Cap. 3

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Stavamo fermi nell'erba da un bel quarto d'ora ormai, il sole era alto nel cielo ed io volevo stare lì per tutta la vita a deprimermi al caldo, sì perché Louis mi aveva mangiato l'ultimo pezzo di mela ed io mi ero rifiutata di parlargli, ma mi stavo sinceramente annoiando a morte.
Riley si avvicinò e dopo avermi leccato il viso fino a farmi schiudere le palpebre, si diresse vero Lou che stava sonnecchiando beatamente.
Il cane stava cercando di svegliarlo, era nervoso, ma lui non dava cenni, lo scossi, niente, gli piantai un ceffone in pieno viso, poi un altro, si svegliò di soprassalto urlando, io scoppiai a ridere e lui mi guardò di sottecchi, Riley girava in tondo, si guardava indietro, poi fissava noi e tornava a guardare indietro, poi accadde tutto improvvisamente, una freccia passò accanto al volto di Lou graffiandogli la guancia, per poi conficcarsi nella corteccia dell'albero dietro di noi, eravamo impietriti, il cane si era nascosto dietro la mia schiena, che codardo, poi un cervo ci sfrecciò davanti, sparendo in un secondo nella boscaglia. Era tempo di caccia. Ed io e Louis ci trovavamo nel bel mezzo del territorio dove veniva praticata.
Ci guardammo e con un cenno d'intesa ci alzammo e sfrecciammo verso casa, cercando di evitare i cacciatori, sapete, non è gente socievole, pensano sempre che tu gli abbia rubato la preda.
Stavamo correndo cercando casa mia, ci affidavamo al fiuto di Riley, la sua ombra scura spiccava tra le foglie rossastre cadute, un'altra freccia mi passò sopra la testa "Porca paletta!!" mi guardai indietro e scorsi un uomo con arco, frecce e coltelli che ci seguiva gesticolando, volsi lo sguardo di fronte a me, Louis continuava a correre, almeno finché non inciampò sul cane che si era arrestato di colpo, caddi anch'io e rotolai ritrovandomi a pancia in giù nel terreno, mi rialzai in fretta e li aiutai a rimettersi mi piedi e ricominciammo a correre, il cacciatore era a pochi metri di distanza.
Riley ci seguiva, ma cadde di nuovo e l'uomo gli fu sopra, mi fermai di botto e così fece Louis, il signore stava  tenendo il cane per la collottola per evitare che lui mordesse, purtroppo per l'uomo, Riley non era tanto propenso a stare fermo, a dirla tutta non lo era mai stato e così: uno strappo, una zampata e grazie a un po' di fortuna, il mio bestione ci raggiunse mandando gambe all' aria il cacciatore.
Gli diedi una pacca sulla spalla e ripartimmo a corsa lasciandoci il bosco alle spalle.
Il selciato su cui eravamo era la strada principale per il paese, io e la mia famiglia eravamo contadini, ma a dirla tutta la nostra casa era molto più vicina al centro abitato rispetto le altre, un carro trainato da due magnifici cavalli sauri ci passò accanto quasi investendoci, poi fu il turno di Rocky, il cane da pastore dei nostri vicini, salutò Riley scodinzolando e leccando il suo muso, poi, ad un richiamo di Pault si diresse verso di lui, li salutai con un cenno della mano e i due si incamminarono verso i campi per aiutare i genitori a rimettere il gregge.
Noi invece andammo dritti verso il paese, all'entrata stavano due guardie,   l'elmo e la corazza brillavano al sole, lo stemma di Rogriston era in bella vista nel petto dei due uomini, inciso nella corazza stava la testa di una Matnicroz, un essere che si diceva poteva vivere per secoli, ma che solo due persone erano riuscite a vedere, il fondatore del nostro paese, Giorghies Plaus e un suo discendente che la vide 200 anni dopo, Eliztor Plaus.
