CAPITOLO 4

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Allungo la mano sul comodino, cerco di afferrare il telefono per vedere che ore sono e quando riesco nel mio intento, resto abbastanza scioccata quando mi accorgo che sono ancora le due di notte.
Stanotte, dormire sembra quasi una punizione, troppi pensieri e paure affollano la mia testa. Ho paura di non riuscire a dimostrare l'innocenza di Mirco e di non poterlo avere nel letto accanto a me per anni. Paura di perderlo. Si perché tutto questo può portare un cambiamento nelle nostre vite, può farci allontanare, lasciare e forse anche odiare. Oppure può unirci più di quanto lo siamo ora.
Decido di alzarmi e dirigermi in cucina. Per provare a dormire devo solo farmi una camomilla. A parte le braccia di Mirco, quando non riesco a dormire, l'unica cosa che mi calma è questa.
Una volta arrivata in cucina riempio il pentolino con l'acqua per poi metterlo sul fornello acceso. Mi poggio al tavolo posto di fronte ai fornelli, in modo da tenere sotto controllo l'acqua. Appena mi rendo conto che l'acqua ha preso a bollire, butto dentro la bustina di camomilla e aspetto i 5 minuti. Chissà, magari mi aiuterà a dormire.

...

All'improvviso il telefono squilla, do uno sguardo fuori dalla finestra e il sole è già uscito. Alla fine, dopo la camomilla sono riuscita a dormire per qualche ora, però ovviamente, sono comunque stanca. L'unica cosa che mi consola è il fatto di non dover andare a lavoro in quanto è il mio giorno libero, proprio come Mia. Infatti appena afferro il telefono osservo il suo nome sul display, chissà cosa vuole.

«Buongiornooo pazzaa»
«Mia, ho dormito poco e sono sveglia da 10 minuti... placati.»

La sento ridacchiare e inevitabilmente la sua risata contagia anche me..

«Dimmi, perché mi chiami alle otto del mattino se entrambe non abbiamo lezione?»
«Volevo chiederti di andare a fare colazione al bar vicino casa mia»
«Stai scherzando vero? Ti ho detto che non ho quasi dormito»

La sento sbuffare, e quando Mia sbuffa, conviene darle ascolto.

«Va bene ok, tra venti minuti sono da te»
«Va bene, a dopo scema»
«Vedi che torno a dormire!»
«Ci vediamo dopo, ciaooo»

Mi attacca il telefono in faccia lasciandomi interdetta, fisso il telefono per poi sorride.
Decido di inziarmi a preparare, altrimenti se arrivo in ritardo, Mia sarebbe capace di venire fin sotto casa con tanto di forze dell'ordine. Vado in bagno a sciacquare la faccia e lavare i denti. Metto giusto un filo di mascara, un rossetto nude e un filo di matita nera nella linea interna dell'occhio. Torno in camera e decido di indossare un jeans semplice ma molto aderente e una camicia nera semplice e un paio di stivaletti. Prendo la borsa e le chiavi e vado giù alla macchina, metto in moto e parto.
In dieci minuti sono già sotto casa di Mia, la vedo davanti al portone principale mentre si guarda intorno. Spengo la macchina per poi dirigermi da lei.

«Pensavo che dovevo mangiare il cornetto da sola»

Dice mia vedendomi e venendomi incontro.

«Ringrazia il mio stomaco, si era affezionato all'idea del cornetto»
«Oh grazie mille, stomaco di Emma»
«Dai cretina andiamo»

Dico prendendola sotto braccio per poi incamminarci verso il bar..

«Brava, così mi racconti anche di Stefano»

Solo a sentire il nome, sbuffo. E lei se ne accorge. Mia ha occhi ovunque, avanti, dietro la testa, OVUNQUE.

«Perché sbuffi?»

Dice entrando nel bar e dirigersi al bancone.

«Pensavo potesse aiutarmi, tutto qua»

Dico, mentre la mia attenzione viene rapita dalla vetrina piena di cornetti con ogni tipo di farcitura.
Intanto si avvicina al bancone una ragazzina timida, deve essere un apprendista. Ha il grembiulino e la vedo un po' impacciata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02, 2018 ⏰

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