Capitolo 7_Hit Me With Your Best Shot

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Rowan

Da: AnnaBanana
A: Rowan_Scott

Oggetto: Aprieleggi!

Meno di due settimane al Ringraziamento! Fine Novembre=Vacanze di Natale più vicine!!!
Yeahhhhhh!!! Troppo belloooooooo, non vedo l'ora!!!

PS. Non puoi tornare nemmeno per una settimana?!
PPS. Ci manchiiiiiiiiiii!:(

L'email di Annabeth mi aveva fatto provare ancora più pena per me stessa.
Non che negli ultimi due anni avessimo fatto granché per il Ringraziamento, dato che la mamma di Ann ci costringeva a stare tutti insieme a casa sua, aiutandola in cucina e criticando ogni singola mossa di sua figlia minore per tessere le lodi della maggiore. Non era il massimo del divertimento, ma in ogni caso saltare la scuola per una settimana era già di per sé una vittoria.

Quest'anno invece avrei trascorso tutte le vacanze chiusa in casa, con papà oberato di lavoro,  ordinando da asporto e occupando il mio tempo a sfogliare riviste inutili di gossip o più probabilmente ad avvantaggiarmi con qualche compito extra.
Che sbaaaaaallo.

Da: Rowan_Scott
A: AnnaBanana

Oggetto: Depressione alle porte

Ehi, Ann. Sono contenta che tu sia a mille per il Ringraziamento, per quanto mi riguarda sarà solo un nuovo motivo di – come astutamente suggerisce l'oggetto dell'email – depressione. Nonostante tutto, non me la sento di lasciare solo mio padre per un'altra festività, specialmente dopo che si è impegnato tanto per tornare sulla retta via. Ti voglio bene. Divertiti anche per me, fai tante foto e in bocca al lupo con tua madre e tua sorella!

PS. Mi mancate anche voi, ragazzi!:(((

Spensi il computer, con un sospiro carico di rassegnazione, mi preparai mentalmente ad un'altra disastrosa giornata scolastica.

***
Le prove in teatro si svolsero meglio del solito, come a voler bilanciare le penose ore di lezioni appena trascorse. Colin sembrava concentrato e il ruolo assegnatogli cominciava a calzargli a pennello. Quel presuntuoso di Montgomery insisteva che fosse esclusivamente merito suo e io non potevo fare a meno di lanciargli un'occhiataccia ogni volta che lo ripeteva. Era un po' troppo pieno di sé, dovevo ammetterlo, ma iniziavo a pensare che fosse tutta scena.

Nelle ultime settimane aveva infatti alternato fasi di antipatia acuta – con battute taglienti e sarcastiche che, mio malgrado, trovavo sempre divertenti – a fasi di gentilezza e simpatia alquanto sospette. Diventava difficile trattarlo male quando ogni pomeriggio mi portava il caffè dallo Starbucks all'angolo – come facesse a conoscere i miei gusti preferiti restava un mistero – si consultava con me circa i consigli da dare a Colin o mi domandava come fosse andato il mio weekend col tono di chi era seriamente interessato.

Di recente iniziavo a trovarlo perfino amichevole, così avevo diminuito il livello di acidità dei miei commenti e triplicato la mia diffidenza circa le sue buone intenzioni.
Fidarsi era bene, non fidarsi era meglio.

Di lì a poco mi sarei diretta alla solita fermata del bus, decisa a raggiungere l'ospedale prima che terminasse l'orario di visite. Ero in ansia per Vincent, il suo aspetto emaciato era preoccupante e non mi sentivo sicura se non lo controllavo almeno una volta al giorno, di persona o tramite Sibyl. Considerare un vecchietto uno dei miei migliori amici avrei dovuto trovarlo imbarazzante, ma con lui riuscivo ad essere me stessa, adoravo il suo sottile senso dell'umorismo e i saggi consigli di vita, perciò al diavolo tutto il resto. 

Gettai un'occhiata all'orologio e trasalii: le sei!

In teatro si perdeva la cognizione del tempo, solo che quel giorno io non me lo potevo proprio permettere. Mi schiarii la gola, sporgendomi lievemente verso Adam, seduto di fianco a me in platea. Tamburellai con un dito sul suo braccio e lui si voltò a guardarmi.
"Ascolta, io...ho un impegno inderogabile e restando qui farei tardi. Ti dispiace rimanere solo con Colin?" domandai timidamente. Mi sentivo sempre profondamente a disagio quando chiedevo un favore a qualcuno, come se temessi un rifiuto. 
"Nessun problema, vai pure" rispose Adam, in tono pacato.
"Davvero?"

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