Una Matnicroz era una specie di drago, aveva le ali, la testa era affusolata e aveva due corna per lato, le più vicine agli occhi erano le più piccole, ricurve e in genere c'erano delle scanalature, quelle dietro invece erano lunghe come mezza testa della bestia, lisce e anch'esse curve indietro, erano più grandi dei draghi e invece di sputare fuoco potevano congelare tutto c'ho che volevano.
Si dice che le loro squame siano grosse quanto mezza tegola e la coda con un pungiglione tipo scorpione.
Almeno così mi avevano raccontato, lo stemma del paese era proprio la testa spalancata di queste bestie.
Andai dalle guardie e mettendomi da una parte a capo chino aspettai che finissero di ispezionare un carro, appena finito, lasciarono passare il signore che riconobbi solo quando volse lo sguardo verso di me era Brake.
Mi avvicinai un po' di più "Mi scuso per il disturbo. Sapreste dirmi cortesemente quando è iniziata la stagione di caccia al cervo? Se non ricordo male, era a fine primavera e quella bestia è possibile cacciarla solo se si è un nobile. Sbaglio?" la guardia sinistra mi guardò "Ha detto bene signorina, ma la caccia al cervo non è affatto iniziata. C'è forse qualche problema?" chinai la testa in segno di rispetto "No affatto, si figuri, era un mio dubbio. La ringrazio infinitamente per la preziosa informazione, ma la vorrei avvertire che qualcuno sta cacciando nei boschi." e detto questo feci un breve inchino e tornai da Louis e Riley, Lou mi diede una spallata "Da quando sei così formale?" chiese cominciando a camminare verso casa mia "Da quando ho imparato come rivolgermi ad una guardia" gli feci la linguaccia e partimmo a corsa per il selciato.
Oltrepassammo le mura in legno del paese e attraversammo il campo subito dietro raggiungendo il limitare del bosco, le mucche e le pecore pascolavano tranquille intorno a noi "Riley fermo!" gridai, mentre il cane rincorreva le bestie chiudendole in un unico cerchio "Ma si può sapere che ti prende? Non sono bestie nostre falla finita!" lo brontolai prendendolo per la corda che fungeva da collare, lui uggiolò evidentemente in disaccordo.
Lo strattonai e ci inoltrammo nella boscaglia seguendo il sentiero dei carri.
Arrivammo a casa, io e Lou ci dirigemmo di corsa verso la porta "La dispensa è mia!" urlò lui, mentre correva al mio fianco "Ah! Non ci pensare nemmeno! Al massimo tu ti prendi una pera!" risposi io col fiato corto per le corse appena fatte, mi spintonò, facendomi cadere nel fango, vicino al recinto dei maiali, ma io, da buona amica quale sono, presi la sua manica portandolo giù con me.
"Maledetta" borbottò cercando di rialzarsi "Lo so che mi vuoi bene" sorrisi io sarcastica e aggrappandomi alla testa di Louis mi rialzai in tutta fretta, affondando ancora di più il suo cranio nella melma.
Corsi verso la porta spalancandola di botto.
Mi fiondai sull' armadietto dove tenevamo la maggior parte del cibo, presi del pane e del formaggio nostro stagionato e li nascosi sotto la maglietta, arrivarono anche Louis e mia madre "Che fame Sasha mangiamo qualcosa?" si lamentò lui, sapendo che mamma gli avrebbe dato qualunque cosa lui avesse chiesto "Lou hai appena mangiato 3 fette di pane con i salumi" ribattei io, lui mi guardò male e mia madre scoppiò a ridere "Per il cibo fareste di tutto voi due. Siete incredibili" ci disse facendo finta di asciugarsi una lacrima.
Io sorrisi e provai a dirigermi verso le scale "Sas che ne dici di ridarmi il pane e il formaggio?" sbuffai e tornando indietro gli poggiai nelle mani quello che aveva chiesto, Lou mi fece un verso di scherno e io ribattei con la linguaccia, buttandomi su di lui e iniziando una specie di mini incontro di wrestling.

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