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L'estate era agli sgoccioli, tra poco sarebbe cominciato un altro anno scolastico e Aaron non ne aveva voglia, non aveva voglia di tornare in quella classe con gli stessi compagni di sempre che gli stavano sul culo, non tutti, ma la maggior parte sì; ma doveva comunque rassegnarsi all'idea di tornare in quella scuola dove tutti sembravano felici con i loro compagnucci di scuola, e lui doveva fare lo stesso, sembrare felice. Ma Aaron non era felice e tutte le mattine quando si vestiva doveva indossare anche quella maschera, quella maschera di felicita; Aaron era stufo di indossarla, sentiva il bisogno di mostrarsi a tutti per quello che era veramente, voleva non dover portare più quella maschera, non voleva più nascondere la sua infelicità. Aveva bisogno di una persona al suo fianco che l'accettasse per quello che era senza bisogno di maschere.

Aaron aveva passato gran parte della sua estate leggendo in camera sua, faceva troppo caldo per uscire con i suoi pochi amici. Anche la sera usciva poco, ma qualche volta si concedeva qualche ora di "normalità" facendosi convincere dai suoi amici ad andare a qualche festa, anche se contro voglia. Ad Aaron non piaceva andare alle feste perché se ne stava sempre in disparte mentre tutti gli altri si davano all'alcol e si ubriacavano fino al coma etilico, mentre lui sapeva quando era l'ora di smettere di bere.

Quel giorno alla festa che si dava tutti gli anni prima dell'inizio della scuola Aaron era in un angolino con in mano la sua birra che beveva a lenti sorsetti, gli piaceva la birra, voleva godersela fino all'ultima goccia, quando un gruppettino di ragazze tropo ubriache per rendersi conto di quello che stessero facendo camminavano in qua e là barcollando, ed una di loro urtò Aaron rovesciandogli qualche goccia della sua birra sulla maglietta nera, i due si guardarono intensamente, poi la ragazza scoppiò a ridere, e Aaron, sentendo la dolce risata frutto dell'alcol, sorrise, la ragazza gli chiese scusa e Aaron le sorrise un'altra volta. Per tutto il resto della serata Aaron penso a quella ragazza, e la sua risata gli risuonava nella testa, come un motivetto che senti alla radio e non riesci più a togliertelo dalla testa. Aaron si chiese se mai l'avrebbe rivista, e quella notte non chiuse occhio. Il giorno seguente sarebbe stato il primo giorno di scuola.

Pagine Vuote Di Una Vita VuotaWhere stories live. Discover now