2 Popolo di indigeni

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John preso da un impeto di rabbia, delusione e amarezza gridò: "cazzo", poi si accasciò a terra, perché il lungo  taglio che percorreva la sua gamba non gli permetteva di stare troppo a lungo in piedi, gli venne in mente la sua cara mamma a cui aveva promesso di essere forte qualsiasi cosa potesse capitare, e gli scese una lacrima, perché le mancavo molto, purtroppo quel tumore al polmone l'aveva mangiata viva e l'aveva trascinata nell'altro mondo, che secondo lei era migliore, senza male, senza guerra, ma solo bene.
Logan con preoccupazione disse: "Non credo che il nostro vero problema sia..." , non fece in tempo a terminare la frase che una quarantina di ominidi di pelle scura li circondarono con pistole e fucili, furono costretti a buttarsi in ginocchio e alzare le mani, ma appena lo fecero tutti e tre vennero colpiti in testa e persero i sensi.
James si svegliò e quando provò ad alzarsi si accorse di non riuscire a muoversi, non riusciva a capire se era tutto un brutto sogno e in realtà stava dormendo sulla sua scomoda brandina della caserma o tutto quello che gli stava capitando era vero.
Davanti a se vide la brace del fuoco che fumicchiava e sullo sfondo sfocato riusciva a vedere la testa nera di Logan, aveva tutto il corpo atrofizzato, gli era concesso solo vedere e sentire, ma più passava il tempo più aumentava la rabbia dentro di lui.
Dopo un'ora di agonia sentì qualcosa muoversi da dietro le piante, dietro di lui, non potendo fare nulla chiuse gli occhi e si finse morto, però la paura dentro di lui cresceva, sentiva il suo cuore che rallentava i battiti, sentiva il rumore dei passi avvicinarsi a lui, sempre di più, poi aprí leggermente gli occhi per sbirciare e vide sottili gambe scure e piedini sporchi, che non rimasero davanti a lui a lungo, non fece in tempo a chiudere le palpebre che non c'era più nessuno davanti a lui, si sentii toccare il polso ma non poteva vedere perché aveva il braccio disteso lungo un fianco e la testa girata dall'altra parte, sentii un pizzichio e un forte prurito su tutto il corpo, piano piano sentii che stava riprendendo il controllo di se stesso, provò a rialzarsi e ci riuscì, davanti a lui c'era un bambino che lo fissava dritto negli occhi, con la paura iniettata in essi.
James continuava a fissarlo con lo sguardo stanco, poi il bambino protese il braccio verso di lui come se volesse dargli qualcosa, allora James sicuro di se allungo il suo lungo arto superiore verso il bambino con il volto coperto e aprì il palmo della mano e gli appoggiò una spina, quella che aveva intrappolato il potere che esercitava sul suo corpo, quella che gli aveva procurato un dolore atroce tutto il tempo, e invece di buttarla via se la mise in tasca.
Si voltò per soccorrere l'amico e si accorse che stava ancora dormendo, gli tolse la spina dalla spalla e lo svegliò, si girò in torno per cercare John ma neanche una traccia di lui e neanche del bambino che lo aveva aiutato.
Logan, con un vuoto enorme nel petto chiese :"Cosa e successo? E John? Dove cazzo è john?"
James con calma, troppa calma gli rispose: "Adesso calmati, non lo so nemmeno io, entrambi abbiamo le stesse domande, però credo di avere una risposta, potrebbero averlo preso gli indigeni..."
Logan lo guardò male e aggiunse: "Dove sta il senso? Perché prendere solo lui?"
James inizio ad alzare la voce: "Pensi davvero che io lo sappia?, è l'unica soluzione abbastanza plausibile."
Logan capì che non era il momento per una discussione, che la paura di non farcela non avrebbe dovuto prendere il sopravvento perciò prese un lungo respiro e buttò fuori l'aria, guardó l'amico dritto negli occhi e gli disse che non avrebbe avuto senso litigare, che stavano solo perdendo tempo.
James annui e quando spostò lo sguardo verso il basso annunciò "Credo di aver trovato qualcosa".

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