierli quando vide una mano tatuata far lo stesso, sollevò lo sguardo e si trovò davanti due occhi color ghiaccio profondi che la fissavano e un sorriso smagliante che le porgeva i fogli; un piccolo brivido le percosse la schiena.
"Gra-zie" balbettò lievemente imbarazzata rialzandosi e dirigendosi verso l'uscita
"Figurati" le disse mantenendo quel sorriso che suscitò un'altra piccola scossa.
"Ah, ti chiedo scusa per l'altra volta. Ero arrabbiata e non volevo dirti quelle cose" si scusò, prima di uscir dalla stanza, portandosi timidamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio" Non penso quelle cose" aggiunse piegando le labbra carnose in un piccolo sorriso.
" Tranquilla, anche io sono stato scortese con te. Sono stato pessimo ad dirti quelle cose nella situazione difficile in cui ti trovavi " replicò lui a sua volta, grattandosi la nuca e scuotendo la testa. " Un vero uomo" scoppiò a ridere prendendosi in giro suscitando una piccola risata in lei.
"Scuse accettate" gli sorrise lei uscendo definitivamente dalla porta lasciando Irama a provare.
Angolo Autrice.
Salve ecco, stranamente, pensando ai miei tempi lunghi, il secondo capitolo. Come avete intuito ancora la strada è lunga, ma io amo gli sviluppi lenti perché c'è più gusto e voglio mantenere la giusta " tensione". Tranquilli che dal prossimo capitolo Irama e Carmen faranno amicizia e ci sarà qualche scena più divertente.Spero che vi sia piaciuto, alla prossima;) Ringrazio tutte le persone che hanno votato laff ;)
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~SIMILI ~//Irarmen
FanfictionDue ragazzi così apparentemente diversi, ma allo stesso tempo simili. Due ragazzi inizialmente contro, gruppi diversi e storie diverse, si ritroveranno in qualche modo ad essere accomunati da uno stesso sentimento: l'amore per la musica e l'amore no...