CAPITOLO 2

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Sono finalmente arrivata sotto casa di Mia e ora mi dirigo al suo portone, dopo aver suonato al citofono eccola che risponde...

«Chi è?»
«Senta signora De Martino, siamo dell'enel»

Dico in tono sarcastico e ridendo sotto i baffi, sento ridacchiare anche lei.

«Sali scema»

Mia è la mia migliore amica e collega, ci siamo conosciute appena presi il posto alle scuole elementari. Lei insegna Matematica mentre io italiano, storia e geografia. Io ho 27 anni mentre lei 28.
Caratterialmente siamo molto simili però ci distinguiamo su una cosa: io sono la sognatrice romantica, mentre lei la realista che non ama tante smancerie ma nonostante non ami le smancerie con suo marito è sempre molto attenta e premurosa.

«Allora vecchia Brown, ce la fai a salire queste scale?»

La sento urlare  dal secondo piano e non posso fare altro che ridere.

«Vedi che quella stanca dovrei essere io che ho badato alla tua classe per due ore, non sono poi tanto calmi, sai?!»

Urla di nuovo facendomi scoppiare a ridere del tutto. Intanto sono già arrivata davanti alla porta del suo appartamento. La trovo sull'uscio della porta scalza e una tuta extra large e anti sesso.

«Come fa tuo marito ad avere voglia di te con quel tutone?»
«Tu non preoccuparti della mia vita sessuale, ho i miei metodi»
«oh, se lo dici te»

All'improvviso i nostri volti diventano seri, ci guardiamo e solo lei riesce a percepire dal mio sguardo quanto sto male. Lei è sempre riuscita a capirmi senza bisogno di parlare e mi ha sempre aiutato senza che io glielo chiedessi.
Corro ad abbracciarla scoppiando in un pianto liberatorio, buttando via tutte le ansie e le paure accumulate nelle ultime ore.
A volte penso davvero a quanto sia strana la vita, un attimo prima stai tranquilla, svolgendo il tuo lavoro come tutti gli altri giorni e poi basta un niente per stravolgere tutto.

«Dai, vieni dentro che ti faccio una camomilla e mi racconti tutto»

Una volta entrate in casa Mia chiude la porta alle nostre spalle e ci dirigiamo in cucina dove inizia a mettere sul fuoco il pentolino con l'acqua mentre io mi accomodo su una sedia affianco al tavolo.
Si gira verso di me poggiandosi al bancone per poi incrociare le braccia e guardarmi con aria preoccupata...

«Allora? Mi dici cosa è successo?»

La guardo per poi iniziare a parlare

«Mirco, è stato arrestato... lo hanno fermato a un posto di blocco qualunque solo che hanno perquisito l'auto dove hanno trovato della cocaina»

Spalanca la bocca e resta basita, incredula, proprio come lo sono io.
Ancora non riesco a capacitarmi di come ci sia finita quella roba in auto.

«Mirco non può aver fatto una cosa del genere»

Dico sospirando

«Emma, nemmeno io credo sia possibile, però ti chiedo solo di andare a fondo con questa storia, colpevole o innocente che sia»
«Mi servirebbe un avvocato, da sola non posso fare nulla»

A un certo punto vedo Mia cercare qualcosa nella sua borsa, per poi porgermi davanti un biglietto da visita...

«Vai da lui, è in gamba e sono sicura che ti darà una mano»

Rigiro tra le mani quel biglietto da visita per poi posarlo nella borsa

«È davvero bravo?»
«ti fidi di me?»
«Certo che mi fido, che razza di domande fai?»
«Ecco brava, fai bene»

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