«Bambini la ricreazione è finita, tornate ai vostri posti»
Sto urlando questa frase da tipo dieci minuti ma nessuno mi ascolta, mi chiedo quanto cavolo dormono durante la notte per essere così iper attivi alle dieci del mattino.
Ricordo che quando andavo a scuola non proferivo parola con nessuno, stavo sempre sulle mie e avevo sempre sonno.«Ve lo ripeto un ultima volta, tornate ai vostri posti altrimenti vi mando tutti dalla preside!»
Ed ecco il silenzio tanto atteso. Ecco cosa ci vuole per farli stare zitti, minacciarli di mandarli dalla preside. Beh, non è che gli darei poi tanto torto, non la tollero nemmeno io.
Ora mi guardano tutti con quell'aria da cuccioli bastonati e già mi pento di aver alzato la voce, ma non potevo fare diversamente, altrimenti la mia testa sarebbe esplosa da un momento all'altro.Mentre tornano tutti ai loro posti, porto l'attenzione al mio telefono che ha appena iniziato a squillare. Guardo il numero sullo schermo ma non lo conosco.
«non fate chiasso, devo rispondere al telefono»
Per fortuna mi danno ascolto così decido di premere il verde...
«Pronto, con chi parlo?»
«Signorina Emma Marrone?»
«Si sono io»
«Polizia, la chiamo per conto di vostro marito»Polizia.
È bastata questa parola per farmi andare nel panico. porto una mano alla testa e mi lascio cadere sulla sedia posta dietro la cattedra..«Signorina, Signorina mi sente?»
Faccio un respiro per poi riprendere a parlare con la voce tremante..
«Si, si mi dica»
«Ecco, dovrebbe raggiungerci in centrale, è un argomento troppo delicato per parlarne al telefono»A quelle parole il mio cuore inizia a martellare, il fiato quasi mi manca e tremo...
«Va.. va bene, a tra poco»
«Arrivederci»Chiudo la chiamata per poi guardare un punto indefinito dell'aula, cosa sarà successo? Si sarà cacciato in qualche guaio? Avrà avuto un incidente? La mia mente pensa a così tante cose da farmi venire un mal testa atroce...
«Maestra ma hai visto un fantasma?»
La vocina di Matteo mi distrae per poi ascoltare la risata canora di tutta la classe ma non ci bado.
«Fate il gioco del silenzio, io devo assentarmi un attimo, fate i bravi mi raccomando»
Dopo aver ricevuto in coro un si di approvazione esco dalla classe e mi dirigo in presidenza.
Una volta arrivata davanti all'ufficio busso alla porta e un "avanti" mi fa capire che posso entrare.«signora preside mi scusi se la disturbo, ma è successa una cosa al quanto grave»
Dico questa frase tutta ad un fiato per poi sedermi sulla poltrona davanti alla sua scrivania...
«Signorina Marrone, così mi fa preoccupare, mi dica»
«Ecco, ho ricevuto una chiamata e devo andare via, volevo chiedervi se qualcuno può sostituirmi per il resto della giornata»Mi guarda con una faccia a dir poco stranita, come se stessi dicendo una marea di scemenze, come se stessi delirando e lo so, vorrà sicuramente una spiegazione. Spiegazione che tra l'altro non ho nemmeno io.
«Marrone, lo sa che deve darmi una buona motivazione per darle il permesso di andare»
«Lo so preside, mi scusi»
«Allora? Questa motivazione?»Lo dice con aria a dir poco scocciata e infastidita. Forse non se ne sta rendendo conto, ma sta per mandare a benedire tutta la mia pazienza ma è meglio se mi calmo, ho cose più urgenti a cui pensare.
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My place is with you
FanfictionEmma, una donna innamorata del proprio marito, una donna che svolge il lavoro che ha sempre desiderato, una vita normale, semplice e serena. Ma basterà una chiamata a cambiare tutto, a stravolgere la sua vita e a mettere in dubbio i suoi sentimenti...