Quando non stava in camera sua o nell'aula di musica, Michael si poteva decisamente trovare in giardino, seduto all'ombra di grande albero posto al confine sinistro del prato.
Lì è dove andava con Calum anche all'ora di pranzo, in cui la mensa era decisamente troppo affollata.
La scorsa settimana non era potuto andare alla partita -aveva avuto una brutta influenza che lo aveva tenuto a letto per quasi una settimana- e il suo migliore amico gli aveva detto che era finita in parità, ma per un pelo.
Stavano perdendo.
Michael era di umore terribile dopo averlo saputo.
Se ne stava appoggiato al tronco, seduto mentre aspettava il moro con una penna tra le labbra e un blocchetto tra le mani, corrucciato.
Gli piaceva la sequenza di note che si era appena annotato, ma sembrava non avere né capo né coda.
Sbuffò chiudendo gli occhi e lasciando cadere il quadernino rovinato sulle sue gambe.
"Ciao"
Michael aprì gli occhi confuso e guardò la figura slanciata davanti a lui, quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
Il suo numero 17 era lì, in piedi davanti a lui e gli stava rivolgendo la parola.
Il tinto abbassò leggermente la testa per non fargli notare che era arrostito e sorrise leggermente, imbarazzato. "Ciao."
"Michael, vero?" Il biondo si piegò sulle ginocchia davanti a lui per guardarlo negli occhi e sorrise, l'altro pensò di svenire.
Era ancora più bello da vicino, non credeva fosse possibile.
"Sì, sì sono io." Si schiarì la voce fissando finalmente lo sguardo sul suo.
Restarono a guardarsi per qualche secondo.
Michael aprì la bocca per chiedergli come mai cercava proprio lui, ma il biondo lo anticipò.
"Non c'eri alla partita, sabato." La buttò lì iniziando a giocherellare con alcuni fili d'erba. "Abbiamo fatto pena, è finita in pareggio."
Michael annuì leggermente, dispiaciuto, poi realizzò.
Si era davvero accorto della sua assenza?
"Ho.. ho avuto una brutta influenza, non riuscivo ad alzarmi dal letto." Guardò l'altro, che sembrava veramente dispiaciuto.
Perché avevano pareggiato, non per altro, giusto? "Il mio migliore amico c'era e mi ha raccontato, mi dispiace davvero. Avrei voluto esserci.""Sembra stupido, forse mi troverai inquietante dato che è la prima volta che parliamo, ma ti considero un po' come il mio portafortuna."
Michael voleva alzarsi in piedi e iniziare ad urlare, aveva l'enorme impulso di farlo.
Arrossì fino alla punta delle orecchie. "Portafortuna?"
Il biondo si leccò le labbra sorridendo imbarazzato "Beh, quest'anno sei venuto a tutte le partite e sono sempre riuscito a segnare, all'ultima non c'eri e ho fatto pena, ho notato la tua mancanza sugli spalti."
Cercò di darsi un contegno muovendosi leggermente sul posto "È.. È una cosa carina, non inquietante" sussurrò abbozzando un sorriso. "Io.. sono lusingato. Non mancherò più, promesso."
L'altro sorrise e si piegò in avanti, gli sfiorò una ciocca di capelli e poi si alzò in piedi "Mi piace questo colore, ti sta davvero bene." Alzò leggermente la mano in cenno di saluto. "Devo scappare, ho gli allenamenti. Spero di vederti in giro però."
Michael lo guardò allontanarsi toccandosi la ciocca rossa che l'altro aveva appena sfiorato, solo dopo qualche minuto realizzò che ancora non sapeva il nome del suo numero 17.
Spazio autrice
Hey! Sisonoparlati sisonoparlati sisonoparlati.
Portafortuna eh? Biondino sfacciato.
Che ne pensate?
A presto!
Arey
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17 ||Muke||
Short StoryMichael odia il calcio, ma quando vede lui la prima volta cambia idea. Il suo numero 17. Muke!AU Musician!Michael Footballer!Luke ATTENZIONE! Per questa storia ho preso spunto da '22' di @Wastedlucas, ma i fatti narrati sono differenti. Ringrazio l...